Il volume in questione è la prima edizione del 1922
che riporta il primo lavoro pubblicato da J.R.R. Tolkien e apparso per la prima
volta nel 1915 all’interno della raccolta “Oxford Poetry”: Goblin Feet.
La pubblicazione è certamente particolare anche
perché l’autore de Il Signore degli Anelli e de Lo Hobbit è menzionato sempre
come TOLKEIN. Infatti l’errore è presente all’inizio nei “Contents”, in calce
alla poesia e nell’indice.
Il libro è stato pubblicato per la prima volta nel
1922 da Basil Blackwell anche se il libro non fornisce una data certa della
pubblicazione, il 1922 può essere assunto da diverse fonti come gli elenchi dei
cataloghi della British Library.
È stato ristampato nel 1924 e nel 1929.
I primi due versi di questa poesia, appaiono nella
biografia di Humprey Carpenter, mentre i versi II, III e IV sono presenti in
Tolkien and the Great War.
La poesia è stata anche stampata ne Lo Hobbit
annotato da Douglas A. Anderson.
Fifty
New Poems for Children
An
Anthology Selected From Books Recently
Basil Blackwell, Oxford
1° edizione 1922
Copertina rigida
Illustrazione di copertina di CT Nightingale
Goblin Feet by J.R.R. Tolkein
Vedi pp.26-27.
Goblin Feet by J.R.R. Tolkein
Vedi pp.26-27.
GOBLIN
FEET
I
AM off down the road
Where
the fairy lanterns glowed
And
the little pretty flitter-mice are flying :
A
slender band of grey
It
runs creepily away
And
the hedges and the grasses are a-sighing.
The
air is full of wings,
And
of blundering beetle-things
That
warn you with their whirring and their humming.
O
! I hear the tiny horns
Of
enchanted leprechauns
And
the padding feet of many gnomes a-coming
O
! the lights : O ! the gleams : O ! the little tinkly
sounds
:
O
! the rustle of their noiseless little robes :
O
! the echo of their feet — of their little happy feet :
O
! their swinging lamps in little starlit globes.
I
must follow in their train
Down
the crooked fairy lane
Where
the coney-rabbits long ago have gone.
And
where silverly they sing
In
a moving moonlit ring
All
a- twinkle with the jewels they have on.
They
are fading round the turn
Where
the glow-worms palely burn
And
the echo of their padding feet is dying !
O
! it's knocking at my heart —
Let
me go ! O ! let me start !
For
the little magic hours are all a-flying.
O
! the warmth ! O ! the hum ! O ! the colours in the
dark!
O
! the gauzy wings of golden honey-flies !
O
! the music of their feet — of their dancing goblin feet I
O
! the magic ! O ! the sorrow when it dies.
J. R. R. TOLKEIN
Notizie aggiuntive su questo volume appaiono ne Lo
Hobbit Annotato da Douglas A. Anderson, Bompiani 2004, 2° edizione.
“Gli animaletti indicati al terzo rigo sono
pipistrelli. I leprechauns (piccoli maghi), gli gnomi e gli orchi in questa
poesia sembrano essere familiari un tipo di fatine. Nel primo volume della
History, The book of Lost Tales Part one, Christopher Tolkien sottolinea (p.32)
che nel 1971 suo padre disse di "Goblin Feet", "spero che tutte
le piccole cose brutte che sono emerse (subito dopo) il mio ritorno, possano
essere dimenticate per sempre”. La frase “subito dopo” va considerata con
attenzione, nella tarda metà degli anni ‘30 Tolkien incluse la poesia in una
sua raccolta (mai pubblicata), ed elementi concernenti il canto e la danza
degli Elfi appare ne Lo Hobbit. Sembra che il disgusto di Tolkien per questa
poesia e il tipo di esseri che essa descrive, possa essere datato probabilmente
nella tarda metà degli anni '30, all'incirca quando è avvenuta la prima
pubblicazione de Lo Hobbit ed è stato avviato il lavoro del Signore degli
Anelli.”
E ancora Anderson, riferendosi alla poesia che
appare nel Capitolo 19 “L’Ultima tappa” che inizia con “Sempre, sempre le
strade vanno avanti..” e ai diversi stati d’animo che assalgono Bilbo scrive
che “nel primo capitolo del Signore degli Anelli leggiamo altri versi simili.
Questi però esprimono l’ansia del ritorno a casa, quelli invece più
l’inquietudine e la smania di iniziare un viaggio. Sono recitati da Bilbo,
quando lascia per l’ultima volta Casa Baggins:
La Via prosegue senza fine
Lungi dall’uscio dal quale parte.
Ora la Via è fuggita avanti,
Devo inseguirla ad ogni costo
Rincorrendola con piedialati
Sin all’incrocio con una più larga
Dove si uniscono piste e sentieri.
E poi dove andrò? Nessuno lo sa.
Nel terzo capitolo del Signore degli Anelli Frodo
ripete questi versi cambiando i “piedi alati” del quinto verso in “piedi
stanchi” [n.d.t.: nelle edizioni italiane precedenti al 2003 il cambiamento non
compare].
In uno degli ultimi capitoli de Il Signore degli
Anelli (“Molte separazioni”),” Anderson scrive che “Bilbo recita una versione
molto diversa, dimostrando ora un forte desiderio di lasciare ad altri il
compito di camminare:
La Via prosegue senza fine
Lungi dall’uscio dal quale parte.
Ora la Via è fuggita avanti,
Presto, la segua colui che parte!
Cominci pure un nuovo viaggio,
Ma io che sono assonnato e stanco
Mi recherò all’osteria del villaggio
E dormirò un sonno lungo e franco.
L’ispirazione per questi versi può essere venuta a
Tolkien dalla poesia intitolata “Romance” di E.F.A. Geach, che in Fifty New
Poems for Children: An Anthology Selected from Books Recently Published by
Basil Blackwell (1922) appare immediatamente dopo la ristampa della poesia di
Tolkien “Goblin Feet”:
ROMANCE
dI E.F.A. GEACH
Dietro il Prossimo Angolo e nella prossima strada
L’Avventura ti attende.
Oh, chi può dire cosa potresti incontrare
Dietro il prossimo angolo e nella prossima strada!
Può la forse vita essere altro che dolce
Quando tutto è pericoloso e nuovo
Dietro il prossimo angolo e nella prossima strada?
L’avventura ti attende.
Questa poesia era già apparsa in Oxford Poetry
1918, curato da Geach, T.W: Earp e Dorothy L. Sayers, in cui Tolkien avrebbe
anche potuto leggerla.