Il desiderio più grande per un
collezionista tolkieniano è sicuramente quello di avere nella propria collezione
un libro o una lettera firmata da J. R.
R. Tolkien. Tutti però sanno quanto sia difficile entrar in possesso di un
oggetto simile vista l’esigua disponibilità. In questi miei venti anni di
collezionismo ho sempre desiderato poter avere qualcosa appartenuta a Tolkien e
poco tempo fa, grazie a una serie di fortuite e fortunate coincidenze, sono
riuscito a portare nella mia collezione tre libri appartenuti a Tolkien (The
Dark Ages, Troilus
and Cryseide e Smith
of Wootton Major) e due lettere autografe del 1939 entrambe
indirizzate al poeta e amico Alan Rook. Questa di Tolkien del 6 maggio e una di
Edith, sua moglie.
Lettera autografa di J. R. R. Tolkien ad Alan Rook
6 maggio 1939
Oxford
Scritta Fronte/Retro
La lettera
Premetto che ho modificato le
immaggini poiché la lettera è ancora inedita. Si tratta di un cartoncino (140x85
mm) scritto fronte retro con penna stilografica di colore nero.
Sul fronte: In alto al centro
FROM PROFESSOR TOLKIEN, 20 NORTHMOOR ROAD,
OXFORD. TEL. 5380
Presenta due leggere macchie di forma circolare, probabilmente a causa di tazzine da caffè o tè.
Sul retro: la stampa “THE POSTCARD”
con un segno di cancellatura a penna.
Il testo
Tolkien scrisse ad Alan Rook il 6 maggio 1939, dispiaciuto per non essere stato, con la moglie, disponibile a vedersi il sabato dopo la messa poiché l’ora si era fatta tarda. Tolkien sottolineava il piacere suo e di sua moglie Edith a fargli visita a casa e passare momenti in allegria rimandando a un giorno che sarebbe stato successivamente definito poiché, come tante famiglie, gli impegni erano molti. La lettera si conclude con i saluti e la firma di Tolkien
Alan Rook
Alan Rook, classe 1909, è nato a
Ruddington, nel Nottinghamshire, ed è stato educato a Uppingham, dove studiò
economia su volontà del padre, e poi a Oxford, dove si trasferì alla fine degli
anni Trenta per studiare Antico Inglese e Letteratura. Nel 1936 fu il curatore
dell’Oxford Poetry, la
stessa pubblicazione che nel 1915 compre la poesia Goblin
Feet di Tolkien. Durante
la seconda guerra mondiale prestò servizio nella Royal Artillery e nel 1942
ottenne il grado di Maggiore. Fu tra i Cairo
poets. In Egitto, durante il secondo conflitto mondiale, si ebbe una forte
concentrazione di poeti del Cairo. Prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale,
al Cairo vi era un gruppo letterario di letterati e docenti universitari che,
duramte la guerra si ritrovò all’interno dell’esercito inglese che, nel periodo
tra il 1942 e il 1944, diedero vita a due filoni letterari e in alcune pubblicazioni.
C’era il gruppo Personal Landscape fondata da Robin Fedden, Larence Durrell e Bernard Spencer, che si concentrava attorno all’omonima
pubblicazione, e il gruppo Salamander che produsse la serie di antologie
Oasis. Poeti come G. S. Fraser e Terence Tiller erano in entrambi
i gruppi, mntre Keith Douglas appartenne al primo e John Gawsworth, John Waller
e Alan Rook al secondo (Cfr. Reilly).
Al rientro dalla guerra, nel1944,
dopo avergli riconosciuto l’invalidità di guerra, rilevò l’azienda di famiglia,
Skinner and Rooks, che commerciava
vini e il negozio alimentare Clumber in Nottingham Street, Oxford. Visse
poi a Wootton Hall, per poi trasferirsi a Stragglethorpe Hall, dove visse fino
alla sua morte avvenuta nel 1990.
Rook e la famiglia Tolkien
L’amicizia con Tolkien e sua
moglie Edith durò diversi anni. Oltre alla lettera qui presentata, il 21 aprile
1943, Tolkien scrisse a Rook per ringranziarlo del libro These Are My Comrades
(1943) che gli aveva regalato ricordando le piacevoli giornate passate con Rook
prima della guerra e dicendogli che di tanto in tanto riceveva sue notizie
dalla moglie di Joseph Wright. Nella lettera, Tolkien scrisse anche che un
giorno sperava che fosse lui a dipingere una “grande immagine”, promettendogli
di mandargli una storia che aveva scritto l’anno precedente nello stesso
periodo. La storia a cui si riferiva era molto probabilmente quella di "Foglia"
di Niggle (contenuta in Albero
e foglia) che nel settembre 1962 scrisse a sua zia Jane Neave che fu
stata «scritta (penso) poco prima che cominciasse la [Seconda] guerra
[Mondiale], benché l’abbia letta ad alta voce ai miei amici agl’inizii del
1940» (Lettere,
n. 241) e che nella nota introduttiva di Tree
and Leaf del 1964
ricordò di averla scritta nel periodo compreso tra il 1938 e il 1939.
