lunedì 3 ottobre 2011

Roverandom, edizione Euroclub 1999



Roverandom
Le avventure di un cane alato
di J.R.R. Tolkien
A cura di Christina Scull e Wayne G. Hammond
Traduzione di Francesca Bandel Dragone
Euroclub (su licenza RCS Libri), Milano, 1999, pp. 176
Copertina: illustrazione di J.R.R. Tolkien
Rilegato con sovraccoperta

Note di copertina
Mentre è in vacanza nel 1925 il piccolo Michael Tolkien, cinque anni, perde il proprio amatissimo cane sulla spiaggia. Per consolarlo il padre, J.R.R. Tolkien, gli racconta la storia di un cane vero di nome Rover che, trasformato in un minuscolo giocattolo da un mago, affronta una tumultuosa girandola di avventure. Ora, più di settant'anni dopo, questa incantevole favola vede la luce per la prima volta, per il diletto di tutti i suoi lettori. Rover finisce nella vetrina di un negozio di giocattoli, poi fra le mani di un bambino che lo smarrisce. A questo punto iniziano le mirabolanti peripezie di creatura fatata: arriva in un luogo pieno di folletti marini, quindi va sulla luna dove gli spuntano le ali e conosce un cane suo omonimo che lo ribattezza Roverandom. Stanco di vagabondaggi lunari e colmo di nostalgia per la sua vita di un tempo, vorrebbe tornare alle primitive dimensioni e ritrovare il bambino che l'ha perduto, ma potrà farlo soltanto al termine di ulteriori rocambolesche avventure che lo porteranno a incontrare altri maghi cattivi e buoni, a viaggiare tra le fauci di una balena, a fermarsi sulla soglia di un fiabesco palazzo sottomarino abitato da sirene, serpenti e principesse del mare. Solo allora l'incantesimo potrà essere rotto, solo allora Roverandom potrà realizzare la sua aspirazione più grande: tornare a casa e ridiventare un cane normale. Fantastica, divertente incarnazione dei nostri sogni su cui una prodigiosa capacità d'invenzione e una straordinaria poesia poetica danno meraviglioso spessore, Roverandom entra a pieno diritto nell'affollatissimo mondo di Tolkien, un mondo magico amato da milioni di persone.

Indice

    Introduzione
    I.
    II.
    III.
    IV.
    V.
    Note