Lo scorso 5, 6 e 7 settembre si è tenuto il Mathom, il primo incontro nazionale dei Collezionisti Tolkieniani Italiani. Un evento promosso all'interno del meraviglioso Castello di Barletta e che ha registrato oltre diecimila visitatori in soli tre giorni, confermandosi l'evento italiano principale.
L'incontro è stato promosso da Tolkieniano Collection, in collaborazione con Soronel's Home Page, DAMA Collection, il Greisinger Museum e il gruppo dei Collezionisti Tolkieniani Italiani su Facebook.
Ai diversi appuntamenti hanno preso parte i più importanti collezionisti ed esperti italiani. Non hanno voluto far mancare la propria presenza, anche se non fisica, due miei cari amici che oltre ad essere tra i massimi studiosi della vita e delle opere di Tolkien, sono anche grandissimi collezionisti. Parlo di Christina Scull e Wayne G. Hammond autori d'innumerveoli saggi e curatori di pubblicazioni che non possono mancare sugli scaffali dei collezionisti e soprattutto degli studiosi. Solo per citarne alcuni: J.R.R. Tolkien: Artist andIllustrator (1995); Roverandom (1998); The Lord of the Rings: A Reader's Companion (2005); The J.R.R. Tolkien Companion and Guide (2006); The Lord of the Rings 1954-2004:
Scholarship in Honor of Richard E. Blackwelder (2006), The Art of The Hobbit (2011), The Adventures of Tom Bombadil and Other Verses fromthe Red Book (2014), Farmer Giles of Ham (2014) e The Art of the Lord of the Rings (2015)
Christina e Wayne, su mia richiesta, hanno scritto questa lettera che è stata consegnata ai partecipanti all'incontro di Barletta. Una testimonianza preziosa sulla loro passione e amore per Tolkien. A loro va il mio personale ringraziamento per quanto hanno fatto e continueranno a fare e per l'amicizia che in ogni occasione dimostrano. Date anche uno sguardo al loro interessantissimo sito web.
Buona lettura.
* Quand’è che un
lettore di Tolkien ne diventa anche collezionista? Per Christina, è accaduto
nel 1981, quando la BBC Radio drammatizzò Il
Signore degli Anelli, e i libri di Tolkien esposti nelle librerie di Londra
si dimostrarono per lei una tentazione troppo grande per resistervi. Sebbene
lei possedesse già la prima edizione, acquistata nel 1956 con i risparmi della
paghetta settimanale, ed anche la seconda del 1966, in quel momento iniziò a
riempire i suoi scaffali non solo con edizioni inglesi, ma anche con traduzioni
delle opere di Tolkien che lei non riusciva a capire, ma che riportavano belle
illustrazioni, o copertine artistiche. Inoltre (ed anche questo è un segno
della passione del collezionista di Tolkien) ottenne il permesso dall’editore Rayner
Unwin, della Allen andUnwin, per fotocopiare la collezione di ritagli di
giornale concernenti Tolkien, in loro possesso, creando così una serie di album
di ritagli dai quali, negli anni, abbiamo spesso attinto e che hanno conservato
una fonte importante – poiché Allen and Unwin poté avere a disposizione i
propri ritagli anche con la fusione con Bell Hyman.
La
biblioteca tolkieniana di Wayne, d’altro canto, nacque a metà degli anni ‘60 quando,
per soddisfare una voglia, acquistò d’impulso Lo Hobbit e Il Signore degli
Anelli in brossura assieme al primo libro di Lin Carter su Tolkien. Le
grandi collezioni possono nascere anche da inizi modesti. In quel tempo lontano,
quando non erano ancora disponibili molte opere di Tolkien, una collezione di
tutto rispetto poteva occupare un unico scaffale; oggi le mensole riservate
alla nostra collezione di Tolkien raggiungono una lunghezza di 400 piedi
(N.d.T.: più di 120 metri). Wayne continuò a collezionare quante opere di Tolkien
poté trovare, e la sua collezione prese un indirizzo particolare: supportare la
stesura di una bibliografia dettagliata. Con questo intento (portato a termine
nel 1993) egli fu presentato a Christina: due lettori di Tolkien diventati tra
i maggiori collezionisti, che erano interessati a un approccio bibliografico al
loro autore preferito e che (prima dell’avvento di internet) avrebbero potuto
aiutarsi da un lato all’altro dell’Atlantico per ottenere rispettivamente
edizioni americane o britanniche.
Scoprendo
di aver così tanto in comune, ci siamo sposati nel 1994 unendo, in questo modo,
le nostre collezioni tolkieniane ed il nostro futuro. Questo pubblico conoscerà
certamente i libri che noi stessi abbiamo scritto, i quali vanno ad aggiungersi
alle nostre librerie già affollate – aggiungendo peso alle nostre, e vostre,
mensole già ricolme – ma forse non sapete quanto questi nostri volumi debbano
alla nostra collezione. Non collezioniamo solo per leggere i libri, o per
ammirarli in bell’ordine su una mensola; la nostra biblioteca esiste anche per
essere usata per scopi accademici. Quando abbiamo scritto The Lord of the Rings: A Reader’s Companion o The J.R.R. Tolkien Companion and Guide, raramente c’è capitato di dover
cercare al di fuori dei nostri scaffali, infatti, se ci serviva qualcos’altro, come
un volume su Oxford o Birmingham o sul reggimento di Tolkien durante la Prima
Guerra Mondiale, questo significava che esso meritava di essere aggiunto alla
nostra collezione, e abbiamo spesso colto l’occasione.
