Il Silmarillion
di J.R.R. Tolkien
di J.R.R. Tolkien
A cura di Christopher Tolkien
Traduzione di Francesco Saba Sardi
Rusconi, Milano, 17" ed. 1999, pp. 456
Copertina di Luca Michelucci
Grafica di Katia Marassi
Brossura
Brossura
Note di copertina
Il Silmarillion fu iniziato nel 1917, ma la sua elaborazione venne stata proseguita da Tolkien fino alla morte. «Opera prima» - ma anche «ultima», e di tono assai diverso, ben più elevato delle altre -, esso costituisce il repertorio mitico dell'Autore, quello da cui è derivata, direttamente o indirettamente, la filiazione delle sue favole, da Lo Hobbit a Il Signore degli Anelli, da Il cacciatore di draghi ai racconti di Albero e Foglia. Nella vasta produzione tolkieniana occupa quindi una posizione di primato temporale, ma anche e soprattutto tematica e formale. Vi si narrano gli eventi della Prima Età; nucleo simbolico della narrazione sono i tre Silmaril, gemme tenute in altissimo conto dagli Elfi, ma concupite anche da Melkor-Morgoth, primo Signore delle Tenebre, perché contengono la Luce dei Due Alberi di Valinor distrutti dall'Avversario. La loro perdita e tentata riconquista costituisce lo schema della vicenda, che si articola in cinque racconti come i capitoli di un'antica «storia sacra» e narra la parabola di una caduta: dalla «musica degli inizi», il momento cosmogonico, alla guerra, eroica quanto disperata, di Elfi e Uomini contro l'Avversario. L'ultimo dei racconti è l'antecedente immediato del Signore degli Anelli, sorta di prefazione elaborata nei toni che caratterizzano tutto quel grande «pentateuco» che è Il Silmarillion. Il quale non è un romanzo né una favola, ma forse l'unico tentativo coerente, compiuto in tempi recenti, di costruire un vero e proprio edificio mitico imperniato sulla fondamentale antitesi tra brama di possesso e poteri creativi, tra amore per la bellezza suprema e volontà di dominio, insomma tra «essere» e «avere»: un'antitesi cantata nel linguaggio, sublime e semplice insieme, proprio dell'antico epos. Mai pubblicato vivente Tolkien per la sua qualità di work in progress, Il Silmarillion vede la luce grazie all'opera paziente del figlio Christopher, il quale ha compiuto un attento lavoro di ricerca e collazione sui manoscritti lasciati dal padre.
Il Silmarillion fu iniziato nel 1917, ma la sua elaborazione venne stata proseguita da Tolkien fino alla morte. «Opera prima» - ma anche «ultima», e di tono assai diverso, ben più elevato delle altre -, esso costituisce il repertorio mitico dell'Autore, quello da cui è derivata, direttamente o indirettamente, la filiazione delle sue favole, da Lo Hobbit a Il Signore degli Anelli, da Il cacciatore di draghi ai racconti di Albero e Foglia. Nella vasta produzione tolkieniana occupa quindi una posizione di primato temporale, ma anche e soprattutto tematica e formale. Vi si narrano gli eventi della Prima Età; nucleo simbolico della narrazione sono i tre Silmaril, gemme tenute in altissimo conto dagli Elfi, ma concupite anche da Melkor-Morgoth, primo Signore delle Tenebre, perché contengono la Luce dei Due Alberi di Valinor distrutti dall'Avversario. La loro perdita e tentata riconquista costituisce lo schema della vicenda, che si articola in cinque racconti come i capitoli di un'antica «storia sacra» e narra la parabola di una caduta: dalla «musica degli inizi», il momento cosmogonico, alla guerra, eroica quanto disperata, di Elfi e Uomini contro l'Avversario. L'ultimo dei racconti è l'antecedente immediato del Signore degli Anelli, sorta di prefazione elaborata nei toni che caratterizzano tutto quel grande «pentateuco» che è Il Silmarillion. Il quale non è un romanzo né una favola, ma forse l'unico tentativo coerente, compiuto in tempi recenti, di costruire un vero e proprio edificio mitico imperniato sulla fondamentale antitesi tra brama di possesso e poteri creativi, tra amore per la bellezza suprema e volontà di dominio, insomma tra «essere» e «avere»: un'antitesi cantata nel linguaggio, sublime e semplice insieme, proprio dell'antico epos. Mai pubblicato vivente Tolkien per la sua qualità di work in progress, Il Silmarillion vede la luce grazie all'opera paziente del figlio Christopher, il quale ha compiuto un attento lavoro di ricerca e collazione sui manoscritti lasciati dal padre.
