Gli elfi? I genietti
dell’aria!
Nell’edizione de “Lo Hobbit” edita da Bompiani nel
1987 con un appendice didattica curata da Sergio Bitossi, sono presenti delle
note a piè di pagina di aiuto alla lettura per i giovani studenti.
A pag. 5 (Cap. 1), nel discoso iniziale tra Bilbo e
Gandalf, alla parola elfi è annotata la seguente definizione:
elfi: genietti dell’aria, propri della mitologia
germanica, che abitavano per lo più nella foresta.
Lo Hobbit o la riconquista del Tesoro
Edizione Bompiani, Milano 1987, pp. 322
Appendice didattica di Sergio Bitossi
Qui puoi vedere il libro.
Questioni di J.
Sulla prima edizione olandese della Compagnia dell’Anello (De Reisgenoten) del 1956 edita dalla Spectrum, il nome dell’autore che compare in copertina è J.J.R. Tolkien anziché J.R.R. Tolkien.
Sulla prima edizione olandese della Compagnia dell’Anello (De Reisgenoten) del 1956 edita dalla Spectrum, il nome dell’autore che compare in copertina è J.J.R. Tolkien anziché J.R.R. Tolkien.
In
De Ban Van De Ring
De Reisgenoten
Edizione Spectrum, Utrecht/Antwerpen 1956, pp. 467
Qui puoi vedere il libro.
Parole al vento!
In una lettera scritta da Tolkien il 3 luglio 1956
indirizzata a Rayner Unwin (n. 190 de “La realtà in trasparenza”), il
professore scrive il proprio dissenso sulla prima versione olandese del SdA.
Tolkien, infastidito dalla scelta degli olandesi di
tradurre tutti i nomi, risponde con una lunga lettera sottolineando la sua
contrarietà a tale scelta.
In un passo della lettera scrive “la strada giusta
per usare la prima mappa è quella di cambiare il suo titolo in Een Deel von The
Shire e basta” in quanto il traduttore olandese aveva riportato sulla mappa Een
Deel von de Gouw.
Ebbene, nella prima edizione olandese del 1956,
quella con il nome errato di Tolkien in copertina, a pagina 28 riporta la mappa
della Contea con la scritta Een Deel von de Gouw.
In
De Ban Van De Ring
De Reisgenoten
Edizione Spectrum, Utrecht/Antwerpen 1956, pp. 467
Margherita II di
Danimarca
La principessa Margherita nacque a Copenaghen il 16
aprile 1940, da Federico IX di Danimarca e Ingrid di Svezia. Visto che suo
padre a quel tempo era anche re dell'Islanda, alla principessa fu anche dato il
nome islandese di Þórhildur.
Oggi è l'attuale Regina e Capo di Stato danese. A
lei sono riconosciute e acclamate doti pittoriche, e ha tenuto diverse mostre
dei suoi lavori. Le sue opere sono state usate per l'edizione danese de The
Lord of the Rings, pubblicata nel 1977 e ristampata nel 2002. Ha anche preso
parte, viste le sue conoscenze linguistiche, alla traduzione danese de The Lord
of the Rings.
Il Signore degli Anelli a fumetti di Bermejo 1: I numeri
Nel 1979, la Rizzoli junior pubblicò il Signore
degli Anelli a fumetti, con l’adattamento di Nicola Cuti e la traduzione di
Gaetano Salinas, che termina all’inizio del Libro Secondo della Compagnia
dell’Anello (Fuga al Guado).
Nel 1980 e 1981, la stessa casa editrice pubblicò
il secondo episodio, che termina con la partenza di Frodo e Sam (FOTR Libro
secondo, capitolo X, “La Compagnia si scioglie”) e il terzo episodio che trova
conclusione davanti alle scale di Cirith Ungol (TTT Libro secondo, capitolo
VIII, “Le scale di Cirith Ungol”). Ebbene, al contrario del primo episodio
(1979), sulla copertina sono riportate la dicitura “Secondo episodio” e “Terzo
episodio” e sul dorso sono riportate rispettivamente due e tre stelline ad
indicare la successione del racconto.
