Immagini
di J.R.R. Tolkien
Edizione italiana a cura di Quirino Principe
Rusconi, Milano, 1989
1° edizione, pp. 104
Copertina: grafica di Piero Crida, illustrazione di J.R.R.
Tolkien
Rilegato con sovraccoperta
Note di copertina
Negli anni irrecuperabili in cui scopriamo i grandi libri,
siamo senza difese dinanzi all'irresistibile forza della narrazione, che
risucchia tutti i nostri cinque sensi. In prima linea è la fantasia visiva, che
impone le proprie immagini all'immaginario: fina dalla prima lettura, vediamo
in quel modo Ettore e Achille alla porta Scea, Renzo e don Abbondio nella
canonica, Tonio Kröger a passeggio per Lubecca, Marcel nel giardino di Combray,
con quei contorni, con quei colori, e non altri. Poi scopriamo che sulla scia
del libro, nel tempo, sono intervenuti i pittori e gli illustratori, che Armida
e Rinaldo sono finiti su un affresco di mano illustre, che l'Innominato è
apparso in un'incisione color seppia, sempre variato nei tratti, in diverse
edizioni dei Promessi Sposi. A volte ne siamo delusi: non è così che ce li
eravamo figurati.
Il caso Tolkien è diverso. Difficile a descriversi è la forza
di suggestione immaginativa che ha travolto negli ultimi quarant'anni
generazioni di fedeli tolkieniani, ma i fantasmi, più veri della realtà, che si
sono riversati nella nostra immaginazione dalle pagine del Signore degli
Anelli, dello Hobbit, del Silmarillion, delle Avventure di Tom Bombadil,
avevano già la loro forma visiva, nata contemporaneamente alla pagina narrata,
e per mano dello stesso autore; a volte, l'immagine grafica o pittorica aveva
addirittura preceduto il racconto scritto. Questo libro ne è la prova, poiché
molte idee su come sviluppare la trama sono state indirizzate e aiutate a
nascere proprio dagli abbozzi, dai disegni in bianco e nero, dagli acquerelli.
Qui ne abbiamo la documentazione precisa, addirittura filologica. Ma questo
libro è molto di più: è il più ampio repertorio di immagini tolkieniane finora
apparso in pubblico, ed anche il più completo nel tratteggiare tutti i percorsi
della fantasia pittorica di Tolkien. Le quarantotto tavole qui rappresentate
(in realtà, le immagini sono assai di più, poiché alcune tavole sono raccolte
di simboli, motivi ornamentali, varianti, e altre ci danno la possibilità di
confrontare la versione in bianco e nero con quella a colori) raccolgono
visioni dall'intero universo tolkieniano, dal Silmarillion al Signore degli
Anelli, dall'araldica degli stemmi elfici alle cartoline di Natale, dallo
Hobbit ai saggi iconografici per concezioni rimaste narrativamente incompiute.
Mai il lettore in lingua originale, e mai il lettore italiano che soltanto con
questo libro può accedere per la prima volta a un registro di immagini così
complesso e accurato, aveva potuto concentrare in un libro così tante emozioni.
Emozioni svariate, secondo una gamma di sfumature, poiché Tolkien pittore e
illustratore è polivalente senza essere eclettico, sa collocarsi in diverse
zone dello stile, dalla grazia naïf a visioni che confinano con l'inquietudine
visionaria di un Max Ernst. Dietro la varietà, il carattere comune, che guida i
lettori suggerendo ciò che essi di Tolkien conservano in sé come un prezioso
tesoro: il misterioso asse Mordor-Eriador, orrore-incantesimo, paura-serenità,
orrida montagna nera o grigia e pianura verdeazzurra, da un mitico sud-est a un
mitico nord-ovest della Terra di Mezzo. È un po' rischioso aprire questo libro,
addentrarsi in queste pagine, poiché non è impossibile che si rimanga irretiti.
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Premessa
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