Set di nove stampe autorizzate che riproducono tavole dell'artista Cor Blok. Ogni stampa è firmata dall'autore e presenta la data del 7 settembre 2015. Queste opere sono state incluse nel volume L'Arazzo di Tolkien edito da Bompiani nel 2011 per celebrare Cor Blok.
La Contea – Veduta di Lungacque
di Cor Blok
11-12 aprile 1960
138x214 mm
Gouache su carta di seta
Riproduzione autorizzata
Firmata da Cor Blok
La conversazione al Drago Verde di Lungacque, una sera di primavera del cinquantesimo anno di Frodo, mostrò che persino nel cuore della pacifica Contea giungevano remote notizie, che però la maggior parte degli Hobbit non prendeva sul serio. Sam Gamgee sedeva in un angolo vicino al fuoco, e di fronte a lui stava Ted Sabbioso, figlio del mugnaio; parecchi altri Hobbit campagnoli ascoltavano con attenzione la loro conversazione.
«Quante cose misteriose si sentono di questi tempi! Vero?», esclamò Sam.
Il Signore degli Anelli, Libro I, Capitolo 2, L’ombra del passato
Illustrazione presente in L’Arazzo di Tolkien, pagina 60. Annota
Cor Blok:
Interrompendo il quieto sfondo color blu che
pervade l’intero spazio, le dolci ondulazioni delle dimore hobbit e i sentieri
incurvati che le collegano le une alle altre creano un motivo in cui dominano
il verde vivo e il giallo ocra: un ambiente sereno, dove gli abitanti del luogo
possono discutere tranquillamente delle faccende del loro piccolo mondo. Anche se
girava voce che nel mondo estremo fossero accaduti “strani eventi”, al momento,
come osserva Ted Sabbioso “C’è solo un Drago a Lungacque, ed è Verde” (Il Signore degli Anelli, p. 69). Tuttavia,
in primo piano spicca un ponticello che conduce al di fuori del quadro, verso
un Altrove ancora ignoto.
Cavaliere
Nero al traghetto
di Cor Blok
90x181 mm
Gouache su carta di seta
Riproduzione autorizzata
Firmata da Cor Blok
Credettero d'individuare vagamente nella
nebbia, a un paio di passi di distanza, una figura scura ed ammantata.
Il
Signore degli Anelli, Libro
I, Capitolo 5, Una congiura mascherata
Illustrazione presente in L’Arazzo di Tolkien, pagina 64. Annota
Cor Blok:
Persino un evento drammatico può essere
dipinto con la massima “economia di mezzi”. Un’unica barca evoca il fiume
appena attraversato dai tre personaggi sulla destra, la cui posa evoca il
terreno in salita della vicina sponda. Ci si rende conto della distanza che c’è
tra gli Hobbit e il Cavaliere dalla differenza di dimensioni – la figura da cui
proviene la minaccia è in realtà la più piccola. Tutto il resto è lasciato all’immaginazione
dello spettatore.
La
mucca saltò al di là della luna
di Cor Blok
15 maggio 1960
133x192 mm
Gouache su carta di seta
Riproduzione autorizzata
Firmata da Cor Blok
Frodo piroettava e saltellava sul tavolo e
quando per la seconda volta cantò: E la
mucca saltò al di là della Luna, spiccò un balzo per aria. Ma era zompato
con troppa energia: piombò giù con fracasso su un vassoio pieno di boccali e,
scivolando, capitombolò dal tavolo con un sibilo, un rombo, un tonfo e uno
schianto! Il pubblico si sganasciò dalle risate, ma rimase paralizzato dallo
stupore: il cantante era scomparso, svanito d'un tratto, come ingoiato dal
terreno, senza lasciare un buco o una traccia!
Il
Signore degli Anelli, Libro
I, Capitolo 9, All’insegna del Puledro
Impennato
Sul retro Cor Blok ha voluto disegnarmi la
scena di apertura de Lo Hobbit con Gandalf
che arriva a Casa Baggins e trova Bilbo seduto davanti alla porta tonda di Bag
End. Lo schizzo è accompagnato da una dedica “For Oronzo, grazie 1000 l’accoglienza
tanto cordiale!”. Firmato Cor Blok 7/9/15.
