Scritto 2 gennaio 2009
Una delle più importanti invenzioni tolkieniane, è di certo quello del popolo degli Hobbit.
Tutti conoscono il momento della loro nascita quando, ed è lo stesso Tolkien a raccontarlo, impegnato nella correzione di alcuni compiti, su una pagina lasciata in bianco gli venne di scrivere "in un buco del terreno viveva un Hobbit".
Questa frase, semplice all'apparenza, ha dato il via a tutto il mondo della Terra di Mezzo che oggi conosciamo e amiamo.
Una delle più importanti invenzioni tolkieniane, è di certo quello del popolo degli Hobbit.
Tutti conoscono il momento della loro nascita quando, ed è lo stesso Tolkien a raccontarlo, impegnato nella correzione di alcuni compiti, su una pagina lasciata in bianco gli venne di scrivere "in un buco del terreno viveva un Hobbit".
Questa frase, semplice all'apparenza, ha dato il via a tutto il mondo della Terra di Mezzo che oggi conosciamo e amiamo.
La parola Hobbit è apparsa pure nel secondo supplemento dell’Oxford English Dictionary, nel 1976 con la seguente nota: «Nei racconti di J.R.R. Tolkien, esemplari di un popolo immaginario, una varietà minore della razza umana, che si sono dati da soli questo nome (che significa abitatore di buchi), ma che erano chiamati anche mezz’uomini, poiché la loro altezza era la metà di un uomo normale»
Dalla lettura delle Lettere (La Realtà in Trasparenza, Bompiani, a cura di H. Carpenter), sappiamo che neppure lo stesso Tolkien conosceva l'origine di quella parola. Dopo la pubblicazione de Lo Hobbit nel 1937, molti lettori scrissero a Tolkien alcuni chiedendogli la provenienza del termine, altri citando opere letterarie che presentavano la parola Hobbit
Dalla lettura delle Lettere (La Realtà in Trasparenza, Bompiani, a cura di H. Carpenter), sappiamo che neppure lo stesso Tolkien conosceva l'origine di quella parola. Dopo la pubblicazione de Lo Hobbit nel 1937, molti lettori scrissero a Tolkien alcuni chiedendogli la provenienza del termine, altri citando opere letterarie che presentavano la parola Hobbit
Alcuni pensano che il nome venne scelto da Tolkien perché ricordava la parola Rabbit. Molti passi della storia di Bilbo, descrivono stati d'animo o comportamenti tenuti da Bilbo che ricordano quelli del roditore.
Altri sono convinti che Tolkien nella sua adolescenza abbia letto le fiabe che avevano come personaggio un certo Habit. L'Observer, pubblicò nel 1938n una lettera a firma di Habit, che chiedeva a Tolkien se non avvesse conosciuto queste storie e apprezzate al punto da rielaborarne il termine che oggi conosciamo.
Una conferma, alle tante ipotesi sull'origine è data dallo stesso Tolkien, che in una intervista dice: «La parola “Hobbit” può avere qualche legame con il nome “Babbitt” di Sinclair Lewis… “Babbitt” ha la stessa mediocrità borghese che hanno gli Hobbit. Il suo mondo è lo stesso, un luogo limitato». Libro pubblicato nel 1922.
Questa premessa mi serve per raccontare delle piccole curiosità "scoperte", poco note, girando sulla rete e tra alcuni libri.
Diversi i casi, ma andiamo con ordine premettendo che il tutto rientra nella pura curiosità tolkieniana.
Altri sono convinti che Tolkien nella sua adolescenza abbia letto le fiabe che avevano come personaggio un certo Habit. L'Observer, pubblicò nel 1938n una lettera a firma di Habit, che chiedeva a Tolkien se non avvesse conosciuto queste storie e apprezzate al punto da rielaborarne il termine che oggi conosciamo.
Una conferma, alle tante ipotesi sull'origine è data dallo stesso Tolkien, che in una intervista dice: «La parola “Hobbit” può avere qualche legame con il nome “Babbitt” di Sinclair Lewis… “Babbitt” ha la stessa mediocrità borghese che hanno gli Hobbit. Il suo mondo è lo stesso, un luogo limitato». Libro pubblicato nel 1922.
Questa premessa mi serve per raccontare delle piccole curiosità "scoperte", poco note, girando sulla rete e tra alcuni libri.
Diversi i casi, ma andiamo con ordine premettendo che il tutto rientra nella pura curiosità tolkieniana.
Un Hobbit nel 1808?
Facendo alcune ricerche, mi è capitato di trovare una rivista settimanale dal titolo "The Port Folio", pubblicata a Philadelphia nei primi anni dell'ottocento.
Esattamente nel numero 10 del 3 settembre 1808, a pag. 711 (i numeri sono in continuo con i numeri precedenti) è riportato un pezzo dal titolo "Curious enumeration of Scotch song. To Sandy O'Er the Lee." a firma di Willie Winkie.
Il pezzo è una sorta di simpatica carrellata di titoli di musiche scozzesi. Tra le righe si legge: "...and when She came ben she hobbit, and introduced us to Maggy Lauder, Mary Gray Ec. Ec. not forgetting the Bonny wee thing; ...". (vedi figura 1. e Il testo è possibile vederlo a questo indirizzo (qui).
La parola Hobbit, seppur stampata correttamente sulla rivista, in realtà ha un errore. Il titolo esatto della musica citata è "She came ben she bobbit". Il testo di questa canzone è stato pubblicato nella raccolta di David Herd, "Ancient and Modern Scottish Songs" del 1776 ma la melodia è notevolmente più vecchia. Il brano si basa su un tipo di danza del XV sec.
