Le Lettere
di Babbo Natale
di J.R.R. Tolkien
A cura di Baillie Tolkien
Edizione italiana a cura di Marco Respinti
Bompiani, Milano, 2004, pp. 112
Illustrazione di copertina di J.R.R. Tolkien (non
attribuita)
Rilegato con sovraccoperta
Note di
copertina
La pia leggenda narra che attorno all'Anno del
Signore 280 a Parara, nei pressi di Myra, nell'attuale Turchia, nacque un tale
a cui fu messo nome Nicola. Pietoso e gentile di animo, si dice abbia un dì
distribuito ai poveri e agl'indigenti tutte le abbondanti ricchezze del
patrimonio di famiglia, per poi errare solo soletto nelle campagne ed assistere
bisognosi e ammalati. Nicola consacrò la propria esistenza al servizio di Dio
e, giovanissimo, divenne vescovo di Myra. Durante le persecuzioni scatenate dall'imperatore
Diocleziano, fu esiliato e conobbe persino il carcere, ma nel 325 non mancò
all'importantissimo Concilio di Nicea. Quando Nicola morì, nel 343, si diffuse
immediatamente un culto popolare che lo voleva patrono dei bambini.
Sulla figura di questo Uomo del Natale si concentra
anche una lunga serie di simbologie precristiane. Il 25 dicembre come nascita
di Gesù Cristo è - si sa - una convenzione che la Chiesa cattolica ha scelto
appositamente per inserirsi (sovrapporsi e inculturarsi) in un tempo forte già
presente nel calendario di un numero di popoli sia mediterranei sia
nordeuropei.
In Tolkien, l'intersezione fra la nascita
precristiana del sole e l'avvento cristiano del Figlio di Dio è ripresa nella
parentela fra Babbo Nicola Natale (il figlio) e Nonno Yule (il padre), il
secondo che origina il primo e il primo che dà senso pieno al secondo. Del
resto, il Babbo Natale tolkieniano testimonia nel proprio nome scritto per
intero come "Santa Claus" possa sussistere soltante alla luce del
Natale cristiano, giacché Nicola fu santo di Colui che si festeggia la notte di
quel Natale che in inglese, del tutto esplicitamente, si chiama Christmas.
Marco Respinti
Indice
Introduzione
Lettere
di Babbo Natale