Indice
Prefazione, di Christopher Tolkien
Ainulindalë «La musica degli Ainur»
Valaquenta «Novero dei Valar»
Novero dei Valar e dei Maiar secondo la tradizione degli Eldar
I Valar
I Maiar
I Nemici
Quenta Silmarillion «La storia dei Silmaril»
I. L'Inizio dei Giorni
II. Aulë e Yavanna
III. L'avvento degli Elfi e la cattività di Melkor
IV. Thingol e Melian
V. Eldamar e i Principi degli Eldalië
VI. Fëanor e la liberazione di Melkor
VII. I Silmaril e le agitazioni dei Noldor
VIII. L'Ottenebramento di Valinor
IX. La fuga dei Noldor
X. I Sindar
XI. Il Sole, la Luna e l'Occultamento di Valinor
XII. Gli Uomini
XIII. Il ritorno dei Noldor
XIV. Il Beleriand e i suoi regni
XV. I Noldor del Beleriand
XVI. Maeglin
XVII. L'avvento degli Uomini in Occidente
XVIII. La rovina del Beleriand e l'uccisione di Fingolfin
XIX. Beren e Lúthien
XX. La Quinta Battaglia, Nirnaeth Arnoediad
XXI. Túrin Turambar
XXII. La rovina del Doriath
XXIII. Tuor e la caduta di Gondolin
XXIV. Il viaggio di Eärendil e la Guerra d'Ira
Akallabêth - La caduta di Númenor
Gli Anelli del Potere e la Terza Età, in cui questi racconti giungono alla loro conclusione
Nota del traduttore
Tabelle
I. La Casa di Finwë
II. I discendenti di Olwë ed Elwë
III. La Casa di Bëor
IV e V. La Casa di Hador e la Gente di Haleth
La scissione degli Elfi
Indice dei nomi
Nota sulla pronuncia
Appendice: Etimi dei nomi Quenya e Sindarin
Notizia
Ainulindalë «La musica degli Ainur»
Valaquenta «Novero dei Valar»
Novero dei Valar e dei Maiar secondo la tradizione degli Eldar
I Valar
I Maiar
I Nemici
Quenta Silmarillion «La storia dei Silmaril»
I. L'Inizio dei Giorni
II. Aulë e Yavanna
III. L'avvento degli Elfi e la cattività di Melkor
IV. Thingol e Melian
V. Eldamar e i Principi degli Eldalië
VI. Fëanor e la liberazione di Melkor
VII. I Silmaril e le agitazioni dei Noldor
VIII. L'Ottenebramento di Valinor
IX. La fuga dei Noldor
X. I Sindar
XI. Il Sole, la Luna e l'Occultamento di Valinor
XII. Gli Uomini
XIII. Il ritorno dei Noldor
XIV. Il Beleriand e i suoi regni
XV. I Noldor del Beleriand
XVI. Maeglin
XVII. L'avvento degli Uomini in Occidente
XVIII. La rovina del Beleriand e l'uccisione di Fingolfin
XIX. Beren e Lúthien
XX. La Quinta Battaglia, Nirnaeth Arnoediad
XXI. Túrin Turambar
XXII. La rovina del Doriath
XXIII. Tuor e la caduta di Gondolin
XXIV. Il viaggio di Eärendil e la Guerra d'Ira
Akallabêth - La caduta di Númenor
Gli Anelli del Potere e la Terza Età, in cui questi racconti giungono alla loro conclusione
Nota del traduttore
Tabelle
I. La Casa di Finwë
II. I discendenti di Olwë ed Elwë
III. La Casa di Bëor
IV e V. La Casa di Hador e la Gente di Haleth
La scissione degli Elfi
Indice dei nomi
Nota sulla pronuncia
Appendice: Etimi dei nomi Quenya e Sindarin
Notizia