Il Silmarillion
di
J.R.R. Tolkien
A
cura di Christopher Tolkien
Traduzione
di Francesco Saba Sardi
Mondolibri
(su licenza RCS), Milano, 2000, pp. 454
Illustrazione
di copertina di Caspar David Friedrich, Mist in the Elbe Valley, c. 1821
Rilegato
con sovraccoperta
Note di copertina
Il
Silmarillion, iniziato nel 1917 e la cui elaborazione è stata proseguita da
Tolkien fino alla morte, rappresenta il tronco da cui si sono diramate tutte le
sue successive opere narrative. "Opera prima", dunque (ma anche
"ultima", e di tono assai diverso, ben più elevato delle altre), essa
costituisce il repertorio mitico di Tolkien, quello da cui è derivata,
direttamente o indirettamente, la filiazione delle sue favole, da Lo Hobbit a
Il Signore degli Anelli, da Il Cacciatore di Draghi ai racconti di Albero e
Foglia. Si tratta di un'opera che, nella vasta produzione di Tolkien, occupa
una posizione di primato, non soltanto temporale, ma anche e soprattutto
tematica e formale. Vi si narrano gli eventi della Prima Età, alla quale di
continuo si rifanno, come a un necessario antecedente e a una chiave
interpretativa, i personaggi e le avventure de Il Signore degli Anelli. I tre
Silmaril, nucleo simbolico della narrazione, la cui perdita e tentata
riconquista costituiscono lo schema della vicenda, sono gemme tenute in
altissimo conto dagli Elfi, ma concupite anche da Melkor-Morgoth, primo Signore
delle Tenebre, perché contengono la Luce dei Due Alberi di Valinor distrutti
dall'Avversario. Vera e propria mitologia i cui modelli ideali vanno ricercati
nella tradizione celtica altomedievale, Il Silmarillion, che comprende cinque
racconti legati come i capitoli di un'unica "storia sacra", narra la
parabola di una caduta: dalla "musica degli inizi", il momento
cosmogonico, alla guerra, eroica quanto disperata, di Elfi e Uomini contro
l'Avversario. L'ultimo dei racconti costituisce l'antecedente immediato del
Signore degli Anelli, sorta di prefazione elaborata nei toni epici che
caratterizzano tutto quel grande "pentateuco" che è Il Silmarillion.
Il quale non è un romanzo né una favola, bensì un'opera unica nel suo genere,
forse l'unico tentativo coerente, compiuto in tempi recenti, di costruire un vero
e proprio edificio mitico imperniato sulla fondamentale antitesi tra brama di
possesso e poteri creativi, tra amore per la bellezza suprema e volontà di
dominio, insomma tra "essere" e "avere": un'antitesi
cantata nel linguaggio, sublime e semplice insieme, che è proprio dell'antico
epos. Mai pubblicato vivente l'autore per la sua qualità di work in progress,
Il Silmarillion ha visto la luce grazie all'opera paziente del figlio
dell'autore, Christopher, che ha compiuto un attento lavoro di ricerca e
collazione sui manoscritti lasciati dal padre.
Indice
Prefazione, di Christopher Tolkien
Ainulindalë «La musica degli Ainur»
Valaquenta «Novero dei Valar»
Novero dei Valar e dei Maiar secondo la
tradizione degli Eldar
I Valar
I Maiar
I Nemici
Quenta Silmarillion «La storia dei
Silmaril»
I. L'Inizio dei Giorni
II. Aulë e Yavanna
III. L'avvento degli Elfi e la cattività
di Melkor
IV. Thingol e Melian
V. Eldamar e i Principi degli Eldalië
VI. Fëanor e la liberazione di Melkor
VII. I Silmaril e le agitazioni dei
Noldor
VIII. L'Ottenebramento di Valinor
IX. La fuga dei Noldor
X. I Sindar
XI. Il Sole, la Luna e l'Occultamento di
Valinor
XII. Gli Uomini
XIII. Il ritorno dei Noldor
XIV. Il Beleriand e i suoi regni
XV. I Noldor del Beleriand
XVI. Maeglin
XVII. L'avvento degli Uomini in Occidente
XVIII. La rovina del Beleriand e
l'uccisione di Fingolfin
XIX. Beren e Lúthien
XX. La Quinta Battaglia, Nirnaeth
Arnoediad
XXI. Túrin Turambar
XXII. La rovina del Doriath
XXIII. Tuor e la caduta di Gondolin
XXIV. Il viaggio di Eärendil e la Guerra
d'Ira
Akallabêth - La caduta di Númenor
Gli Anelli del Potere e la Terza Età, in
cui questi racconti giungono alla loro conclusione
Nota del traduttore
Tabelle
I. La Casa di Finwë
II. I discendenti di Olwë ed Elwë
III. La Casa di Bëor
IV e V. La Casa di Hador e la Gente di
Haleth
La scissione degli Elfi
Indice dei nomi
Nota sulla pronuncia
Appendice: Etimi dei nomi Quenya e Sindarin