The Wanderer
A cura di
T.P. Dunning e A.J. Bliss
Methuen and
Co. Ltd, London, 1969, pp. 140
Brossura
Il testo
La Wanderer è un testo che contiene un’edizione critica del
poema in antico inglese The Wanderer
(Il Vagabondo), curato da due ex studenti di Tolkien, T.P. Dunning e A.J. Bliss.
Un antico poema conservato in un’unica copia all’interno del codice Exeter risalente al secolo X, ed è “la
meditazione di un esule solitario sulle glorie passate, dei tempi in cui era un
guerriero al servizio del proprio signore, sulle difficoltà del presente e sui
valori della sopportazione e della fede nel Signore celeste”.
A.J. Bliss è “legato” a Tolkien dal 25 ottobre 1946, data in
cui il giovane inizia il Bachelor of
Letters (B.Litt.)su un soggetto del medio inglese, Sir Orfeo: Introduction, Text, Commentary and Glossary, supervisionato
da Tolkien e confermato il 19 gennaio 1947. Un testo che nel 1954 è pubblicato
nella collana di The Monographs Committee
di cui Tolkien è membro.
Mentre di Dunning, Tolkien diventa suo supervisore il 17 ottobre 1952 per una tesi sull’antica letteratura inglese omiletica (come l’Ancren Riwle).
Tolkien
Tolkien tiene una lezione sull’Old English Minor Poems, il martedì e il giovedì alle ore
12.00 nella Examnation Scholls, a partire dal 14 ottobre 1930. Tra queste, figura
anche The Wanderer. Nell’autunno del
1941, invece, ne tratta in una risposta data a W.J.B. Owen dell’University
College di Bangor, nel Galles del nord, che ne chiedeva notizie. Lo stesso che
il 1 ottobre 1947, invia allo stesso Tolkien delle note, probabilmente su
questo termine, in modo che le potesse visionare prima della pubblicazione. E
il 29 settembre 1950, Ida Gordon, vedova di E.V. Gordon, ne scrive a Tolkien
citando anche The Seafarer con l’intento
di proseguire il lavoro del marito e renderli in una forma definitiva. [Christina Scull e Wayne G. Hammond,
J.R.R. Tolkien. Companion and Guide,
vol. I, Chronology, HarperCollins,
2006, pp. 154; 25; 323; 368]
Gli autori citano Tolkien a pagina 94, nota 3 “See J.R.R Tolkien, ‘Ofermod’, Essays and
Studies (1953) 13-18”.
Il riferimento è al significato della parola Ofermod presente nel frammento di 325
righe di un poema in antico inglese conosciuto come The Battle of Maldon (La battaglia di Maldon). Alla riga 89b
compare la parola ofermōde che, anche se si può tradurre letteralmente ‘over-heart’
(avere troppo cuore), la si potrebbe tradurre anche con ‘orgoglio’ o ‘eccesso
di coraggio’ (cfr. lo svedese övermod o il tedesco Übermut). Secondo J.R.R.
Tolkien il poema è un'elegia di una terribile perdita, ed il monaco autore pone
la causa della sconfitta nel peccato di superbia del suo comandante, ipotesi rafforzata
dal fatto che ofermōd viene usato in ogni altra opera per indicare la superbia
di Satana.
[Robert
Rorabeck, Tolkien's Heroic Criticism: A
Developing Application Of Anglo- Saxon Ofermod To The Monsters Of Modernity.
2003. Tesi, Florida State University]