Inoltre sul secondo e terzo episodio non sono
riportati nel frontespizio interno i nomi dell’adattore e del traduttore, bensì
nella pagina dei diritti dove oltre ai due trova spazio il nome del disegnatore
Luis Bermejo assente nel primo episodio.
Qui puoi vedere i libri.
Il Signore degli
Anelli a fumetti di Bermejo 2: Le edizioni nel mondo.
Rispondendo ad una domanda di un amico tolkieniano
sulla pubblicazione dei tre volumi de Il Signore degli Anelli a fumetti della
Rizzoli, riporto alcune news sulle edizioni apparse in europa.
Le info e le foto sono tratte da uno dei siti
internet più importanti dedicati al mondo del collezionismo tolkieniano http://www.tolkienlibrary.com/.
Quando pensiamo alle opere di Tolkien
"tradotte" in fumetto, la mente corre subito a Lo Hobbit disegnato da
David Wenzel pubblicato in Italia da Rusconi prima e Bompiani poi.
Ma molto prima dell'uscita del volume di Wenzel,
sugli scaffali italiani trovarono posto, rispettivamente nel 1979, 1980 e 1981,
tre fumetti ispirati al Signore degli Anelli di Luis Bermejio.
Tre volumi, che non corrispondono affatto ai tre
volumi (vedi mia descrizione qui),
ispirati al film di Ralph Bakshi così come accennato nell'edizione pubblicata
in Olanda.
Anche secondo TolkienLibrary, è "difficile
trovare tutta le informazioni sul quando e sul come sono stati pubblicati. I
primi fumetti probabilmente hanno visto la luce in Italia nel 1979, 1980 e nel
1981." E' sicuro che "sono stati pubblicati almeno in Spagna, in
Finlandia, in Olanda, in Germania, in Danimarca e in Svezia e probabilmente in
altri paesi (ma mai fuori dall'Europa). La maggior delle edizioni, anche quando
non in lingua italiana, sono state stampate in Italia.
Negli Stati Uniti questi fumetti non sono stati
pubblicati per via dei alcuni problemi relativi ai diritti. E' sicuro anche che
non sono stati mai realmente pubblicati in lingua inglese.
A parte questo, sono gli unici fumetti ufficiali
basati su Il Signore degli Anelli che abbiano ottenuto la lincenza dalla
Tolkien Enterprises. L'artista, Luis Bermejo, era di origine spagnola."
Guarda qui l'articolo
originale e le copertine delle diverse edizioni.
Un Hobbit ...
dell'ottocento
Una delle più importanti invenzioni tolkieniane, è
di certo quello del popolo degli Hobbit.
Tutti conoscono il momento della loro nascita quando, ed è lo stesso Tolkien a raccontarlo, impegnato nella correzione di alcuni compiti, su una pagina lasciata in bianco gli venne di scrivere "in un buco del terreno viveva un Hobbit".
Tutti conoscono il momento della loro nascita quando, ed è lo stesso Tolkien a raccontarlo, impegnato nella correzione di alcuni compiti, su una pagina lasciata in bianco gli venne di scrivere "in un buco del terreno viveva un Hobbit".
Questa frase, semplice all'apparenza, ha dato il
via a tutto il mondo della Terra di Mezzo che oggi conosciamo e amiamo.
La parola Hobbit è apparsa pure nel secondo supplemento
dell’Oxford English Dictionary, nel 1976 con la seguente nota: «Nei racconti di
J.R.R. Tolkien, esemplari di un popolo immaginario, una varietà minore della
razza umana, che si sono dati da soli questo nome (che significa abitatore di
buchi), ma che erano chiamati anche mezz’uomini, poiché la loro altezza era la
metà di un uomo normale»
Dalla lettura delle Lettere (La Realtà in Trasparenza, Bompiani, a cura di H. Carpenter), sappiamo che neppure lo stesso Tolkien conosceva l'origine di quella parola. Dopo la pubblicazione de Lo Hobbit nel 1937, molti lettori scrissero a Tolkien alcuni chiedendogli la provenienza del termine, altri citando opere letterarie che presentavano la parola Hobbit
Dalla lettura delle Lettere (La Realtà in Trasparenza, Bompiani, a cura di H. Carpenter), sappiamo che neppure lo stesso Tolkien conosceva l'origine di quella parola. Dopo la pubblicazione de Lo Hobbit nel 1937, molti lettori scrissero a Tolkien alcuni chiedendogli la provenienza del termine, altri citando opere letterarie che presentavano la parola Hobbit
Alcuni pensano che il nome venne scelto da Tolkien
perché ricordava la parola Rabbit. Molti passi della storia di Bilbo,
descrivono stati d'animo o comportamenti tenuti da Bilbo che ricordano quelli
del roditore.
