Immagini
di J.R.R. Tolkien
Edizione italiana a cura di Quirino Principe
Bompiani, Milano, 1° ed. 2002 pagine: 104 (ill. col.)
Illustrazione di copertina di J.R.R. Tolkien
Rilegato con sovraccoperta
Note di copertina
E’ difficile descrivere la forza di suggestione immaginativa
che ha travolto negli ultimi quarant'anni generazioni di fedeli tolkieniani, ma
i fantasmi, più veri della realtà, che si sono riversati nella nostra
immaginazione dalle pagine del Signore degli Anelli, dello Hobbit, del
Silmarillion, delle Avventure di Tom Bombadil, avevano già la loro forma
visiva, nata contemporaneamente alla pagina narrata, e per mano dello stesso
autore; a volte, l'immagine grafica o pittorica aveva addirittura preceduto il
racconto scritto. Questo libro ne è la prova, poiché molte idee su come
sviluppare la trama sono state indirizzate e aiutate a nascere proprio dagli
abbozzi, dai disegni in bianco e nero, dagli acquerelli. Qui ne abbiamo la
documentazione precisa, addirittura filologica. Ma questo libro è molto di più:
è il più ampio repertorio di immagini tolkieniane finora apparso in pubblico,
ed anche il più completo nel tratteggiare tutti i percorsi della fantasia
pittorica di Tolkien. Le quarantotto tavole rappresentate (in realtà, le
immagini sono assai di più, poiché alcune tavole sono raccolte di simboli,
motivi ornamentali, varianti, e altre ci danno la possibilità di confrontare la
versione in bianco e nero con quella a colori) raccolgono visioni dall'intero
universo tolkieniano, dal Silmarillion al Signore degli Anelli, dall'araldica
degli stemmi elfici alle cartoline di Natale, dallo Hobbit ai saggi
iconografici per concezioni rimaste narrativamente incompiute. Mai il lettore
in lingua originale, e mai il lettore italiano che soltanto con questo libro
può accedere per la prima volta a un registro di immagini così complesso e
accurato, aveva potuto concentrare in un libro tante emozioni. Emozioni
svariate, secondo una gamma di sfumature, poiché Tolkien pittore e illustratore
è polivalente senza essere eclettico, sa collocarsi in diverse zone dello
stile, dalla grazia naif a visioni che confinano con l'inquietudine visionario
di un Max Ernst. Dietro la varietà, a carattere comune, che guida i lettori
suggerendo ciò che essi di Tolkien conservano in sé come un prezioso tesoro: il
misterioso asse Mordor-Eriador, orrore-incantesimo, paura-serenità, orrida
montagna nera o grigia e pianura verdeazzurra, da un mitico sud-est a un mitico
nord-ovest della Terra di Mezzo. E’ un po’ rischioso aprire questo libro,
addentrarsi in queste pagine, poiché è possibile che vi si rimanga irretiti.