Il
Silmarillion
di J.R.R. Tolkien
A cura di Christopher Tolkien
Traduzione di Francesco Saba Sardi
Nuova edizione italiana a cura di Marco Respinti
Bompiani (I Libri di Tolkien), Milano, 2011, pp. 464
Illustrazione
di copertina di Maxfield Parrish, Thunderheads (part.)
Brossura
con sovraccoperta
Note di
copertina
Il Silmarillion, iniziato nel 1917 e la cui
elaborazione è stata proseguita da Tolkien fino alla morte, rappresenta il
tronco da cui si sono diramate tutte le sue successive opere narrative.
"Opera prima", dunque, essa costituisce il repertorio mitico di Tolkien,
quello da cui è derivata, direttamente o indirettamente, la filiazione delle
sue favole, da "Lo Hobbit" a "Il Signore degli Anelli". Si
tratta di un'opera che, nella vasta produzione di Tolkien, occupa una posizione
di primato, non soltanto temporale, ma anche e soprattutto tematica e formale.
Vi si narrano gli eventi della Prima Età, alla quale di continuo si rifanno,
come a un necessario antecedente e a una chiave interpretativa, i personaggi e
le avventure de "Il signore degli Anelli". I tre Silmaril, nucleo
simbolico della narrazione, la cui perdita e tentata riconquista costituiscono
lo schema della vicenda, sono gemme tenute in altissimo conto dagli Elfi, ma
concupite anche da Malkor-Morgoth, primo Signore delle Tenebre, perché
contengono la Luce dei Due Alberi di Valinor distrutti dall'Avversario. Vera e
propria mitologia i cui modelli ideali vanno ricercati nella tradizione celtica
altomedioevale, "Il Silmarillion", che comprende cinque racconti
legati come i capitoli di un'unica "storia sacra", narra la parabola
di una caduta: dalla musica degli inizi, il momento cosmogonico, alla guerra,
eroica quanto disperata, di Elfi e Uomini contro l'Avversario. L'ultimo dei
racconti costituisce l'antecedente immediato del Signore degli Anelli, sorta di
prefazione elaborata nei toni epici che caratterizzano tutto quel grande
"pentateuco" che è il "Silmarillion". Il quale non è un
romanzo né una favola, bensì un'opera unica nel suo genere, forse l'unico
tentativo coerente, compiuto in tempi recenti, di costruire un vero e proprio
edificio mitico imperniato sulla fondamentale antitesi tra brama di possesso e
poteri creativi, tra amore per la bellezza suprema e volontà di dominio, insomma tra "essere" e "avere": un'antitesi cantata nel linguaggio, sublime e semplice insieme, che è proprio dell'antico epos. Mai pubblicato vivente l'autore per la sua qualità di work in progress, Il Silmarillion ha visto la luce grazie all'opera paziente del figlio dell'autore, Christopher, che ha compiuto un attento lavoro di ricerca e collazione sui manoscritti lasciati dal padre.