giovedì 13 marzo 2014

Un viaggio in Inghilterra e visita ai luoghi tolkieniani

Lo scorso mese di gennaio, per motivi di lavoro, sono stato in Inghilterra. Tre giorni abbastanza intensi, con diversi impegni, ma nei quali sono riuscito a ritagliare alcuni momenti da dedicare alla mia grande passione: J.R.R. Tolkien. Per ovvi motivi non ho potuto visitare tutti i luoghi legati al professore, così come fatto altre volte, ma ho scelto di ritornare in tre luoghi a me cari.
A Londra, mi sono fermato al civico 40 di Museum Street a pochi passi dal British Museum. Un luogo molto importante è nella vita di Tolkien è, soprattutto, per noi appassionati lettori. In questo palazzo tutto ha avuto inizio. Tra queste pareti, la storia di Bilbo Baggins da racconto “privato” è cresciuto, ed è diventato pubblico.

In questo palazzo avevano sede gli uffici del primo editore inglese di Tolkien, l’Allen and Unwin di Stanley e suo figlio Rayner Unwin. Un posto per me molto evocativo. Guardandolo, ho pensato alle volte che il professore si è recato in questi uffici a incontrare i suoi editori. Le chiacchierate, le proposte, le speranze per la pubblicazione del Silmarillion che in realtà arriverà solo dopo la sua morte.


Seconda tappa, la città di Oxford e due luoghi importanti: il pub Eagle and Child e il Wolvercote Cemetery.
Anche se questa è stata l’ennesima visita alla città universitaria nell’Oxfordshire, ogni volta che il treno giunge nella sua stazione e vedo il cartello Oxford, il cuore batte a mille.


Uscito dalla stazione, percorso Hythe Bridge Street proseguendo per George Street, a sinistra per Magdalen Street e diritto per St. Giles Street.

All’incrocio tra St. Giles Street e Pusey Street, sosta “obbligata” alla libreria Oxfam, dove ho acquistato una seconda edizione americana perfetta con cofanetto di The Lord of the Rings del 1967. Neppure cinquanta metri e la vista è ricaduta su un cartello inequivocabile con impresso un’illustrazione dedicata e la frase “The Eagle and Child. Celebrating J.R.R. Tolkien and The Hobbit”. In questo luogo c’ero stato la prima volta nel 2003, e poi negli anni successivi altre svariate volte, ma l’emozione provata nel varcare la soglia è sempre come uqlle aprovata la prima volta. 
Finalmente arrivo al pub che ospitava, a pranzo ogni martedì, un gruppo di amici molto particolare che annoverava tra le proprie file J.R.R. Tolkien, Charles Walter Stansby Williams (autore de La pietra di Salomone), Clive Staples Lewis (autore de Le Cronache di Narnia), Adam Fox e Christopher Tolkien. Un appuntamento fisso in quel luogo chiamato anche “The Bird and Baby” per via dell'insegna che raffigura il piccolo Ganimede rapito dall'Aquila di Giove. Il gruppo si raccoglieva sotto la sigla "Inklings" con Tolkien che amava anche definirlo "il nostro circolo letterario di poeti di mestiere". Scopo dell'incontro era discutere, leggere i propri scritti e quant'altro avesse a che fare con la loro produzione letteraria, davanti ad una o due pinte di buona birra. Come recita una parte del menù del locale.


Sugli Inklings riporto una lettera del 11 settembre 1967 pubblicata sulla biografia scritta da White "The Image of Man".


«Caro Mr. White, posso darLe una breve spiegazione del nome Inklings: a memoria. Gli Inklings non hanno avuto biografo e C.S. Lewis non era Boswell.

Il nome non fu inventato da C.S.L. (e nemmeno da me). In origine non era che uno scherzo da studenti, che copiava il nome di un club letterario (o di scrittori).


Il fondatore era uno studente dell'University College, di nome Tange-Lean; la data non la ricordo : probabilmente a metà degli anni Trenta. Egli era, penso, più consapevole rispetto alla maggior parte degli studenti del carattere passeggero del loro club e delle loro mode, e aveva l'ambizione di fondare un club che si dimostrasse più duraturo. Comunque, chiese ad alcuni professori di farne parte. C.S.L. era una scelta ovvia e probabilmente all'epoca era insegnante di Tange-Lean (C.S.L. era un Membro dell'University College).


Nell'occasione sia C.S.L., sia io ci iscrivemmo. Il club si riuniva nell'appartamento di T.-L. all'University Collge; la sua regola imponeva ad ogni membro di leggere ad alta voce delle composizioni inedite. L'accordo era che queste sarebbero state sottoposte a critica. Inoltre se il club lo riteneva opportuno una di queste composizioni poteva essere messa ai voti per vedere se era degna di entrare in un registro (Io ero incaricato di tenere questo registro).

