Questa
edizione è una piccola rarità che non può di certo mancare in una collezione che
punta a non caratterizzarsi solo ed
esclusivamente con libri e oggetti ispirati alla trilogia jacksoniana.
Il
volume in questione è una edizione del 1924 che riporta il primo lavoro
pubblicato da J.R.R. Tolkien e apparso per la prima volta nel 1915 all’interno
della raccolta “Oxford Poetry”: Goblin Feet.
La
pubblicazione è certamente particolare anche perché l’autore de Il Signore
degli Anelli e de Lo Hobbit è menzionato sempre come TOLKEIN. Infatti l’errore
è presente all’inizio nei “Contents”, in calce alla poesia e nell’indice.
Il
libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1922 da Basil Blackwell. Anche
se il libro non fornisce una data certa della pubblicazione, il 1922 può essere
assunto da diverse fonti come gli elenchi dei cataloghi della British Library.
È stato ristampato nel 1924 e nel 1929.
È stato ristampato nel 1924 e nel 1929.
I
primi due versi di questa poesia, appaiono nella biografia di Humprey Carpenter,
mentre i versi II, III e IV sono presenti in Tolkien and the Great War.
La
poesia è stata anche stampata ne Lo Hobbit annotato da Douglas A. Anderson.
Fifty New Poems for
Children
An Anthology Selected
From Books Recently
Basil Blackwell, Oxford
1°
edizione 1922, 2° ristampa 1924
Copertina
rigida
Illustrazione
di copertina di CT Nightingale
Goblin Feet by J.R.R.
Tolkein
Vedi
pp.26-27.
GOBLIN FEET
I AM off down the
road
Where the fairy
lanterns glowed
And the little pretty
flitter-mice are flying :
A slender band of
grey
It runs creepily away
And the hedges and
the grasses are a-sighing.
The air is full of
wings,
And of blundering
beetle-things
That warn you with
their whirring and their humming.
O ! I hear the tiny
horns
Of enchanted
leprechauns
And the padding feet
of many gnomes a-coming
O ! the lights : O !
the gleams : O ! the little tinkly
sounds :
O ! the rustle of
their noiseless little robes :
O ! the echo of their
feet — of their little happy feet :
O ! their swinging
lamps in little starlit globes.
I must follow in
their train
Down the crooked
fairy lane
Where the
coney-rabbits long ago have gone.
And where silverly
they sing
In a moving moonlit
ring
All a- twinkle with
the jewels they have on.
They are fading round
the turn
Where the glow-worms
palely burn
And the echo of their
padding feet is dying !
O ! it's knocking at
my heart —
Let me go ! O ! let
me start !
For the little magic
hours are all a-flying.
O ! the warmth ! O !
the hum ! O ! the colours in the
dark!
O ! the gauzy wings
of golden honey-flies !
O ! the music of
their feet — of their dancing goblin feet I
O ! the magic ! O !
the sorrow when it dies.
J.
R. R. TOLKEIN
Notizie
aggiuntive su questo volume appaiono ne Lo Hobbit Annotato da Douglas A.
Anderson, Bompiani 2004, 2° edizione.
“Gli
animaletti indicati al terzo rigo sono pipistrelli. I leprechauns (piccoli
maghi), gli gnomi e gli orchi in questa poesia sembrano essere familiari un
tipo di fatine. Nel primo volume della History, The book of Lost Tales Part
one, Christopher Tolkien sottolinea (p.32) che nel 1971 suo padre disse di
"Goblin Feet", "spero che tutte le piccole cose brutte che sono
emerse (subito dopo) il mio ritorno, possano essere dimenticate per sempre”. La
frase “subito dopo” va considerata con attenzione, nella tarda metà degli anni
‘30 Tolkien incluse la poesia in una sua raccolta (mai pubblicata), ed elementi
concernenti il canto e la danza degli Elfi appare ne Lo Hobbit. Sembra che il
disgusto di Tolkien per questa poesia e il tipo di esseri che essa descrive,
possa essere datato probabilmente nella tarda metà degli anni '30, all'incirca
quando è avvenuta la prima pubblicazione de Lo Hobbit ed è stato avviato il lavoro
del Signore degli Anelli.”
E
ancora Anderson, riferendosi alla poesia che appare nel Capitolo 19 “L’Ultima
tappa” che inizia con “Sempre, sempre le
strade vanno avanti..” e ai diversi stati d’animo che assalgono Bilbo
scrive che “nel primo capitolo del Signore degli Anelli leggiamo altri versi
simili. Questi però esprimono l’ansia del ritorno a casa, quelli invece più
l’inquietudine e la smania di iniziare un viaggio. Sono recitati da Bilbo,
quando lascia per l’ultima volta Casa Baggins:
La
Via prosegue senza fine
Lungi
dall’uscio dal quale parte.
Ora
la Via è fuggita avanti,
Devo
inseguirla ad ogni costo
Rincorrendola
con piedialati
Sin
all’incrocio con una più larga
Dove
si uniscono piste e sentieri.
E
poi dove andrò? Nessuno lo sa.
Nel
terzo capitolo del Signore degli Anelli Frodo ripete questi versi cambiando i
“piedi alati” del quinto verso in “piedi stanchi” [n.d.t.: nelle edizioni
italiane precedenti al 2003 il cambiamento non compare].
In
uno degli ultimi capitoli de Il Signore degli Anelli (“Molte separazioni”),” Anderson
scrive che “Bilbo recita una versione molto diversa, dimostrando ora un forte
desiderio di lasciare ad altri il compito di camminare:
La
Via prosegue senza fine
Lungi
dall’uscio dal quale parte.
Ora
la Via è fuggita avanti,
Presto,
la segua colui che parte!
Cominci
pure un nuovo viaggio,
Ma
io che sono assonnato e stanco
Mi
recherò all’osteria del villaggio
E
dormirò un sonno lungo e franco.
L’ispirazione
per questi versi può essere venuta a Tolkien dalla poesia intitolata “Romance”
di E.F.A. Geach, che in Fifty New Poems
for Children: An Anthology Selected from Books Recently Published by Basil
Blackwell (1922) appare immediatamente dopo la ristampa della poesia di
Tolkien “Goblin Feet”:
ROMANCE
dI
E.F.A. GEACH
Dietro
il Prossimo Angolo e nella prossima strada
L’Avventura
ti attende.
Oh,
chi può dire cosa potresti incontrare
Dietro
il prossimo angolo e nella prossima strada!
Può
la forse vita essere altro che dolce
Quando
tutto è pericoloso e nuovo
Dietro
il prossimo angolo e nella prossima strada?
L’avventura
ti attende.
Questa
poesia era già apparsa in Oxford Poetry 1918, curato da Geach, T.W: Earp e
Dorothy L. Sayers, in cui Tolkien avrebbe anche potuto leggerla.”