Era ora! Dopo ben quindici anni dall'ultima ristampa la Bompiani, ora passata sotto le insegne del gruppo Giunti, ha deciso di riportare nelle librerie uno dei più importanti e fondamentali testi "di" Tolkien: Le Lettere.
La prima edizione inglese
Alla fine degli anni Settanta, Humphrey Carpenter decise, dopo aver pubblicato la biografia ufficiale nel 1977, di raccogliere le lettere che, nell'arco temporale che Tolkien inviò ad amici, editori, lettori e soprattutto ai propri familiari. Il lavoro non fu di certo facile per il biografo ufficiale di Tolkien ma, l'aver lavorato alla biografia a stretto contatto con la famiglia e con molte di quelle persone che avevano avuto modo di conoscere il professore, gli permise di raccogliere un numero di lettere spropositato.:
Aiutato dal figlio di Tolkien, Christopher, nominato dal padre esecutore letterario, cominciò una selezione tra le centinaia e centinaia di lettere perché
Tolkien dedicava allo scrivere una gran quantità di tempo: non solo al suo lavoro accademico e alle storie della Terra–di–mezzo, ma anche alle lettere. Molte di queste erano lettere d’affari, ma in ogni caso scrivere lettere era una delle sue attività preferite. Di conseguenza esistono moltissime lettere di Tolkien; e quando, con l’aiuto di Christopher Tolkien, ho cominciato a lavorare a questa selezione ci è apparso ovvio che avremmo dovuto scartare un’enorme quantità di materiale e includere solo le lettere di particolare interesse. (Carpenter 2001, p. 5)
E così, nel 1981, per la gioia di studiosi e lettori, arrivò il volume The Letters of J.R.R. Tolkien per i tipi della George Allen and Unwin, gli storici editori de Lo Hobbit e del Signore degli Anelli. Un volume che volutamente vide una selezione ben mirata che prediligeva alcuni contenuti su altri:
Tra quelle omesse, c’è una gran quantità di lettere che lui scrisse fra il 1913 e il 1918 a Editb Bratt, che fu sua fidanzata e diventò poi sua moglie; si tratta di lettere molto personali, dalle quali ho scelto solo alcuni brani che si riferiscono a opere che Tolkien all’epoca era impegnato a scrivere. Del periodo tra il 1918 e il 1937 rimangono poche lettere, che non contengono tracce (purtroppo) del lavoro di Tolkien al Silmarillion e allo Hobbit che proprio in quel periodo stava scrivendo. Ma dal 1937 in avanti la serie di lettere non si interrompe che verso la fine della sua vita, dando, spesso molto dettagliatamente, un resoconto della stesura del Signore degli Anelli e dei successivi ritocchi al Silmarillion e comprendendo spesso lunghe considerazioni sul significato dei suoi lavori. (Ibid)
Un lavoro non di poco conto che Carpenter poté affrontare grazie al supporto di Christopher:
Il lavoro è stato così suddiviso tra me e Christopher Tolkien. Io ho raccolto e trascritto tutte le lettere e ne ho fatto una prima selezione; lui ha discusso la selezione e la trascrizione e ha suggerito alcune correzioni che in seguito abbiamo discusso insieme e adottato con qualche modifica. Abbiamo ritenuto poi necessario ridurre considerevolmente il testo, per motivi di spazio; anche in questo caso, io ho proposto quali tagli apportare, lui ha valutato i miei suggerimenti e insieme abbiamo deciso cosa fare. Anche per quanto riguarda le note, io ho scritto il testo originario, lui ha valutato quello che io avevo fatto e ha aggiunto alcune informazioni. Il libro, nella sua versione finale, riflette quindi il mio gusto e il mio giudizio piuttosto che i suoi, ma è anche il risultata finale di un lavoro comune; e io sono molto grato a Christopher Tolkien per avermi concesso molte ore di tempo e per avermi guidato e incoraggiato. (Ivi, p. 6-7)
La prima edizione italiana e l’arrivo di Bompiani
La Rusconi, che deteneva la maggior parte dei diritti sulle pubblicazione di Tolkien in Italia, diede alle stampe nel 1990 la prima edizione delle lettere con il titolo La realtà in trasparenza. Lettere 1914-1973 affidando la traduzione a Cristina De Grandis e l’illustrazione di copertina al grande Piero Crida autore, tra le tante, delle copertine per il Signore degli Anelli del 1970 e 1977.
Nel 1997, Rusconi utilizzò delle copie in magazzino per farne una “nuova” edizione che nuova non fu. Infatti l’unica novità fu la sovraccoperta, illustrata da Luca Michelucci, che rivestiva il volume del 1990 così come è possibile vedere nella pagina dei diritti nella quale si riporta ancora l’anno 1990.