Tange-Lean dimostrò di avere ragione. Il club morì subito; nel libro non entrò nulla: ma C.S.L. ed io restammo. Il nome venne poi trasferito (da C.S.L.) a quella cerchia mobile e variabile di amici che si raccoglieva intorno a C.S.L. e si riuniva nel suo appartamento al Magdalen
Benché fosse nostra abitudine leggere ad alta voce composizioni di vario genere (e lunghezza!), questa associazione e questa abitudine sarebbero comunque nate in quel periodo, sia che fosse esistito il club precedente o meno. C.S.L. aveva una vera passione per ascoltare le cose lette ad alta voce, una capacità di memoria per le cose ricevute in quel modo, e inoltre una facilità nella critica estemporanea, caratteristiche che (specialmente quest'ultima) nessuno dei suoi amici condivideva.

Ho definito il nome uno “scherzo”, perché era una trovata gradevolmente ingegnosa a suo modo, che faceva pensare a persone con vaghe idee e inclinazioni abbozzate oltre che pasticciano con l'inchiostro. Potrebbe essere stato suggerito a C.S.L. da Tange-Lean (se studiava con lui); ma non lo ho mai sentito affermare di essere stato lui ad inventare il nome. Inklings è usato, per lo meno in questo paese, molto comunemente nel senso che Lei cita dagli scritti di C.S.L. (ricordo che quando ero studente ci fu, per poco tempo, un club di studenti chiamato “Discus”, che suggeriva un tavolo rotondo da conferenze, e “discuss” era un club in cui si discuteva).
Con i migliori auguri,


Sinceramente Suo. J. R. R. Tolkien.

 


Durante la prima visita, avevo provveduto ad acquistare la tazza e il posacenere del pub. Oggetti non più acquistabili e prodotti da tempo. In questo periodo gli unici “souvenir” disponibili sono delle particolari cartoline prodotte dal pub e dedicate a Tolkien e The Hobbit.


Consumato un ottimo pasto e bevuto della buona birra inglese, ho preso un taxi verso la terza e ultima tappa.


Il Wolvercote Cemetery è in realtà fuori Oxford, lungo la Banbury Road nel sobborgo che gli ha dato il nome. Inaugurato nel 1889, ancora oggi utilizzato, ha visto la sepoltura di oltre quindici mila persone in aree separate e dedicate alla sepoltura di cristiani, ebrei e musulmani e cristiani. Trovano sepoltura anche molti dell’est europeo e russi che non appartengono alle parrocchie di Oxford. 


Qui sono sepolti molti accademici di Oxford come James Murray (1837–1915), lessicografo e filologista, uno dei principali redattori dell'Oxford English Dictionary. Sir Isaiah Berlin (1909–1997), filosofo; il chimico E.J. Bowen (1898–1980); il professore di storia del medioriente, Albert Hourani (1915–1993); la poetessa Elizabeth Jennings; gli storici Peter Laslett (1915–2001) e Eleanor Constance Lodge. Ancora il sinologo scozzese e primo professore di lingua cinese alla Oxford University, James Legge; Dimitri Obolensky, principe russo e professore della Oxford University; John Stokes (1915–1990), preside del Queen's College, Hong Kong e David Patterson (1922-2005), collega di Oxford e studioso ebreo. Nel cimitero è sepolto anche John Francis Reuel Tolkien (1917–2003), primogenito di J.R.R. Tolkien.


La mia visita, percorso il lungo viale e seguendo le indicazioni poste sulla strada, è alla tomba che raccoglie le spoglie del professor J.R.R. Tolkien e di sua moglie Edith.
Sin dalla prima visita del 2003, resto sempre colpito e affascinato dalla semplicità del luogo che li ospita. Bellissima l’iscrizione:

EDITH MARY TOLKIEN
LUTHIEN
1889-1971

JOHN RONALD
REUEL TOLKIEN
BEREN
1892-1973


Il nome Lúthien è stato aggiunto da Tolkien sulla lapide della moglie Edith Bratt, morta due anni prima di lui, mentre sulla sua volle Beren, il mortale innamorato della donna elfa vista ballare nel bosco e che per lui aveva scelto di rinunciare all’immortalità. 


Questa volta, per rispetto, non ho fatto alcuna fotografia al loro luogo di sepoltura né all’interno del cimitero. Ho qui inserito delle foto prese su internet.