domenica 22 febbraio 2015

Anodos di George MacDonald, prima edizione Rusconi 1977 firmata da Piero Crida




Anodos

di George MacDonald

Traduzione di Giorgio Spina

Rusconi, Milano, pp. 213

1° ed. 1977

Illustrazione di copertina di Piero Crida 
Brossura



La copertina presenta un'illustrazione relaiizzata Piero Crida che ha firmato e dedicato questo volume.


Solo per i lettori di Tolkieniano Collection, in esclusiva la fotografia della tavola originale per questa edizione realizzata da Piero Crida e pubblicata sul volume Rusconi.

L'opera fa parte della grande mostra "Piero Crida: l'Arte di illustrare J.R.R Tolkien" promossa dall'Associazione Collezionisti Tolkieniani Italiani in collaborazione con Tolkieniano Collection e che nel 2015 festeggerà il 45° anniversario della pubblicazione del Signore degli Anelli in volume unico (1970-2015) e il 60° anniversario del viaggio di Tolkien in Italia (1955-2015). Scopri le date sul sito della Mostra, il più grande evento tolkieniano del 2015!





Nell’aprile 1970, la Ballantine Books ripubblica nella celebre collana Ballantine Adult Fantasy il libro di George MacDonald, Phantastes: A Faerie Romance for Men and Women, pubblicato per la prima volta a Londra nel 1858. Phantastes è il primo lavoro in prosa pubblicato dallo scrittore e divenne un punto di riferimento per gli autori del genere fantasy come lo stesso C.S. Lewis che, nel suo libro Suprised by Joy, scrisse che la sua immaginazione era stata 'battezzata' dalla lettura di Phantastes e nella sua biografia



«Le scorrazzate nei boschi, i nemici spettrali, le donne buone e cattive di quel racconto erano abbastanza vicini alle mie abituali fantasie da affascinarmi senza darmi la percezione di un cambiamento. Fu come se qualcuno mi trasportasse di là da un confine, o come se fossi morto in un paese e non riuscissi a ricordare come fossi risorto in un altro. Perché, in un certo senso, il nuovo paese somigliava esattamente al vecchio. Vi trovai tutto ciò che mi aveva affascinato in Malory, Spenser, Morris e Yeats. Ma in un altro senso era tutto diverso. Non conoscevo ancora (e ci misi molto ad apprenderlo) il nome della nuova atmosfera, l’ombra luminosa che posava sui viaggi di Anodos. Era la santità. Per la prima volta il canto delle sirene somigliava alla voce di mia madre e della mia bambinaia. […] Non avevo la più pallida idea in che cosa mi fossi addentrato comprando Phantastes.»



Rusconi pubblica il libro di MacDonald per la prima volta nel 1977 con il titolo Anodos nella collana “Narrativa Rusconi” dove compare anche “J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli” (p. 215), e una fascetta, per poi ripubblicarlo con il titolo definitivo nel 1990, Le Fate nel’ombra. In due edizione: con sovraccoperta - anche questa con le illustrazioni sono di Piero Crida, e in pelle rossa con cofanetto.






Tolkien e MacDonald e Phantastes

Nella biografia, Humphrey Carpenter scrive che diverse fuorno le storie di MacDonald che Tolkien aveva apprezzato durante la sua infanzia come The Princess of the Goblin, che avrebbe anche letto più tardi ai suoi figli.

In una lettera a L.M. Cutts, Tolkien osserva come per la creazione degli Ent, «forse abbia avuto una qualche lontana influenza» il passo presente nel libro Phantastes, capitolo III:

"Trust the Oak," said she; "trust the Oak, and the Elm, and the great Beech. Take care of the Birch, for though she is honest, she is too young not to be changeable. But shun the Ash and the Alder; for the Ash is an ogre,—you will know him by his thick fingers; and the Alder will smother you with her web of hair, if you let her near you at night."

E, nel 1964, allo stesso Tolkien fu chiesto di scrivere la prefazione alla nuova edizione americana di The Golden Key che in un primo momento accettò ma poi non terminò scrivendo ai committenti che non era un fervido ammiratore come lo era il suo amico C.S. Lewis

Si rimanda, per un approfondimento, ai diversi saggi in circolazione e on line al testo di Jason Fisher Reluctantly Inspired: George MacDonald and J.R.R.Tolkien.



Il libro presenta una fascetta con la scritta "Il Tolkien dell'Ottocento"


Sul retro della fascetta autore, titolo e casa editrice.


La fascetta





Quarta di copertina

Un romanzo fantastico e allegorico dell’Ottocento, ambientato in un mondo onirico, angelico e diabolico a un tempo. George MacDonald, anticipando e oltrepassando la speleologia freudiana dell’inconscio, perlustra le regioni in cui la realtà quotidiana ha relegato e represso l’altra parte dell’Io e dove soltanto, sul sentiero del sogno, è possibile ricercare le ragioni intime della vita e della morte, e raggiungere lo scrigno nascosto della verità.



Seconda e terza di copertina

Nella copiosa produzione narrativa di George  MacDonald, questo romanzo, pubblicato nel 1858, si distingue per la sua natura di parabola surreale che, trascendendo la realistica narrativa vittoriana, si riallaccia ai capolavori allegorici del passato e al febbrile scandaglio dell’ignoto nella letteratura fantastica e psicologica del Novecento.
Anodos, il protagonista, narra in prima persona un viaggio nel Paese fatato, che dura ventun giorni, quanti sono gli anni che ha appena compiuti.
Come Dante, i cavalieri del Graal e il pellegrino puritano di John Bunyam, Anodos s’incammina nella foresta, ignaro delle prove e dei pericoli che lo aspettano, stupito delle meraviglie che si susseguono con ritmo incalzante: l’inanimato si anima, sente, vede, parla; dal niveo marmo scaturisce una donna, dai tronchi solenni degli alberi escono di notte le driadi, come di giorno le ninfe dai fiori multicolori, per popolate la selva e dar vita, con falene, lucciole e farfalle, a una interminabile kermesse. Trappole insidiose sono tese a ogni passo, talora Anodos ne rasenta l’orlo salvandosi appena in tempo grazie all’intervento di spiriti tutelari, talaltra cade vittima di tranelli irresistibili, da cui si riscatta ogni volta con ardimento e coraggio, fino alla tragica prova finale.
In questa vicenda allegorica, ambientata in un mondo angelico e diabolico a un tempo, pieno di suggestioni e di inganni, di luci colorate e chiarori opalescenti, George MacDonald, anticipando e oltrepassando la speleologia freudiana dell’inconscio, perlustra le regioni in cui la realtà quotidiana ha relegato e represso l’altra parte dell’Io e dove soltanto, sul sentiero del sogno, è possibile ricercare le ragioni intime della vita e della morte, e raggiungere lo scrigno nascosto della verità.