Illustrazione presente in L’Arazzo di Tolkien, pagina 73. Cor Blok
annota nel volume come:
La scena è inondata da un’atmosfera di calore
e allegria, evocata dallo sfondo rosso vivo, ma tutti i dettagli dell’interno
del Puledro Impennato sono stati
soppressi – persino le sedie su cui si presume sia seduto il pubblico. Grampasso,
avvolto nel suo mantello nero e con in testa il suo cappello a tesa larga da
ranger, osserva la scenda dallo sfondo (angolo superiore destro del quadro).
Questo dipinto fu riprodotto sulla copertina
della prima edizione economica della traduzione olandese della Compagnia dell’Anello, pubblicata da Het
Spectrum nel 1965.
Il
Guado del Bruinen
di Cor Blok
16 maggio 1960
100x139 mm
Gouache su carta di seta
Riproduzione autorizzata
Firmata da Cor Blok
Giunto alla sommità dell'argine, il cavallo
si fermò e, voltandosi, nitrì ferocemente. Dietro di loro, al bordo dell'acqua,
vi erano Nove Cavalieri, e Frodo si sentì venir meno, vedendo la minaccia
scritta sui loro volti scoperti.
Il
Signore degli Anelli, Libro
I, Capitolo 12, Fuga dal Guado
Illustrazione presente in L’Arazzo di Tolkien, pagina 80. Cor Blok
annota nel volume come:
In questa scena cruciale non accade nulla di
spettacolare. Frodo riesce ad attraversare il fiume sul suo cavallo elfico. I Nove
Cavalieri Neri si preparano a inseguirlo. Per un momento, tutta l’azione si
riduce a suono. Frodo sente la risata agghiacciante e le voci mortali dei suoi
nemici e con un ultimo sforzo tenta di resistere ai richiami di Mordor. Anche da
questo quadro è stato rimosso ogni segno esteriore di drammaticità. I Cavalieri
appaiono come mere ombre immerse nella nebbia, colti in un momento di pausa
prima dell’attacco. Frodo, quasi trasparente, si rannicchia di fronte a loro,
mentre il dolore della ferita divampa con una fiamma rossa.
Il Caradhras
di Cor Blok
126x169 mm
Gouache su carta di seta
Riproduzione autorizzata
Firmata da Cor Blok
Il vento fischiava e la tormenta era
accecante. Persino Boromir avanzava penosamente. Gli Hobbit, quasi piegati in
due, si inerpicavano con fatica dietro ai loro compagni più alti, ed era chiaro
che se la neve continuava non sarebbero stati in grado di proseguire.
Il
Signore degli Anelli, Libro
II, Capitolo 3, L’Anello va a sud
Illustrazione presente in L’Arazzo di Tolkien, pagina 88. Cor Blok
annota nel volume come:
Un
tableau de la troupe della Compagnia
prima che cominci a disintegrarsi. Gandalf e Grampasso guidano il gruppo, Frodo
cammina accanto a loro, apparentemente immerso nei suoi pensieri, seguono quindi
Merry, Pipino e Sami, che volge all’indietro lo sguardo mentre carezza con una
mano la testa di Bill, il pony, per rassicurarlo; poi Legolas con arco e frecce
e Gimli con l’ascia sulle spalle. Boromir funge da retroguardia, ed è l’incarnazione
stessa della vigilanza, pronto a suonare l’attacco o la ritirata – e giustamente,
poiché la Compagnia potrebbe essere osservata da spie di ogni genere al servizio
di Sauron. Anche l’ambiente naturale le si rivolta contro, in lontananza si può
vedere il Caradhras tempestare i Nove Viandanti di neve per impedire loro di
valicare le montagne. Alla fine, saranno costretti a prendere la via
sotterranea attraverso le miniere di Moria.
Gli
Ent marciano su Isengard
di Cor Blok
11-18 settembre 1960
142x206 mm
Gouache su carta di seta
Riproduzione autorizzata
Firmata da Cor Blok
Poco dopo videro la fila che marciava
avvicinandosi: gli Ent avanzavano a due a due con ritmo cadenzato, e
discendevano il pendio nella loro direzione. Barbalbero era in testa, seguito
da una cinquantina di compagni che tenevano il passo e battevano il tempo
percuotendosi il fianco con una mano. Quando furono vicini, si poté scorgere il
bagliore lampeggiante nei loro occhi.
Il
Signore degli Anelli, Libro
III, Capitolo 4, Barbalbero
Illustrazione presente in L’Arazzo di Tolkien, pagina 106.