Altri sono convinti che Tolkien nella sua adolescenza abbia letto le fiabe che avevano come personaggio un certo Habit. L'Observer, pubblicò nel 1938n una lettera a firma di Habit, che chiedeva a Tolkien se non avvesse conosciuto queste storie e apprezzate al punto da rielaborarne il termine che oggi conosciamo.
Una conferma, alle tante ipotesi sull'origine è data dallo stesso Tolkien, che in una intervista dice: «La parola “Hobbit” può avere qualche legame con il nome “Babbitt” di Sinclair Lewis… “Babbitt” ha la stessa mediocrità borghese che hanno gli Hobbit. Il suo mondo è lo stesso, un luogo limitato». Libro pubblicato nel 1922.
Questa premessa mi serve per raccontare delle piccole curiosità "scoperte", poco note, girando sulla rete e tra alcuni libri.
Altri sono convinti che Tolkien nella sua adolescenza abbia letto le fiabe che avevano come personaggio un certo Habit. L'Observer, pubblicò nel 1938n una lettera a firma di Habit, che chiedeva a Tolkien se non avvesse conosciuto queste storie e apprezzate al punto da rielaborarne il termine che oggi conosciamo.
Una conferma, alle tante ipotesi sull'origine è data dallo stesso Tolkien, che in una intervista dice: «La parola “Hobbit” può avere qualche legame con il nome “Babbitt” di Sinclair Lewis… “Babbitt” ha la stessa mediocrità borghese che hanno gli Hobbit. Il suo mondo è lo stesso, un luogo limitato». Libro pubblicato nel 1922.
Questa premessa mi serve per raccontare delle piccole curiosità "scoperte", poco note, girando sulla rete e tra alcuni libri.
Diversi i casi, ma andiamo con ordine premettendo che il tutto rientra nella pura curiosità tolkieniana.
Un Hobbit nel 1808?
Facendo alcune ricerche, mi è capitato di trovare
una rivista settimanale dal titolo "The Port Folio", pubblicata a
Philadelphia nei primi anni dell'ottocento.
Esattamente nel numero 10 del 3 settembre 1808, a
pag. 711 (i numeri sono in continuo con i numeri precedenti) è riportato un
pezzo dal titolo "Curious enumeration of Scotch song. To Sandy O'Er the Lee." a firma di Willie
Winkie.
Il pezzo è una sorta di simpatica carrellata di
titoli di musiche scozzesi. Tra
le righe si legge: "...and when She came ben she hobbit, and
introduced us to Maggy Lauder, Mary Gray Ec. Ec. not forgetting the Bonny wee
thing; ...". (vedi figura 1. e Il testo è possibile vederlo a questo
indirizzo (qui).
La parola Hobbit, seppur stampata correttamente
sulla rivista, in realtà ha un errore. Il titolo esatto della musica citata è
"She came ben she bobbit". Il testo di questa canzone è stato
pubblicato nella raccolta di David Herd, "Ancient and Modern Scottish
Songs" del 1776 ma la melodia è notevolmente più vecchia. Il brano si basa
su un tipo di danza del XV sec.
La conferma viene da un altro testo, del 1822,
stampato a Edimburgo e dal titolo " The Scoth Haggis, consisting of
curious and rare articles of literature with a colleztion of epitaphs and
inscriptions, original and selected". Nel presente volume è riportato il
testo "Curious enumeration of Scotch song. To Sandi OìYer the Lee.",
a pagina 192 dove il titolo della musica è corretto. (vedi qui).
