sabato 19 luglio 2014

Geniuses Together: Un libro di Humphrey Carpenter con due lettere e una cartolina al suo editore Rayner Unwin


Geniuses Together
American Writers in Paris in the 1920s
di Humphrey Carpenter
Unwin Hyman, Londra
1° ed. 1987, pp. 246
Illustrazione di copertina di Mark Edwards
Rilegato con sovraccoperta


Informazioni sul libro
L’incontro tra intellettuali di talento, gli aspiranti e gli espatriati nei primi anni Venti era, da Gertrude Stein, definita la “Generazione perduta” che Carpenter magistralmente racconta in questo suo libro. Il settennio scelto è quello che vide Hemingway e i suoi “colleghi pensanti” affollare Montparnasse tra il 1921 e il 1928. Un narrazione sublime che avvolge e cattura. Capace di riportare il lettore a rivivere anni romantici al fianco di letterati che hanno segnato la storia del secolo scorso. Idealisti ma uniti. Pound, Joyce, Hemingway, Fitzgerald, che condividono amanti, case, denaro e scandali. Un libro che racconta un mondo attorno ad un quartiere parigino capace di arricchire culturalmente intere generazioni in ogni angolo del mondo.

Natale 1931 nella storica libreria Shakespeare and Company, la sua fondatrice Sylvia Beach nota un “uomo alto, giovane e bruno con dei baffetti" che sfoglia delle riviste. Inizia a parlarci e scopre che non ha denaro per pagarla così lei gli offre le riviste dicendogli che può pagare quando vuole. Solo a quel punto scopre che l'uomo aveva per lei una lettera di Sherwood Anderson nella quale si presentava il suo “amico Ernest Hemingway, uno scrittore americano che conosce quanto accade negli Stati Uniti e che sicuramente potrà, con la sua signora, farvi sapere”.

Un’interessantissima recensione al libro di Carpenter un anno dopo la pubblicazione, nel maggio 1988, a firma di Bradley Bloch su «The New Criterion» che consiglio di leggere.


Non una semplice “copertina”
La sovraccoperta da solo ispira e rimanda i lettori a quella fervente comunità letteraria che ha frequentato le strade parigine e che l'artista Mark Edwards ha qui immortalato: Ernst Hemingway, Ezra Pound, James Joyce e Robert McAlmon seduti al Café du Dôme a Montparnasse.

Dai primi del Novecento il Café du Dôme a Parigi, conosciuto anche come il primo «caffè anglo-americano», rappresentò il luogo d’incontro di intellettuali che assunsero il nome di Dômiers, tra questi: Ernest Hemingway, Pablo Picasso, Ezra Pound, Amedeo Modigliani, Gertrude SteinSinclair Lewis, Gibran Khalil Gibran, Paul Gauguin, Max Ernst, Wassily Kandinsky, Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, Aleister Crowley, Tsuguharu Fujita, Moise Kisling, Henry Miller, Anaïs Nin, Pascin, Man Ray, Chaim Soutine e Gerda Taro.

L’autore: Humphery Carpenter
Il suo nome completo era Humphrey William Bouverie (1946-2005) ed è stato un importante biografo, scrittore e produttore radiofonico. Ha pubblicato moltissimi libri e tra questi, le biografie che sono diventate punti di riferimento per molti studiosi come quella su W. H. Auden (1981), Ezra Pound (1988), Evelyn Waugh (1989), Benjamin Britten (1992), Robert Runcie (1997), e Spike Milligan (2004). È stato anche l’unico biografo “autorizzato” di J.R.R. Tolkien, avendolo conosciuto a Oxford, ad oggi ancora utile e fondamentale per ogni ricerca e studio. Su Tolkien, oltre alla Biografia, ha curato il volume Gli Inklings, sul gruppo letterario oxoniense di cui facevano parte, oltre all'autore di The Hobbiti fratelli Lewis e Charles Williams, e Le Lettere di Tolkien curato con il sostegno del figlio fi Tolkien, Christopher.


Un piccolo tesoro: due lettere e una cartolina “speciale”
Il libro, appartenuto a Rayner Unwin, figlio di Stanley, primo e storico editore di Tolkien, conserva un vero e proprio tesoro: due lettere e una cartolina davvero “speciali” scritte e firmate da Carpenter e indirizzate a Rayner.


La prima lettera
La prima lettera è datata 9 marzo 1987. Carpenter scrive all'amico ed editore Rayner Unwin che, in occasione del loro incontro durante lo “Hobbit party” del giovedì successivo, avrebbe cercato di convincerlo a leggere un testo scritto da un sacerdote che ha attraversato il Sahara spingendo una carriola. Scrive Carpenter «Non sto scherzando! Ed è un ottimo libro! Ti spiegherò tutto Giovedì!!!»
Il libro a cui fa riferimento Carpenter, è quello di Geoffrey Howard, pastore anglicano che percorse in  93 giorni – dal 20 dicembre 1974 al 23 marzo 1957 – 3138 chilometri da Beni Abbes (Algeria) a Kano (Nigeria), trasportando cibo e acqua su una carriola creata appositamente e ispirata alla tipica imbarcazione cinese. Il libro non sarà pubblicato dalla Allen and Unwin bensì dalla Alan Sutton Publishing nel 1990 con il titolo Wheelbarrow across The Sahara”.