Con il passaggio da Rusconi a Bompiani, nel 2001 si ebbe la prima edizione in brossura con sovraccoperta che riporta in copertina una foto scattata a Tolkien da Pamela Chandler negli anni Sessanta. Questa edizione vide una sola ristampa nel 2002 e poi, per ben quindici anni, il nulla assoluto per la “gioia” di lettori, studiosi e collezionisti. Tutta la storia di queste edizione, comprese le testimonianze di Crida e della De Grandis, è possibile leggerla nel volume Tolkien e l’Italia, pubblicato nel 2016 dalla casa editrice Il Cerchio di Rimini.
La nuova edizione Bompiani e le novità
Oggi, finalmente, sappiamo che la Bompiani pubblicherà il prossimo 3 gennaio 2018 una nuova edizione. Il giorno di pubblicazione non è stato scelto a caso, anche se dubito fortemente che sia stata un’iniziativa della casa editrice piuttosto una sorta di “imbeccata”, poiché il 3 gennaio è il giorno in cui è nato Tolkien e, da tempo su iniziativa della Tolkien Society UK, si festeggia con il Tolkien Birthday Toast che prevede alle ore 21.00 un semplice brindisi dedicato a The Professor!.
Ma la notizia che maggiormente interessa è quella che non si tratterà solo di una semplice ristampa ma di una vera e propria ritraduzione del testo a cura di Lorenzo Gammarelli, traduttore di altri testi tolkieniani come la seconda prefazione di Tolkien presente nel Signore degli Anelli pubblicata a partire dal 2003.
L'editore così lo presenta:
L'editore così lo presenta:
In queste lettere emergono vividi tutti gli aspetti della vita di Tolkien: professore attento, filologo meticoloso, scrittore disponibile con i lettori e sprezzante con i critici, geniale inventore di lingue, padre presente e preoccupato, marito devoto, nipote affettuoso. Creatore di una mitologia e di storie che appassionano lettori di tutto il mondo, ma anche uomo del suo tempo, che viveva, conosceva e frequentemente commentava la realtà che lo circondava. Dall'ascesa del nazismo in Germania alla Seconda guerra mondiale, dagli accordi di Yalta alla bomba atomica, i suoi giudizi, spesso velati da riferimenti alle sue storie, sono sempre acuti e interessanti.
La domanda che nasce spontanea è se la Bompiani ha scelto di tradurre l’edizione delle Lettere del 1990 oppure di “aggiornala” a quella del 1999 giacché, proprio in quell’anno, i due massimi biografi di Tolkien Christina Scull e Wayne Hammond, produssero un indice più esteso che fu inserito nelle “nuove” edizioni inglesi.
È chiaro che dalla nuova edizione ci si aspetti moltissimo e questo anche alla luce del tempo passato dalla prima traduzione del 1990. Giusto per fare degli esempi:
-. l’uniformità dei titoli dei lavori di Tolkien: On Fairy-Stories fu tradotto dalla De Grandis Sulle storie fantastiche (lettera 165 p. 249) anziché Sulle Fiabe così come apparso in Albero e Foglia del 1976 tradotto da Francesco Saba Sardi.
-. refusi: divesa anziché diversa (lettera 5, p. 14); coppie dello Hobbit anziché copie dello Hobbit (lettera 19, p. 33); attezione (lettera 33 p.48) anziché attenzione; Dovebbero (lettera 45, p. 64) anziché Dovrebbero; Ariele Calibano (lettera 64, p. 90) anziché Ariele a Calibano; imbattutto (lettera 84, p. 112) anziché imbattuto; William (lettera 89, p. 118) anziché Williams perché il riferimento è a Charles Williams; Celembrimor (lettera 96, p. 128) anziché Celebrimbor sbagliato ben due volte di seguito;
-. errori: Unwin mandò a Tolkien un estratto della lettera di un lettore (lettera 26, p. 39) qui in realtà si riferisce a un parere di lettura, un report, di un lettore della casa editrice a cui fu affidato il manoscritto di C.S. Lewis; il titolo del racconto di Chaucer, Nun's Priest's Tale tradotto in Racconto della monaca del prete (lettera 32, p. 47) anziché Il racconto del cappellano delle monache e sempre proseguendo nella stessa lettera, Monk's Tale tradotto Novella del Monaco anziché Il Racconto del Monaco; disquisizione su Offa di Angel (lettera 96, p. 126) anziché disquisizione su Offa degli Angli.
E questi sono solo per citarne alcuni – la minima parte direi.
Ultima curiosità, che di certo verrà svelata con la pubblicazione del testo, è quella di sapere se, come nelle edizioni inglese, olandese e spagnola, ci sarà nella prima pagina disponibile la riproduzione della lettera a Charles Furth della Allen and Unwin, datata 4 Febbraio 1938.
Edizione olandese |
Edizione spagnola* |
Staremo a vedere e di certo non mancherà un’approfondita recensione come è giusto che sia. Nel frattempo non ci resta che preordinarlo:
*Ringrazio il caro amico Daniel Alejandro Penagos Betancur per la fotografia dell'edizione spagnola venduta in Colombia.