Ultime curiosità su questo articolo che è
chiaramente un modo divertente di giocare con i titoli delle musiche, ballate o
poesie scozzesi. Ad esempio, il titolo si conclude con "To Sandy O'Er the
Lee." e si apre con "Dear Sandy". "Sandy..." è infatti
una famossisima melodia di origine anglo-scozzese (qui)
e la firma dell'articolo, "Willie Winkie" è la poesia scozzese Well
Willie Winkie (vedi qui).
Il termine Hobbit
nel 1835 e nel 1855!
Altra curiosità trovata su internet durante alcune "ricerche", è la presenza del termine Hobbit in alcuni volumi del 1835 e 1855. Entrambi i volumi sono legati ad argomenti legali.
Altra curiosità trovata su internet durante alcune "ricerche", è la presenza del termine Hobbit in alcuni volumi del 1835 e 1855. Entrambi i volumi sono legati ad argomenti legali.
Nel 1835...
Il primo caso è presente sul volume "Reports
of Case Argued and Determined in theCourts of Exchequer & Exchequer
Chamber" volume 1, edito a Londra nel 1835.
A pagina 711 si legge, prima, "...but it appeared that the malt had been sold by the hobbit, and not by the legal measure." e poi "... it was held, that a contract for the sale of corn by this measure of the hobbit could not be enforced in an action at law." Nel primo caso si parla di malto e nel secondo di mais. Oltre alle due immagini qui riprodotte potete vedere l'intero testo qui.
A pagina 711 si legge, prima, "...but it appeared that the malt had been sold by the hobbit, and not by the legal measure." e poi "... it was held, that a contract for the sale of corn by this measure of the hobbit could not be enforced in an action at law." Nel primo caso si parla di malto e nel secondo di mais. Oltre alle due immagini qui riprodotte potete vedere l'intero testo qui.
Nel 1855
Altro caso, sempre in capo legale.
Nel
volume "Reports of Cases Argued and Determined in the Supreme Court of
Ohio" edito nel 1858 a Cleveland, a pagina 40 si legge "...Western
Hallway Co., and Hobbit v. Same, 13 Jurist 659, and 4 Exch. Rep. (Welsby,
Hurlstone & Gordon)...".
Il
termine rientra nelle pagine dedicate a "The City Of Cincinnati v.
Leverett G. Stone And Medad W. Stone" del 1855. In questa
occasione, invece è citato un caso tra un Sig./Sign.ra Hobbit contro
un Sig./Sig.na Same.
Di seguito l'immagine e qui il testo.
Di seguito l'immagine e qui il testo.
Scarsa attenzione!
Sulla prima aletta de “The Fellowship of the Ring”,
“The Two Towers” e de “The Return of the King”, 2° edizione, 12° impressione,
1980 editi da George Allen and Unwin si ritrovano degli errori di battitura che
potevano essere evitati.
Nella 18° riga si legge “…as seriously Malory.” e
nella 30° “Spenser, Malroy, Ariosto…”. Non si capisce se ci si riferisce a due
persone (Malory e Malroy) oppure si pensava a qualcos’altro mentre si
preparavano le lastre!
Da wiki leggiamo che
"Sir Thomas Malory (Newbold Revel, 1405 - 1416 – 14 marzo 1471) è stato
uno scrittore inglese, autore di Le Morte d'Arthur. Il suo cognome è stato
scritto anche Maillorie, Mallory e Maleore e viene dal francese antico maleüré,
sfortunato." A leggere l'edizione di cui sopra mi sa proprio che gli si
addice!
“The
Fellowship of the Ring”, “The Two Towers” e “The Return of the King”
Edizione George Allen and Unwin, Londra 2° ed. 12°
imp. 1980
Qui puoi vedere il libri.
Il Signore degli
Anelli o Lo Hobbit?
La sovraccoperta del volume “Il Signore degli
Anelli” edizione illustrata da Alan Lee e pubblicata da Bompiani nell’ottobre
2003 con la “traduzione riveduta e aggiornata in collaborazione con la Società
Tolkieniana Italiana” (come riporta la rossa fascetta) riporta un errore
sfuggito a tantissimi.
Leggendo la scritta in alto (quella in runico su
sfondo dorato) riportata sulla sovraccoperta partendo dalla seconda aletta
interna ci si accorge subito che la frase riportata non è quella che descrive
“Il Signore degli Anelli” ma bensì quella de “Lo Hobbit”.