Carpenter manifestò anche il proprio compiacimento per aver passato il manoscritto del suo libro a Hazel Orme, un copy-editor che lui lodava moltissimo e che in effetti era considerato tra i più importanti. A conclusione propose, qualora Rayner lo avesse ritenuto opportuno, di migliorare il testo così come già fatto per “Ezra”. Il riferimento è chiaramente all’altro libro di Humphrey Carpenter che l’Allen and Unwin pubblicherà nel 1988 “A Serious Character: The Life of Ezra Pound”La lettera è firmata “Humphrey”.


La seconda lettera
La seconda lettera è datata 28 ottobre 1987 a seguito della pubblicazione del libro. Carpenter ringraziò l’amico Rayner per la cura del volume e il risultato finale, definito “eccezionalmente bello”. Rimandò ad un incontro tra i due anche perché interessato ad ascoltare l'ultima avventura himalayana di Rayner Unwin. Ed è proprio sull’Himalaya che tredici anni dopo, nel 2000, la figlia di Rayner sparse le ceneri del padre.

In un post scriptum Carpenter chiede a Rayner se fosse possibile inviare una copia del suo libro a “Christopher”. Con molta probabilità, e vista il tono amichevole, si potrebbe trattare di Christopher Tolkien. Cosa che venne fatta giacché, a margine della lettera, Rayner annotò a matita d’inviare copia del libro con lettera di ringraziamento.


Anche questa seconda lettera è firmata “Humphrey”.


La cartolina “speciale”
Il terzo “tesoro” contenuto in questo libro è la “speciale” cartolina che il 2 dicembre 1987 Humphrey Carpenter spedì da Parigi a Londra al suo amico Rayner Unwin. Il retro della cartolina, questa volta scritta a mano da Carpenter, riporta un saluto e un riferimento ad una telefonata tra i due.


Ciò che più conta, in realtà, è che la cartolina inviata non è altro che la cartolina della libreria parigina Shakespeare and Company che ha un ruolo fondamentale nella storia raccontata da Carpenter in questo libro.


La Shakespeare and Company
Non si può ignorare la storia di questa storica libreria parigina sulla riva gauche della Senna che ho, nella sua attuale sede, più volte visitato durante i miei viaggi nella capitale francese. Una libreria unica, capace di trasportami in un mondo che non vorrei mai abbandonare. E chi ama i libri sa a cosa mi riferisco.
La libreria fu fondata da Sylvia Beach  nel 1919 e divenne da subito un luogo di incontro davvero unico per scrittori e artisti. 

La Beach era un'emigrata statunitense e aprì la Shakespeare and Company al numero 8 di rue Dupuytren. Per poi spostarla nel 1921 al 12 di rue de l'Odéon, dove rimase fino al 1941. In questi venti anni, la libreria fu considerata il centro della cultura anglo-americana a Parigi capace di raccogliere scrittori e artisti come Ernest Hemingway, Ezra Pound, Francis Scott Fitzgerald, Gertrude Stein, George Antheil, Man Ray e James Joyce. Tutti passarono molto tempo al suo interno al punto che Hemingway la citò in Festa mobile. La Beach faceva anche circolare titoli vietati in Inghilterra e in America come L'amante di Lady Chatterley di David Herbert Lawrence o l'Ulisse di James Joyce. Quest’ultimo, censurato in quei due Paesi, venne stampato proprio dalla Beach per la prima volta nel 1922. Dopo l’occupazione di Parigi, la libreria venne chiusa e mai più riaperta. 


Fu George Whitman, nel 1951, ad aprirne una con il nome di Le Mistral diventando ancora una volta punto centrale della cultura parigina. Dopo la morte di Sylvia Beach, in suo onore il nome venne cambiato in Shakespeare and Company raccogliendo, negli anni Cinquanta, gli scrittori della Beat Generation come Allen Ginsberg, Gregory Corso e William Burroughs. Whitman chiamava la Shakespeare and Company un'utopia socialista mascherata da libreria. La libreria offre posti a dormire, ricavati dai divani al suo interno, ad artisti e scrittori squattrinati in cambio di alcune ore di lavoro fra gli scaffali.

Ancora oggi la libreria, gestita dalla figlia di Whitman, al 37 di rue de la Bûcherie, vicino Place St.Michel, a pochi passi dalla Senna, vive ed è punto di riferimento di francesi e non solo con i suoi regolari eventi come il sunday tea, incontri con gli scrittori e letture di poesie.


Questo il sito della libreria.