The Peterborough Chronicle 1070-1154
A cura di Cecily
Clark
1° ed. 1958
Oxford
University Press, Londra
Rilegato con sovraccoperta
Rilegato con sovraccoperta
CONTENTS
ABBREVIATIONS
INTRODUCTION
Manuscript
Textual Relations
Historical Value
Language
Literary Aspects
TEXT
COMMENTARY
APPENDIX. The
Peterborough Interpolations
GLOSSARIAL
INDEX OF PROPER NAMES
La collana
Questo è il quinto volume della serie Oxford English Monographs
di cui J.R.R. Tolkien è stato uno dei General
Editors.
Tolkien è stato anche uno dei curatori generali per l’Oxford
English Monographs, una serie che lo vide presente dalla prima pubblicazione
nel 1940 fino al suo ritiro nel 1959. Si suppone, senza giusta conferma, che
abbia partecipato anche come capo redattore nel maggior parte del periodo che
dedicò alla serie. Uno scritto a firma di Tolkien, però, compare solo come nota
introduttiva al volume del 1958 ‘The Old English Apollonius of Tyre’ edito da
Peter Goolden dove spiegava il ritardo della pubblicazione dell'edizione di
Goolden.
Lo stesso Goolden scrive nella sua introduzione: "Sono
anche in debito con i redattori dell’Oxford English Monographs per aver
intrapreso la scrittura della pubblicazione, in particolare con il professor
J.R.R. Tolkien, che ha gentilmente suggerito revisioni nella presentazione e
nello stile, e questi miglioramenti sono stati molto apprezzati ".
L'elenco completo dei libri della serie che hanno visto
coinvolto il professor Tolkien:
Víga-Glúms
Saga [1940]
Elizabethan
Acting [1951]
þorgils Saga
ok Hafliða [1952]
Sir
Orfeo [1954]
The
Peterborough Chronicle [1958]
The Old
English Apollonius of Tyre [1958]
The Sonnets of William Alabaster [1959]
The Sonnets of William Alabaster [1959]
Note sull’opera
The Peterborough
Chronicle o La Cronaca di Peterborough ovvero Manoscritto di Laud è una delle versioni della Cronaca anglosassone
con riferimenti unici alla storia inglese dopo la conquista normanna e secondo
il filologo J. A. W. Bennett, il solo testo di storia in prosa in lingua
inglese noto tra il 1066 e il XIV secolo.
“Le
Cronache anglosassoni furono redatte e aggiornate in diversi monasteri inglesi.
Essi rappresentavano un tentativo di riassumere la storia dell'isola dalla sua
cristianizzazione. Iniziano generalmente con la nascita di Cristo, presa dalla
Bibbia e dalla storia della Roma antica, per poi risalire cronologicamente fino
dalla data di stesura. Tutte le principali abbazie dell'epoca possedevano un
proprio volume delle Cronache, questo ne faceva dei testi unici, difficilmente
comparabili tra di loro non essendo uniformi in nessuna parte. Vi era invece
una riproduzione di testi più antichi ogni qual volta, un nuovo monastero
veniva fondato, esso riceveva dai conventi più antichi un testo da copiare, che
quindi era identico per la parte iniziale e che poi di anno in anno veniva
redatto autonomamente, divergendo quindi, a partire dalla data di fondazione
del monastero. Questo è evidente per Peterborough dove un incendio, costrinse i
redattori a riprendere le cronache di altri monasteri fino al 1120.
Quando
Guglielmo il Conquistatore si impadronì dell'Inghilterra e l'anglo-normanno
divenne la lingua ufficiale, si smise di aggiornare le Cronache anglo-sassoni.
Nello stesso tempo però, i monaci dell'abbazia di Peterborough continuarono a
scrivere nuovi capitoli nella loro. Se le Cronache anglo-sassoni non sono una
rigorosa opera storica, ed obbligano dunque a riferirsi a libri di storia
scritti in latino (come la Gesta Regum Anglorum di William de Malmesbury), essa
è pur sempre uno dei primi resoconti di prima mano per quanto riguarda il
periodo 1070-1154 in Inghilterra, scritto in inglese e da un punto di vista
esterno rispetto alla corte.
La
Cronaca è anche una preziosa fonte di informazioni sulla nascita del
medio-inglese. Per esempio, la prima continuazione è scritta in tardo
inglese-antico, ma la seconda inizia a presentare forme miste, fino alla sua
conclusione, che viene redatta in una forma primitiva, ma chiara, di
medio-inglese. Le novità linguistiche presenti nella seconda continuazione sono
numerose, e vi si trova almeno una grande innovazione: il pronome femminile she
appare per la prima volta nella Cronaca di Peterborough, nella forma di scæ (Bennett).”
Fonte qui