La frase riportata è esattamente quella riportata
nella cornice della prima edizione de “Lo Hobbit” del 1937 disegnata dallo
stesso J.R.R. Tolkien.
La frase è la seguente (le coppie di lettere in
grassetto rappresentano un solo carattere runico):
THE HOBBIT OR THERE AND
BACK
AGAIN
BEING THE RECORD OF A YEARS
JOURNEY
MADE BY BILBO BAGGINS
OF
HOBBITON COMPILED FROM
HIS
MEMOIRS BY J R R TOLKIEN
AND
PUBLISHED BY GEORGE
ALLEN
AND UNWIN LTD
Altro piccolo errore (dovuto ad un refuso), nella
pagina dei diritti si legge che “La Mappa della Contea è stata realizzata da
Francesco Bisara”. Il cognome dell’illustratore è in realtà Bisaro.
Il Signore degli Anelli
Illustrato da Alan Lee
Edizione Bompiani, Milano 1° ed. ottobre 2003
Qui puoi vedere il libro.
Le rune e le
sovraccoperte
L’edizione de “The Lord of the Rings” illustrata da
Alan Lee è apparsa in diversi paesi mantenendo quasi sempre la stessa linea
grafica.
In Inghilterra e in Francia l’edizione è molto
simile, ad esempio l’immagine della sovraccoperta è lo stesso disegno di
Alan Lee /cambia solo il formato dove il secondo è poco più grande del primo).
In Norvegia non è stata prevista la sovraccoperta e le dimensioni sono ancora
più ridotte.
In Svezia lo sfondo anziché bianco, come Francia,
Inghilterra o Norvegia, è nero, così come l’edizione italiana.
Tutte sono accomunate però dalla stessa scritta in
runico riportata in una cornice dorata sulla sovraccoperta (tranne in Italia
dove la scritta erroneamente riporta quello de “Lo Hobbit” così come illustrato
sopra), tranne la Svezia.
Infatti l’editore svedese ha abbellito la
sovraccoperta non con la frase runica riportata sull’edizione anglosassone,
bensì con la frase dell’Anello (Un Anello per domarli ecc…) ripetuta più volte.
Qui mi sa che c’è lo zampino di Sauron!
Härskarringen
Illustrato da Alan Lee
Edizioni Norstedts, 2002
Qui puoi vedere il libro.
Questioni di S
Sulle edizioni de “The Fellowship of the Ring”,
“The Two Towers” e de “The Return of the King” pubblicate in Cina, nella pagina
dei diritti (che nei libri cinesi corrisponde alla nostra seconda pagina
interna) dopo tutta una sfilza di caratteri cinesi è riportata l’unica frase
occidentale in riferimento al titolo originale del libro scritto da Tolkien:
The Lord of the Ring.
Manca una esse. Probabilmente in Cina preferiscono
“Il Signore dell’Anello”.
Mo Jie Shou Bu Qu (Mo Jie Xian Shen, Shuang Cheng
Qi Mou' e Whang Zhe Zai Lin)
Edizioni Linking, Taiwan 2001
Qui puoi vedere i libri.
Alan Li?
L’edizione de “Lo Hobbit” pubblicata in Serbia da
Solaris nel 2002 è, al contrario delle altre edizioni pubblicate nel resto
d’Europa, illustrata da un certo Alan Li.
Probabilmente un cugino lontano di Alan Lee!
Hobit
Illustrato da Alan Li
Edizione Solaris, Belgrado 2002
Qui puoi vedere il libro.
Sally Oldfield
Sally Oldfield, sorella del più famoso Mike (autore
della splendida “Moonlight Shadow”), è una grande appassionata tolkieniana. Nel
1978 incise il disco “Water Bearer” per la Bronze Records Ltd. Dove sul lato A
trova posto la pregevole “Songs of the Quendi”.
La particolarità, oltre alle musiche e alla
stupenda voce di Sally, è data dai rigraziamenti presenti sul retro del disco,
dove si legge che “Quotations from “Lord of the Rings” and “The Silmarillion”
by J. R. R. Tolkein…”. Un errore che si ritrova in moltissime opere dedicate al
mondo creato dal Professore.