domenica 19 gennaio 2014

Diorama "Il ponte di Khazad-Dum" da Il SIgnore degli Anelli


Diorama
Il ponte di Khazad-Dum
La Compagnia dell’Anello
Realizzato da Giuliano Fulli
Associazione Storico Modellistica di Civitanova Marche
Materiale vario
Misure (bxlxh) 50x50x40 cm


«Un Balrog», mormorò Gandalf. «Adesso capisco». Vacillò, e si sostenne faticosamente col bastone. «Che sorte malefica! Ed io sono già stanco».
La scura figura fiammeggiante si scagliò su di loro. Gli Orchetti urlanti si precipitarono a frotte sulle passerelle di pietra. Allora Boromir alzò il suo corno e soffiò. La tuonante sfida risonò come l'urlo di molte gole sotto il soffitto cavernoso. Per un attimo gli Orchetti indietreggiarono e l'ombra infocata si arrestò. Poi gli echi morirono, come una fiamma improvvisamente spenta da un violento e fosco vento, ed il nemico riprese ad avanzare.
«Attraversate il ponte!», gridò Gandalf, radunando le proprie forze. «Fuggite! Questo è un nemico troppo forte per chiunque di voi. Devo difendere io lo stretto passaggio. Fuggite!». Aragorn e Boromir non ubbidirono all'ordine, bensì mantennero le loro posizioni, a fianco a fianco, dietro Gandalf in fondo al ponte. Gli altri si fermarono nel vano della porta all'estremità del salone, e si voltarono, incapaci di lasciare il loro capo ad affrontare da solo il nemico.
Il Balrog giunse al ponte. Gandalf era in piedi al centro della sala e con la mano sinistra si appoggiava al bastone, mentre nella destra Glamdring scintillava, fredda e bianca. Il nemico si arrestò nuovamente, fronteggiandolo, ed intorno ad esso l'ombra allungò due grandi ali. Il Balrog schioccò la frusta, e le code scricchiarono e fischiarono. Del fuoco si sprigionava dalle sue narici: ma Gandalf rimase fermo ed immobile.
«Non puoi passare», disse. Gli Orchetti tacquero, e si fece un silenzio di morte. «Sono un servitore del Fuoco Segreto, e reggo la fiamma di Anor. Non puoi passare. A nulla ti servirà il fuoco oscuro, fiamma di Udûn. Torna nell'Ombra! Non puoi passare».
Il Balrog non rispose. Il fuoco in lui parve estinguersi, ma il buio crebbe. Avanzò lentamente sul ponte, e d'un tratto si eresse ad una immensa altezza, estendendo le ali da una parete all'altra; ma Gandalf si scorgeva ancora, un bagliore nelle tenebre; pareva piccolo, e del tutto solo: grigio e curvo come un albero avvizzito prima dell'assalto di una tempesta.
Dall'ombra, una spada rossa si rizzò fiammeggiante.
Glamdring rispose col suo bagliore bianco.
Vi fu un fragore squillante ed un lampo di fuoco bianco. Il Balrog cadde indietro e la sua spada volò in mille frammenti liquefatti. Lo stregone oscillò sul ponte, fece un passo indietro, quindi rimase immobile come prima.
«Non puoi passare!», disse.
D'impeto, il Balrog balzò in pieno sul ponte. La frusta turbinava sibilando.
«Non può rimaner solo!», gridò Aragorn improvvisamente, tornando di corsa sui suoi passi. «Eelndil!» tuonò. «Sono con te, Gandalf!». «Gondor!», gridò Boromir, e d'un balzo gli fu accanto.
In quel momento Gandalf rizzò il bastone, e gridando con voce possente, colpì il ponte innanzi a sé. Il bastone si frantumò e gli cadde di mano. Un'abbacinante parete di fiamme bianche avvampò. Il ponte scricchiolò. Si ruppe immediatamente sotto i piedi del Balrog, e la pietra sulla quale egli si ergeva piombò nell'abisso con fragore, mentre il resto rimase in equilibrio, e fremette come una lingua di roccia nel vuoto.
Con un urlo terribile il Balrog precipitò in avanti, e la sua ombra piombò giù scomparendo. Ma mentre cadeva, diede con la frusta una sferzata, e le code si avvolsero intorno alle ginocchia dello stregone, trascinandolo sino all'orlo della voragine. Gandalf vacillò e cadde, e cercando invano di afferrare la roccia, scivolò nell'abisso. «Fuggite, sciocchi!», gridò, e scomparve.


J.R.R. Tolkien, Il ponte di Khazad-Dum, in Il Signore degli Anelli, Bompiani, 2011, pp. 372-374.