Dalle lettere in mio possesso,
così come quella già citata, emerge che la famiglia Tolkien ricevesse notizie
di Rook dalla moglie di Joseph Wright. Elizabeth Mary Lea (1863–1958) fu non
solo la moglie di Wright ma anche co-autore di molti dei suoi manuali e grammatiche,
e collaborò con il marito al The English
Dialect Dictionary (1896-1905). Nel 1934 l’Università di Leeds le conferì
la laurea honoris causa in Lettere.
Nel 1932 scrisse la biografia di suo marito pubblicato in due volumi The Life of Joseph Wright (Oxford
University Press). Nel secondo volume, sono riportati alcuni estratti di una
lettera che Tolkien scrisse a Joseph Wright il 26 gennaio 1925 – poco tempo
dopo che questi lasciò l’incarico di professore di Filologia comparata dell’Università
di Oxford – nella quale inviava i suoi migliori auguri e rivelava che le sue
opere lo avevano introdotto alla filologia come uno scolaro. Dopo la morte di
Joseph Wright, nel 1930, Tolkien fu indicato anche tra gli esecutori testamentari.
È bene ricordare di come, nel 1908-1909, Tolkien acquistò Primer of the Gothic Language di Joseph Wright e ne rimase
folgorato. Poi Wright divenne il suo tutor in Filologia comparata e non solo gl’indicò
la strada incoraggiandolo nei suoi studi, ma gl’insegnò soprattutto la
disciplina. Tolkien rimase colpito e affascinato dall’entusiasmo di Wright per
il linguaggio e questo non potè che contagiarlo.
Rook gli Inklings e C. S. Lewis
Nella seconda metà degli anni
Trenta nacque l’amicizia di Rook con alcuni membri degli Inklins, il circolo
letterario di Tolkien, Lewis e altri oxoniensi.
«Di tanto in tanto mi fu chiesto di unirmi agli Inklings, non ricordo se da Lewis, ma certamente da Nevill Coghill o Ronald (J.R.R.) Tolkien. Non ci sono mai andato. Mi sarei sentito fuori luogo. Erano tutti professori, più grandi di me, e allora, come oggi, non mi piacevano i ritrovi letterari. Forse avrei dovuto andarci. Probabilmente ho perso molte belle chiacchierate.» (Schofield 13)
Anche se non vi prese mai parte,
tra i suoi affetti personali, vi è una scatola di sigarette in argento sul
quale sono incisi alcuni nomi degli Inklings, tra cui quello di Tolkien.
«Prima della seconda guerra mondiale, C. S. Lewis invitò ripetutamente Rook e un altro studente a intrattenersi, mangiando un dolce, in discussioni filosofiche nelle stanze del Magdalen College. Discussioni che duravano anche tutta la notte fino alle 5 del mattino. Le discussioni erano molto stimolanti, così come le conclusioni (che Rook non ricorda più). Con Rook, Lewis era puramente intellettuale, seriamente logico e un amico di profonde riflessioni. “Ci ha utilizzato come un foglio." Una volta Lewis gli ha detto, "Rook, pensi di un me medievalista e studioso. Stai commettendo un erroe. Io non sono niente del genere. Sono un macellaio, un rozzo e brutale uomo”». (Lindskoog 129; Schofield 13)
A riprova del vero legame tra i
due, nel 2010 furono messi all’asta due documenti. Il primo fu una lettera
inedita di Lewis, datat 23 novembre 1937, cin rispostra ad una nota di Rook
sulla poesia. Lewis offrì le sue opinioni sulla poesia e i poeti tra cui Auden
e Wordsworth su due intere pagine. Scrisse Lewis:
«La differenza tra Banfield e Richards non è terminologica, ma dipende dalla differenza delle loro filosofie che si escludono a vicenda. Per Banfield la mente è immateriale e il piacere è quello di transizione verso una nuova vita, strettamente analoga sul piano mentale per il piacere sessuale su quello fisico... sono d'accordo che Auden in un primo momento ha mostrato un genio poetico di primissimo ordine, che è stato progressivamente viziato da una sciocchezza. Questo è uno delle mie principali rimostranze contro la poetolatry* moderna.» (Schulson 19).
Il termine poetolatry,
fu coniato proprio da Lewis nel 1936 che significa l’eccessivo culto o religiosità dei poeti.
Il secondo, sempre una lettera di
Lewis a Rook, dove l’autore de Le
cronache di Narnia, espose la sua «completa filosofia della religione, la
fede e lo stato del genere umano», con particolare riferimento alla «capacità
del poeta di perseguire l’obiettivo».
Bibliografia
consigliata
Lindskoog Kathryn
Ann, C. S. Lewis: Mere Christian, Harold
Shaw Publishers, 1987.
Reilly
Catherine W., English
Poetry of the Second World War A Biobibliography, G. K. Hall and Co.,
1986
Schofield Stephen
et alii, In Search of C.S. Lewis, Bridge Logos Publ., 1983.
Schulson David,
David Schulson Autographs
CATALOG 146 October 2010.
Scull
Christina, Hammond Wayne G., The
J. R. R. Tolkien Companion and Guide: Chronology, HarperCollins, 2006.