La saggezza della contea
Breve guida per una lunga vita felice
di Noble Smith
Traduzione di Giovanni Agnoloni
Sperling and Kupfer (Collana Varia), 2012, pp. 201
Foto di copertina di Michael Leggero/Alamy e Shutterstock
Grafica di copertina di Ervin Serranno, St. Martin’s Press
Rilegato con sovraccoperta
Risvolto di copertina
La contea, un posto incantato in cui la vita scorre serena secondo il ritmo della natura. Il Paese degli Hobbit, le creature più buone e felici inventate dalla fantasia di Tolkien. Uomini piccoli dal cuore grande, che hanno molto da insegnare a ognuno di noi. Prendendo spunto da "II Signore degli anelli" e "Lo Hobbit" (da cui è tratto il nuovo kolossal di Peter Jackson), Noble Smith ci spiega come anche le persone più piccole possono valere più di un Cavaliere di Rohan. Esplora temi cari a un Mezzuomo, come la gioia di chiudere una giornata con una birra fra amici, il valore di condividere il cibo, il gusto dell'amicizia pura e disinteressata, fino ad arrivare a temi profondi e universali: il coraggio, l'armonia con la natura e la lotta del bene contro il male. Come possono piaceri semplici quali il giardinaggio, lunghe camminate a piedi nudi e deliziosi pranzi in compagnia renderci molto più felici? Perché è tanto rivoluzionaria l'idea di invitare gli amici per il proprio compleanno e offrire loro regali anziché riceverne? E come possiamo "portare il peso del nostro anello del potere" senza esserne divorati? "La saggezza della contea" risponde a queste e a molte altre domande essenziali per la vita di ognuno; ci invita a sedere con gli Hobbit davanti a una birra, per rubare un briciolo di quella sapienza elementare ed eterna che ci può far vivere felici e sereni.
Quarta di copertina
"I buoni libri ci trasformano. Noble Smith è stato chiaramente trasformato dalla lettura di Tolkien e La saggezza della Contea ne è il risultato. È una celebrazione divertente e al tempo stesso seria di valori senza tempo, nobili sacrifici e piaceri semplici. Un omaggio straordinario."
Mark Salzman
Vivi come uno Hobbit, mangia come un Brandibuck e bevi come un Tuc.
Togliti le scarpe e resta a piedi nudi. Liberati dai brutti pensieri cantando una canzone. Fermati a raccontare una bella storia ai tuoi amici. Balla felice intorno a un tavolo. E rimanda domani le faccende domestiche e le preoccupazioni.
Poi esci e guarda il cielo pieno di stelle. Credimi, non avrai un solo rimpianto.
Agnoloni (il traduttore) intervista Noble (l’autore)
“LA SAGGEZZA DELLA CONTEA”. NOBLE SMITH, GLI HOBBIT E LA VITA
di Giovanni Agnoloni
Gli Hobbit sono ormai personaggi universalmente noti di J.R.R. Tolkien. Soprattutto adesso che sta arrivando nelle sale il primo atto della trilogia filmica di Peter Jackson ispirata al romanzo Lo Hobbit del Professore di Oxford.
Ma c’è anche un’altra opera, un saggio di grande bellezza e profondità, che riguarda l’argomento. L’autore, americano, è Noble Smith, scrittore e drammaturgo oltre che produttore cinematografico. Da poco uscito in Italia, il suo libro è La saggezza della Contea (ed. Sperling and Kupfer), dedicato alle lezioni di semplice filosofia della vita che ci vengono proprio dagli Hobbit. Noble mi ha gentilmente concesso un’intervista.
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Giovanni: Ciao, Noble, siamo felici di averti qui sul nostro blog! Per me è stato un lavoro piacevolissimo tradurre il tuo libro The Wisdom of the Shire (La saggezza della Contea) in italiano per Sperling and Kupfer, e specchiarmi nella tua esperienza del mondo fantastico di Tolkien. La mia prima domanda è: quando e perché hai deciso di scrivere questo saggio?
Noble: Ciao, Giovanni! È fantastico poter rilasciare un’intervista al traduttore italiano del mio libro! Sono elettrizzato all’idea che ci sia una versione italiana di The Wisdom of the Shire. Amo l’Italia, dove ho fatto uno dei miei viaggi più belli. Per rispondere in breve alla tua domanda, l’idea di scrivere un libro sugli Hobbit mi è venuta mentre guidavo verso casa sull’autostrada dopo un lungo colloquio presso i Microsoft Studios. Ero di cattivo umore, e mi facevo delle domande sul mio posto nel mondo. Avevo l’impressione che mi stessi vendendo, cercando di ottenere un lavoro con quell’impresa così grande e insensibile. E mi chiesi, “Che cosa ti ispira?” e “Come vuoi veramente passare il resto della tua vita?”. Le risposte mi colpirono come se fossi stato percosso in testa dal bastone di uno Stregone: “Tolkien mi rende felice; e, per quanto posso, voglio cercare di vivere come un Hobbit.” Andai a casa, scrissi la proposta e nel giro di sei settimane il mio agente l’aveva piazzata a New York e a Londra. E adesso stanno traducendo il libro in otto lingue. E tutto questo è successo in meno di un anno. Che strana è la vita!
Leggi qui l’intera intervista.