mercoledì 16 ottobre 2013

Visions from Piers Plowman, di Nevil Coghil 1953


Visions from Piers Plowman
di William Langland e Nevil Coghill
Phoenix House, London,
2° impr. 1953

Rilegato con sovraccoperta (qui mancante)

Contents

Translator’s Preface

Visions from Piers Plowman

Part I

Prologue: The Vision of the Field of Folk
The Vision of the Holy Church
The Vision of Lady Meed
Lady Meed at Westminster
The Vision of the Deadly Sins
The Vision of the Coming of Piers Plowman
The Vision of the World at Work
The Vision of the Pardon sent by Truth

Part II

Fragments of the Poet’s Autobiography
Some Definitions of Do Well, Do Better, and Do Best
Paradoxes of Salvation
Rich and Poor
Charity and Patience
The Order of Nature
Anecdote about Mahomet

Part III

The Return of Piers
The Incarnation
Abraham (Faith) and Moses (Hope)
The Good Samaritan (Charity)
Palm Sunday to Easter Morning
The Harrowing of Hell

Part IV

The Founding of Holy Church
The Attack upon It
The Coming of Anti-Christ

Appendix

The Author
The Texts A, B, and C
The Form and Meaning of the Poem
Medieval Allegory
The Metre
Some Forms of the Half-line

The Present Version


Gli autori

William Langland poeta inglese (ca. 1330-ca. 1400). Si suppone sia l'autore del poema allegorico The Vision of William Concerning Piers the Plowman (La visione di William concernente Pietro l'Aratore), noto anche come Piers Plowman. Di lui nulla si sa al di fuori di quanto si desume dal poema. Secondo l'ipotesi più diffusa, William (il cui cognome era forse Langland o Langley) sarebbe nato nello Shropshire (probabilmente a Cleobury Mortimer) e avrebbe ricevuto un'educazione religiosa nel monastero benedettino di Great Malvern, prendendovi gli ordini minori. Trasferitosi quindi a Londra, vi avrebbe condotto una vita grama e miserevole, facendo il sagrestano e lo scrivano pubblico.
Fonte qui

Nevill Henry Kendal Aylmer Coghill (1899-1980) britannico, figlio di Sir Egerton Coghill, quinto Baronetto. Studioso di letteratura apprezzato per la sua versione moderna dei Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer.
Coghill è stato educato alla Haileybury and Imperial Service College e all’ Exeter College di Oxford. Ha servito nella grande guerra e nel 1948 è stato nominato professore di Retorica al Gresham College di Londra. Merton Professor di Letteratura Inglese alla Università di Oxford dal 1957 al 1966.
È stato membro del gruppo degli Inklings assieme a J.R.R. Tolkien e C.S. Lewis.

L’opera
Del poema in versi allitterativi esistono tre versioni (da alcuni attribuite a più autori): la prima, situabile intorno al 1362, di ca. 2500 versi; le altre due, composte rispettivamente intorno al 1377 e al 1395-98, di oltre 7000 versi. Lo spunto è fornito da una visione, avuta in sogno dal poeta, di “un bel campo pieno di gente”, poveri e ricchi, contadini, chierici e personificazioni allegoriche che la Santa Chiesa invita alla ricerca della Verità; nessuno sembra conoscere la strada che a essa conduce, ma infine un contadino (Pietro l'Aratore) si offre di indicarla. La seconda parte del poema è così imperniata sulla ricerca del Bene (Do-well), che equivale alla pratica della Virtù, del Meglio (Do-bet), ossia l'insegnamento della Virtù, e dell'Ottimo (Do-best), che è l'unione delle due qualità precedenti quale si realizza appunto in Pietro (la cui figura viene infine a identificarsi con quella di Gesù Cristo). Il fervore religioso di Langland imprime al poema, pur disordinato, confuso e antiquato nella forma metrica, un accento vigoroso ed elevato mentre l'audacia e l'originalità del suo pensiero, l'acuta analisi delle esigenze politiche e religiose del tempo ne fanno un documento interessante nei suoi risvolti di polemica sociale e morale (diretti in particolare contro la Chiesa e le classi abbienti) e nella sua forza realistica.

Fonte qui



Nel 2001 la Everyman's Library di Londra pubblica un'edizione dello stesso poema tradotto però da Terence Tiller e il Sir Gawain nell'edizione di J.R.R. Tolkien con la cura del figlio Christopher.
Il testo di Tiller differisce da quello di Coghill così com'è visibile nella foto successiva.


Qui sopra i due testi del poema messi a confronto.
A sinistra quello di Nevil Coghill che recita:

In a summer season, when soft was the sunlight,
I shook on some shreds of shepherd clothing,
And habited like a hermit, but not a holy one,
Went wide in this world, watching for wonders,
But on a May morning, on a Malvern hill-top,
A marvel bell me, as might a fairy-tale.
[…]

A destra quello di Terence Tiller:

One summer season, when the sun was sooting,
I shrouded myself in a shaggy sheepskin coat;
Thus habited like a hermit of unholy life,
I walked into the wide world to hear of wonders,
But one May morning in the Malvern Hills,
I met with a marvel that seemed made by magic:

[…]


Nel 1966 esce un’edizione di The Pardoner’s Tale e i curatori sono Christopher Tolkien e Nevill Coghill. Christopher, oltre ad essere figlio del professore e curatore delle opere postume nate dall’organizzazione degli appunti paterni, è stato insegnante di Lingua Inglese al New College di Oxford, ruolo che ha ricoperto dal 1964 al 1975. E, in questa edizione compare come Fellow of New College, Oxford.