Il
collezionismo tolkieniano, come la passione per il suo ispiratore, non conosce limiti.
In questi 16 anni passati a raccogliere tutto ciò
che a Tolkien è collegato o ispirato ho avuto modo d’incrociare tante opere librarie
e artistiche realizzate in proprio da collezionisti, artigiani o artisti e
direttamente o indirettamente ispirate alla Terra-di-Mezzo, moltissimi di
questi degni di attenzione - e di essere aggiunti alla mia collezione - così
come altri orrendi e qualitativamente scadenti. Purtroppo anche questi, per la
loro particolare “bruttura”, collezionabili!
Davvero notevoli le opere letterarie che vedono
moderni amanuensi ricopiare intere opere di Tolkien e realizzare edizioni
davvero uniche e di assoluto pregio. Penso alle straordinarie, anche
artisticamente parlando, opere realizzate da Benjamin Harff che ha trascritto e
meravigliosamente illustrato Il Silmarillion oppure Hari Istvan che ha ricopiato, illustrato e rilegato, dopo un immane
lavoro, Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit.
Non solo, ci sono anche i libri ‘ri-rilegati’ in maniera unica e originalissima
capaci di rendere vecchie edizioni malandate in opere uniche e ricercatissime.
“Ri-rilegare” i volumi è una pratica utilizzata allorquando
i libri presentano danni alla rilegatura e alle cuciture ed è necessario un restyling
per ‘salvare’ – e a volte migliorare – lo stesso mantenendo comunque il testo
originale. Nella mia collezione, ad esempio, trova posto anche una seconda
edizione inglese de The Lord of the Rings con cucitura a mano e rilegato con una tela che presenta una mia elaborazione
grafica.
Ma come scrivevo il collezionismo porta anche a
realizzare opere – quasi sempre in un unico esemplare – che nascono con il solo
piacere di averle nella propria biblioteca proprio come il libro oggetto di
questo articolo.
L’edizione che vi presento è unica nel suo genere e
non credo ve ne sia copia simile nel mondo in quanto nessuno, a mio avviso,
l’ha mai stampata in Italia o altrove.
Si tratta dell’esatta riproduzione della prima
edizione de The Hobbit pubblicato in UK nel 1937 ma in italiano. La rilegatura,
la sovraccoperta, il testo delle due alette, la composizione del testo così
come il testo stesso sono l’esatta copia del testo inglese che, negli anni, si
è evoluto e trasformato fino a diventare quello che oggi conosciamo e amiamo.
Un testo che mai è stato tradotto in Italia in quella versione.
Ma facciamo un passo indietro e partiamo da alcune
notizie sull’edizione inglese e successivamente di quella italiana.
La prima edizione de The Hobbit vide la luce in Inghilterra
il 21 settembre 1937 in 1500 copie. Il testo era differente da quello che oggi
conosciamo in quanto il libro raccontava una storia a sé e Il Signore degli
Anelli non era ancora nella mente del suo creatore.
Nella prima edizione troviamo le avventure
dell’hobbit Bilbo Baggins dove, per ovvie ragioni, l’anello trovato nella
caverna di Gollum non ricopre un ruolo fondamentale se non una parte marginale
utile al prosieguo della storia per via della sua capacità di rendere
invisibile il portatore dopo averlo indossato. Un comune anello magico che,
alla data di apparizione del libro, non aveva nessun ruolo né in quella storia
né tanto meno in quelle a venire.
Fu il grande e inaspettato successo del libro a
spingere Tolkien – su pressione di lettori ed editore – ad immaginare un sequel
con protagonisti gli hobbit. Un lavoro che all’inizio non prevedeva un ruolo
fondamentale dell’anello ma che con la stesura del Signore degli Anelli cominciò
magicamente ad assumere.
La storia della nascita de Il Signore degli Anelli
è nota e affascinante e vede il professor Tolkien scrivere e riscrivere interi
capitoli e cancellare e introdurre nuovi e vecchi personaggi. Una storia,
quella della stesura, lunga ben 16 anni partita probabilmente già nel 1938 e
che ha attraversato persino un conflitto mondiale. Agli interessati consiglio,
su tutti, la lettura di due volumi “La Realtà in Trasparenza – Lettere 1917-1973” e “La Biografia di Tolkien”,
entrambi curati da Humphrey Carpenter.
La pubblicazione de Il Signore degli Anelli, tra il
1954 e 1955, pone seri problemi a Tolkien dal punto di vista narrativo. La
nuova opera, infatti, prende spunto da Lo Hobbit del 1937 ed è ad essa legata da
quell’anello che in principio ricopriva una piccola parte nell’economia del
libro. In particolare c’è un capitolo che “stona” capace di confondere il
lettore che si appresta, dopo aver letto le avventure di Bilbo Baggins, a
leggere la storia della Guerra dell’Anello. Il capitolo è il quinto
“Indovinelli nell’oscurità” dove Bilbo Baggins trova per caso l’Anello che
appartiene a Gollum e lo porta via con sé.
Nell’edizione del 1937, la storia del ritrovamento
è ben diversa da come la conosciamo. Gollum non è una creatura malvagia e non
ha assolutamente intenzione di mangiare Bilbo Baggins e l’anello viene messo da
lui in palio nella nota gara degli indovinelli. Leggiamo di Gollum sincero e
cordiale che arriva persino a scusarsi con l’hobbit alla fine del capitolo e ad
indicargli pure la via d’uscita. È evidente come questa versione sia differente
con quella del Signore degli Anelli dove l’Anello corrompe il suo portatore,
con un Gollum altamente corrotto dal potere e che ricopre un ruolo centrale
nella nuova storia.
