Nella pagine culturali de Il Giornale di oggi, 16 febbraio 2014, Gianfranco de Turris recensisce il mio libro "J.R.R. Tolkien. La bibliografia italiana dal 1967 a oggi" pubblicata da "L'arco e la Corte".
Vorrei qui ringraziare Gianfranco de Turris, apprezzato e stimato studioso delle opere di Tolkien, per il l'articolo sul mio lavoro.
Questo l'articolo.
La fortuna (e le sfortune) di Tolkien
di Gianfranco de Turris
A che serve e a chi serve una bibliografia? Ai topi di
biblioteca ed ai maniaci delle fonti, risponderà qualcuno. Non sempre è così. A
esempio, le bibliografie particolari, dedicate ad esempio ad un singolo
scrittore, rivelano il suo percorso culturale, l'accettazione degli editori, la
popolarità presso i lettori. Magari anche qualcosa d'altro.
Prendiamo J.R.R.Tolkien. La sua opera è nota in Italia ormai
da quasi mezzo secolo, esattamente 47 anni. La Compagnia dell'Anello, la prima
parte de Il Signore degli Anelli, venne pubblicata dalla casa editrice romana
Astrolabio, specializzata in psicologia e orientalistica, ma non ebbe un grande
successo. Il titolare, Mario Ubaldini che lo conosceva bene, vendette diritti e
traduzione ad Alfredo Cattabiani, il quale era stato messo sull'avviso da
Elémire Zolla, e così uno dei primi libri della Rusconi fu il volume integrale
de Il Signore degli Anelli che uscì nel 1970, una data storica considerando che
la prima edizione originale era apparsa a causa della lunghezza complessiva
divisa in tre tomi nel 1954-55. Rusconi ebbe quel coraggio di fare quanto in
precedenza altri editori più solidi e importanti, come Mondadori, non avevano
avuto.
Adesso Oronzo Cilli, che fu uno degli organizzatori del convegno
internazionale dedicato a Tolkien svoltosi a Bruxelles nel 2004, pubblica, con
la collaborazione della Società Tolkieniana Italiana, J.R.R.Tolkien. La
bibliografia italiana dal 1967 a oggi, pagg. 158, euro 10, edito da L'Arco e la
Corte di Bari (arcoelacorte@libero.it), risultato della esperienza del suo sito
Tolkieniano Collection creato nel 2008. Una fonte di informazioni sorprendente.
Cilli infatti non si limita a fornirci il regesto delle
edizioni di tutte le opere del professore oxoniense stampate nel nostro Paese,
ma vi aggiunge i testi dei risvolti e della quarta pagina di copertina e le
indicazioni di quanti vi lavorarono intorno: traduttori, curatori, prefatori,
illustratori, nonché altre notizie utili o curiose. Ad esempio, apprendiamo che
nella edizione del Signore degli Anelli di Bompiani del 2003, per la prima
volta rivista dopo trent'anni e in cui una équipe della Società Tolkieniana
Italiana effettuò almeno cinquecento fra interventi e correzioni, a causa di un
errore d'impaginazione sono saltate venti righe nel capitolo Molti incontri
della prima parte, mai ripristinate (e sarebbe ora di farlo). Non mancano le
statistiche in forma di grafico, da cui risulta che l'anno che vide più
edizioni tolkieniane è stato il 2000 con venti titoli (fu il momento in cui
Bompiani subentrò a Rusconi), seguito dal 2006 con quattordici, dal 1997 con
tredici e dal 1993 e dal 2002 con dieci. Sono presenti anche gli elenchi di
curatori, illustratori e traduttori, questi ultimi una ventina e Cilli
giustamente nota come ciò abbia portato ad una versione diversa di molti nomi
di persone e luoghi. La discrasia, all'inizio assai fastidiosa, la si sta
cercando di ovviare da quando Bompiani ristampa un po' alla volta i testi editi
in precedenza da altri.