Il Silmarillion
illustrato da Ted Nasmith
di J.R.R. TOLKIEN
A cura di Christopher Tolkien
Nuova edizione italiana a cura di Marco Respinti
Traduzione DI Francesco Saba Sardi
Bompiani, Milano, 2004, pp. 446
Illustrazione di copertina di Ted Nasmith
Rilegato con sovraccoperta
Note di copertina
Il Silmarillion, iniziato nel 1917 e la cui elaborazione è stata proseguita da Tolkien fino alla morte, rappresenta il tronco da cui si sono diramate tutte le sue successive opere narrative. "Opera prima", dunque (ma anche "ultima", e di tono assai diverso, ben più elevato delle altre), essa costituisce il repertorio mitico di Tolkien, quello da cui è derivata, direttamente o indirettamente, la filiazione delle sue favole, da Lo Hobbit a Il Signore degli Anelli, da Il Cacciatore di Draghi ai racconti di Albero e Foglia. Si tratta di un'opera che, nella vasta produzione di Tolkien, occupa una posizione di primato, non soltanto temporale, ma anche e soprattutto tematica e formale.
Vi si narrano gli eventi della Prima Era, alla quale di continuo si rifanno, come a un necessario antecedente e a una chiave interpretativa, i personaggi e le avventure de Il Signore degli Anelli. I tre Silmaril, nucleo simbolico della narrazione, la cui perdita e tentata riconquista costituiscono lo schema della vicenda, sono gemme tenute in altissimo conto dagli Elfi, ma concupite anche da Melkor-Morgoth, primo Signore Oscuro, perché contengono la Luce dei Due Alberi di Valinor distrutti dall'avversario. Vera e propria mitologia, Il Silmarillion, che comprende cinque racconti legati come i capitoli di un'unica "storia sacra", narra la parabola di una caduta: dalla "musica degl'inizi", il momento cosmogonico, alla guerra, eroica quanto disperata, di Elfi e Uomini contro il Nemico. L'ultimo dei racconti costituisce l'antecedente imediato de Il Signore degli Anelli, sorta di prefazione elaborata nei toni epici che caratterizzano tutto quel grande "pentateuco" che è Il Silmarillion. Il quale non è un romanzo né una favola, bensì un'opera unica nel suo genere, forse l'unico tentativo coerente, compiuto in tempi recenti, di costruire un vero e proprio edificio mitico imperniato sulla fondamentale antitesi tra brama di possesso e poteri creativi, tra amore per la bellezza suprema e volontà di dominio, insomma tra "essere" e "avere": un'antitesi cantata nel linguaggio, sublime e semplice insieme, che è proprio dell'antico epos. Mai pubblicato vivente l'autore per la sua qualità di work in progress, Il Silmarillion ha visto la luce grazie all'opera paziente del figlio dell'autore, Christopher, che ha compiuto un attento lavoro di ricerca e collazione sui manoscritti lasciati dal padre.
Marco Respinti
Indice
Premessa
Prefazione alla seconda edizione, di Christopher Tolkien
Da una lettera di J.R.R. Tolkien a Milton Waldman
Ainulindalë
Valaquenta
Quenta Silmarillion
Dell'Inizio dei Giorni
Di Aulë e Yavanna
Della venuta degli Elfi e della cattività di Melkor
Di Thingol e Melian
Di Eldamar e dei Principi degli Eldalië
Di Fëanor e della liberazione di Melkor
Dei Silmaril e delle inquietudini dei Noldor
Dell'Oscuramento di Valinor
Della fuga dei Noldor
Dei Sindar
Del Sole, della Luna e dell'Occultamento di Valinor
Degli Uomini
Del ritorno dei Noldor
Del Beleriand e dei suoi Territori
Dei Noldor nel Beleriand
Di Maeglin
Della venuta degli Uomini nell'Occidente
Della rovina del Beleriand e della morte di Fingolfin
Di Beren e Lúthien
Della Quinta Battaglia: Nirnaeth Arnoediad
Di Túrin Turambar
Della rovina del Doriath
Di Tuor e della caduta di Gondolin
Del Viaggio di Eärendil e della Guerra d'Ira
Akallabêth
Degli Anelli del Potere e della Terza Era
Tabelle
I. La Casa di Finwë
II. I discendenti di Olwë ed Elwë
III. La Casa di Bëor
IV e V. La Casa di Hador e la Gente di Haleth
La scissione degli Elfi
Note sulla pronuncia
Indice dei nomi
Appendice
Elementi che compongono i nomi Quenya e Sindarin
Nota del curatore italiano