Gandalf
racconta le sue avventure
di Cor Blok
18 settembre 1960
170x193 mm
Gouache su carta di seta
Riproduzione autorizzata
Firmata da Cor Blok
Disperato com'ero, il mio nemico era l'unica
speranza che avessi, e lo inseguii afferrandogli le caviglie. Così mi condusse dopo molto tempo nei segreti
passaggi di Khazad-dûm, che conosceva sin troppo bene. Poi continuammo a
salire, sempre più in alto, e giungemmo all'Interminabile Scala»
Il
Signore degli Anelli, Libro
III, Capitolo 5, Il cavaliere bianco
Illustrazione presente in L’Arazzo di Tolkien, pagina 108. Cor
Blok annota nel volume come:
Gandalf ri-vive le sue avventure a Moria
mentre le racconta a Legolas, Aragorn e Gimli. I ricordi dell’inseguimento del
Balrog, su per l’interminabile Scala, attraverso le gallerie scavate da “esseri
senza nome” più vecchi di Sauron stesso, che “giù, molto più giù dei più
profondi scavi dei Nani… rodono la terra” (Il
Signore degli Anelli, p. 553), si agitano all’interno del corpo stesso. Il suo
cappello a punta sostituisce la cima di Celebdil, dove Gwaihir, il Re dei Venti
l’aveva trovato disteso, derelitto, nudo e quasi moribondo, e l’aveva raccolto
per portarlo a Lothlorien.
Le
scale di Citith Ungol
di Cor Blok
20 novembre 1960
112x120 mm
Gouache su carta di seta
Riproduzione autorizzata
Firmata da Cor Blok
Gollum li guardò a lungo. Una strana
espressione passò sul suo scarno viso affamato. Il bagliore nei suoi occhi
sbiadì, rendendoli opachi e grigi, vecchi e stanchi. Come colto da uno spasimo
di dolore si allontanò, scrutando le tenebre in direzione del valico, scuotendo
il capo: pareva in preda a una lotta interiore. Poi tornò indietro, e
allungando lentamente una mano tremante sfiorò il ginocchio di Frodo; più che
un tocco era una carezza. Per un attimo fugace, se uno dei dormienti l'avesse
potuto vedere, avrebbe avuto l'impressione di mirare un vecchio Hobbit stanco,
logorato dagli anni che lo avevano trascinato assai oltre il suo tempo, lungi
dagli amici e dai parenti, dai campi e dai fiumi della giovinezza, ormai
nient'altro che un vecchio e pietoso relitto.
Il
Signore degli Anelli, Libro
IV, Capitolo 8, Le scale di Cirith Ungol
Illustrazione presente in L’Arazzo di Tolkien, pagina 131. Cor
Blok annota nel volume come:
Questa scena, forse la più toccante di tutto Il Signore degli Anelli, è anche un
episodio cruciale della storia. Se Gollum decidesse di non tradire il “Padrone”
dovrebbe rinunciare alla ricerca del suo “Tesoro” e Frodo non riuscirebbe a
distruggere l’Anello (come in effetti accadrà nel momento critico) tenendolo
per sé e consegnando pertanto se stesso e l’interra Terra di Mezzo nelle mani
di Sauron. Sono il risveglio prematuro di Sam e la sua reazione sgarbata a
Gollum, che gli pare intento a “frugare il suo padrone” (Il Signore degli Anelli, p. 779) a porre fine ai sentimenti
migliori di Gollum e a permettergli di adempiere alla sua “missione”. Per il
momento, in Gollum prevale ancora la tenerezza. L’attenzione si concentra sul
lungo braccio sottile e la mano di Gollum, che si allungano per toccare il
ginocchio di Frodo. Un po’ di luce cade sui volti degli esausti Hobbit immersi
nel sonno. Tutto il resto si ritrae nell’ombre – persino il paesaggio assume un
aspetto quasi pacifico, onirico. Quasi ci si dimentica che si tratta di Mordor.
I
Nazgul a Minas Tirith
di Cor Blok
Dicembre 1959
212x151 mm
Gouache su carta di seta
Riproduzione autorizzata
Firmata da Cor Blok
Sorvolano incessantemente la Città come
avvoltoi in attesa della loro razione di carne umana.
Il
Signore degli Anelli, Libro V,
Capitolo 4, L’assedio di Gondor
Illustrazione presente in L’Arazzo di Tolkien, pagina 138.