La conferma viene da un altro testo, del 1822, stampato a Edimburgo e dal titolo " The Scoth Haggis, consisting of curious and rare articles of literature with a colleztion of epitaphs and inscriptions, original and selected". Nel presente volume è riportato il testo "Curious enumeration of Scotch song. To Sandi OìYer the Lee.", a pagina 192 dove il titolo della musica è corretto. (vedi qui).
Facendo alcune ricerche, mi è capitato di trovare una rivista settimanale dal titolo "The Port Folio", pubblicata a Philadelphia nei primi anni dell'ottocento.
Esattamente nel numero 10 del 3 settembre 1808, a pag. 711 (i numeri sono in continuo con i numeri precedenti) è riportato un pezzo dal titolo "Curious enumeration of Scotch song. To Sandy O'Er the Lee." a firma di Willie Winkie.
Il pezzo è una sorta di simpatica carrellata di titoli di musiche scozzesi. Tra le righe si legge: "...and when She came ben she hobbit, and introduced us to Maggy Lauder, Mary Gray Ec. Ec. not forgetting the Bonny wee thing; ...". (vedi figura 1. e Il testo è possibile vederlo a questo indirizzo (qui).
La parola Hobbit, seppur stampata correttamente sulla rivista, in realtà ha un errore. Il titolo esatto della musica citata è "She came ben she bobbit". Il testo di questa canzone è stato pubblicato nella raccolta di David Herd, "Ancient and Modern Scottish Songs" del 1776 ma la melodia è notevolmente più vecchia. Il brano si basa su un tipo di danza del XV sec.
La conferma viene da un altro testo, del 1822, stampato a Edimburgo e dal titolo " The Scoth Haggis, consisting of curious and rare articles of literature with a colleztion of epitaphs and inscriptions, original and selected". Nel presente volume è riportato il testo "Curious enumeration of Scotch song. To Sandi OìYer the Lee.", a pagina 192 dove il titolo della musica è corretto. (vedi qui).
Ultime curiosità su questo articolo che è chiaramente un modo divertente di giocare con i titoli delle musiche, ballate o poesie scozzesi. Ad esempio, il titolo si conclude con "To Sandy O'Er the Lee." e si apre con "Dear Sandy". "Sandy..." è infatti una famossisima melodia di origine anglo-scozzese (qui) e la firma dell'articolo, "Willie Winkie" è la poesia scozzese Well Willie Winkie (vedi qui).
Il termine Hobbit nel 1835 e nel 1855!
Altra curiosità trovata su internet durante alcune "ricerche", è la presenza del termine Hobbit in alcuni volumi del 1835 e 1855. Entrambi i volumi sono legati ad argomenti legali.
Nel 1835...
Il primo caso è presente sul volume "Reports of Case Argued and Determined in the Courts of Exchequer and Exchequer Chamber" volume 1, edito a Londra nel 1835.
A pagina 711 si legge, prima, "...but it appeared that the malt had been sold by the hobbit, and not by the legal measure." e poi "In Tyson v. Thomas (d), it was held, that a contract for the sale of corn by this measure of the hobbit could not be enforced in an action at law." Nel primo caso si parla di malto e nel secondo di mais. Oltre alle due immagini qui riprodotte potete vedere l'intero testo qui.
Nel 1855
Altra curiosità trovata su internet durante alcune "ricerche", è la presenza del termine Hobbit in alcuni volumi del 1835 e 1855. Entrambi i volumi sono legati ad argomenti legali.
Nel 1835...
Il primo caso è presente sul volume "Reports of Case Argued and Determined in the Courts of Exchequer and Exchequer Chamber" volume 1, edito a Londra nel 1835.
A pagina 711 si legge, prima, "...but it appeared that the malt had been sold by the hobbit, and not by the legal measure." e poi "In Tyson v. Thomas (d), it was held, that a contract for the sale of corn by this measure of the hobbit could not be enforced in an action at law." Nel primo caso si parla di malto e nel secondo di mais. Oltre alle due immagini qui riprodotte potete vedere l'intero testo qui.
Nel 1855
Altro caso, sempre in capo legale.
Nel volume "Reports of Cases Argued and Determined in the Supreme Court of Ohio" edito nel 1858 a Cleveland, a pagina 40 si legge "...Western Hallway Co., and Hobbit v. Same, 13 Jurist 659, and 4 Exch. Rep. (Welsby, Hurlstone and Gordon)...".
Il termine rientra nelle pagine dedicate a "The City Of Cincinnati v. Leverett G. Stone And Medad W. Stone" del 1855. In questa occasione, invece è citato un caso tra un Sig./Sign.ra Hobbit contro un Sig./Sig.na Same.
Di seguito l'immagine e qui il testo.
Nel volume "Reports of Cases Argued and Determined in the Supreme Court of Ohio" edito nel 1858 a Cleveland, a pagina 40 si legge "...Western Hallway Co., and Hobbit v. Same, 13 Jurist 659, and 4 Exch. Rep. (Welsby, Hurlstone and Gordon)...".
Il termine rientra nelle pagine dedicate a "The City Of Cincinnati v. Leverett G. Stone And Medad W. Stone" del 1855. In questa occasione, invece è citato un caso tra un Sig./Sign.ra Hobbit contro un Sig./Sig.na Same.
Di seguito l'immagine e qui il testo.