A casa abbiamo, in tutto, circa 20.000 libri
accompagnati da centinaia di registrazioni audio e video. Realizzare tutto ciò
in una casa di piccole dimensioni (e di robusta costruzione) è possibile grazie
all’uso fantasioso delle mensole e alla mancanza di bambini e animali. Non
siamo accumulatori seriali, i cui libri coprono finestre o costringono i
proprietari a camminare di traverso tra cataste di volumi: tutte le nostre
collezioni sono ben organizzate. I nostri interessi sono ampli, alcuni sono rampolli
del nostro amore per Tolkien, altri talvolta (ma non sempre) sono in qualche
modo collegati a Tolkien: C.S. Lewis e gli altri Inklings, miti e leggende, l’artista
Pauline Baynes, letteratura infantile, arte ed architettura, stampe e
pubblicazioni, storia antica e medievale. Tra gli altri, Christina ha anche
collezioni su Violet Needham e Diana Wynne Jones, e Wayne su Arthur Ransome e
Sherlock Holmes, mentre, insieme, possediamo i libri di Harry Potter nelle
edizioni inglesi e americane. Comunque, la nostra biblioteca tolkieniana ha la
massima priorità e continua a crescere.
Wayne G. Hammond and Christina Scull
Agosto 2014
*Traduzione in italiano a cura di Greta Bertani
When does a Tolkien reader
become a Tolkien collector? For Christina, it was in 1981, when BBC Radio
dramatized The Lord of the Rings, and displays of Tolkien’s books in London
shops proved too tempting for her to resist. Although she already had the first
edition, bought in 1956 with saved pocket money, as well as the second from
1966, her shelves now began to fill, not only with editions in English but also
translations of Tolkien’s works into languages she does not understand (but
which have interesting illustrations or cover art). Moreover – and here too is
a sign of the Tolkien collector’s passion – she obtained the permission of his
publisher, Rayner Unwin, to photocopy Allen and Unwin’s collection of press
cuttings related to Tolkien, thus creating a series of scrapbooks to which we
have referred frequently over the years and which preserved an important
resource – for Allen and Unwin disposed of their cuttings files when they
merged with Bell Hyman.
Wayne’s Tolkien library, on the other hand, began in the
mid-1960s, when on a whim he bought The Hobbit and The Lord of the Rings in
paperback along with Lin Carter’s first book on Tolkien. But great collections
may come from such small beginnings. At that distant time, when there were not
so many of Tolkien’s works available, a respectable collection could fit on a
single shelf; today, our Tolkien shelves run to more than 400 linear feet.
Wayne proceeded to gather as many of Tolkien’s works as he could find, and
eventually his collecting took a particular aim: to support the writing of a
detailed Tolkien bibliography. It was for that purpose (fulfilled in 1993) that
he was introduced to Christina: two Tolkien readers who had become major
Tolkien collectors, who were interested in a bibliographical approach to their
favourite author and (in pre-Internet days) could help each other across the
Atlantic to obtain American or English editions.
Having discovered that we had much in common, we married in
1994, thus uniting our Tolkien collections and our future. This audience will
know the books we ourselves have produced – adding to the weight on our, and
your, already crowded shelves – but perhaps not the extent to which these are a
product of our Tolkien collection. We do not collect only to read books, or to
admire them sitting neatly on a shelf; our library also exists to be used as
the basis of scholarship. When writing The Lord of the Rings: A Reader’s
Companion or The J.R.R. Tolkien Companion and Guide, we rarely needed to look
past our own shelves – indeed, if we needed something else, such as a book about
Oxford or Birmingham or Tolkien’s regiment in the First World War, clearly it
deserved to be added to our collection, and it often was.
Altogether, we have at home some 20,000 books (and counting),
as well as hundreds of audio and video recordings. This is possible in a house
of modest size (and strong construction) through the imaginative use of
shelving and the lack of children or pets. We are not hoarders, whose books
obscure windows or force the owner to walk sideways between piles of stacked
volumes: all of our collections are well organized. Our interests are
wide-ranging, some of them offshoots of our love of Tolkien, others sometimes
(though not always) with a Tolkien connection: C.S. Lewis and the other
Inklings, myths and legends, the artist Pauline Baynes, children’s literature,
art and architecture, printing and publishing, ancient and medieval history.
Among others, Christina has also collected Violet Needham and Diana Wynne
Jones, and Wayne has collections of Arthur Ransome and Sherlock Holmes, while
together we have the Harry Potter books in both British and American editions.
Our Tolkien library, however, has the highest priority, and continues to grow.
Wayne
G. Hammond and Christina Scull
August
2014
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