Per far sì che la storia trovi omogeneità, Tolkien
nell’edizione del 1951 riscrive il quinto capitolo in modo che all’uscita del
nuovo libro tutto scorresse in maniera omogenea. Di più, trovò un escamotage
letterario che vedeva Bilbo, già tentato dall’Anello, mentire a Gandalf sulla
storia del suo ritrovamento.
Lo Hobbit, successivamente, vede altre modifiche e
correzioni – le ultime sono state quelle del 1966 che ci hanno consegnato
l’edizione definitiva – utili ad riallinearlo alla storia della Terra di Mezzo
e di alcuni personaggi de Il Signore degli Anelli.
In Italia il libro vede la prima pubblicazione
nell’ottobre del 1973 ad opera dell’Adelphi che ne ha acquisito i diritti. Una
edizione che ripropone l’ultima versione del 1966 e quindi con il V capitolo
corretto.
Ebbene, da collezionista e appassionato di Tolkien,
ho pensato di realizzare una edizione italiana che ripropone, in italiano, il testo originale di
quella prima versione uscita nel 1937.
Una copia “identica” e mai realizzata in Italia.
È chiaro che il libro non è stato autorizzato ma è
una semplice rielaborazione a fini collezionistici che non ha mercato né
intende averlo. Non ho intenzione né di venderlo né di riprodurlo in quanto il
volume nasce e muore come unico esemplare numerato 1/1.
Devo dire che i volumi realizzati da altri
appassionati, come quelli precedentemente citati, mi hanno spinto a realizzare
il presente volume che mi auguro non offenda o leda i diritti di nessuno.
N.B.
In riferimento ai diritti sottolineo come si sia presa visione della Legge sul diritto d'autore, L. 22.04.1941 n° 633 , G.U. 16.07.1941 aggiornato con le successive modifiche ed integrazioni e in particolare il Capo V Eccezioni e limitazioni (Capo così sostituito dal D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68) Sezione I “Reprografia ed altre eccezioni e limitazioni”, Art. 68 comma 1, che testualmente recita “È libera la riproduzione di singole opere o brani di opere per uso personale dei lettori, fatta a mano o con mezzi di riproduzione non idonei a spaccio o diffusione dell'opera nel pubblico.”
Una delle piccole varianti all'edizione inglese originale del 1937 è rappresentata dalla "Casa editrice" che è chiaramente di fantasia "Officine Tipografiche della Contea".
Lo Hobbit
di J.R.R. Tolkien
Officine Tipografiche della Contea
Unica edizione 1/1
Illustrazioni dell’autore
Immagine di copertina dell’autore
Rilegato con sovraccoperta
Note di
copertina
Se vi piacciono i viaggi fuori del confortevole e
accogliente mondo occidentale, oltre il Confine delle Terre Selvagge, per poi
tornare a casa, e pensate di poter provare un certo interesse per un umile
eroe, ecco la storia di un viaggio e di questo viaggiatore. il periodo è il
tempo antico fra l’Età Fatata e il dominio degli Uomini, quando la famosa
foresta di Bosco Atro esisteva ancora e le montagne erano piene di pericoli.
Nel percorso verrete a imparare molte cose (come è
capitato a lui) su Uomini Neri, Orchi, Nani ed Elfi e potrete dare uno sguardo
alla storia e alla politica di un’epoca trascurata ma molto importante.
Infatti il signor Bilbo Baggins andò in visita a vari
personaggi di rilievo; ebbe una conversazione con il drago Smaug, fu presente alla
Battaglia dei Cinque Eserciti. Tutto ciò è tanto più singolare in quanto egli
era un Hobbit. Finora gli Hobbit sono stati trascurati nella storia e nella
leggenda, forse perché - in genere - preferivano le comodità alle emozioni.
Questo racconto, fondato sui ricordi di un anno
elettrizzante nella vita solitamente tranquilla del signor Baggins, vi darà
un’idea abbastanza chiara di questo rispettabile popolo che adesso (a quanto si
dice) sta diventando piuttosto raro.
Non amano il rumore
J.R.R. Tolkien è “Rawlinson and Bosworth Professor”
di anglosassone a Oxford e membro del Pembroke College. Ha quattro figli e Lo
Hobbit fu scritto per loro, e letto ad alta voce durante la loro infazia, che è
certamente il modo in cui tutte le storie immortali per ragazzi hanno avuto
origine.
Ma la fama che ha raggiunto la sua famiglia fu
immediata e il manoscritto de Lo Hobbit fu prestato ai suoi colleghi di Oxford
che lo lessero ai loro figli.
Anche se presenta profonde differenze, la nascita
de Lo Hobbit richiama fortemente Alice nel paese delle meraviglie.
Anche in questo un professore di una materia
astrusa si diverte, mentre Alice nel paese delle meraviglie è piena di pazze storie,
Lo Hobbit è ricco di storie di magia e mitologia tratte da una vasta ed esatta
conoscenza dei fatti. Dodgeson [sic] all’inizio non ritenne degno di
pubblicazione il suo racconto del paese delle meraviglie e il professor Tolkien
- ma non i suoi editori - ancora non è convinto che qualcuno vorrà leggere la
sua piacevolissima storia del viaggio di un Hobbit.