Anodos
di George MacDonald
Traduzione di Giorgio Spina
Rusconi, Milano, pp. 213
1° ed. 1977
Illustrazione di copertina di Piero Crida
Brossura
La copertina presenta un'illustrazione relaiizzata Piero Crida che ha firmato e dedicato questo volume.
Solo per
i lettori di Tolkieniano Collection, in esclusiva la fotografia della tavola
originale per questa edizione realizzata da Piero Crida e pubblicata
sul volume Rusconi.
L'opera
fa parte della grande mostra "Piero Crida: l'Arte di
illustrare J.R.R Tolkien" promossa dall'Associazione Collezionisti
Tolkieniani Italiani in
collaborazione con Tolkieniano
Collection e che nel 2015
festeggerà il 45° anniversario della pubblicazione del Signore degli Anelli in
volume unico (1970-2015) e il 60° anniversario del viaggio di Tolkien in Italia
(1955-2015). Scopri le date sul sito della Mostra, il più grande evento
tolkieniano del 2015!
Nell’aprile 1970, la Ballantine Books ripubblica nella
celebre collana Ballantine Adult Fantasy
il libro di George MacDonald, Phantastes: A Faerie Romance for Men and
Women, pubblicato per la prima volta a Londra nel 1858. Phantastes è il
primo lavoro in prosa pubblicato dallo scrittore e divenne un punto di
riferimento per gli autori del genere fantasy come lo stesso C.S. Lewis che, nel
suo libro Suprised by Joy, scrisse che
la sua immaginazione era stata 'battezzata' dalla lettura di Phantastes e nella sua biografia
«Le scorrazzate nei boschi, i
nemici spettrali, le donne buone e cattive di quel racconto erano abbastanza
vicini alle mie abituali fantasie da affascinarmi senza darmi la percezione di
un cambiamento. Fu come se qualcuno mi trasportasse di là da un confine, o come
se fossi morto in un paese e non riuscissi a ricordare come fossi risorto in un
altro. Perché, in un certo senso, il nuovo paese somigliava esattamente al
vecchio. Vi trovai tutto ciò che mi aveva affascinato in Malory, Spenser,
Morris e Yeats. Ma in un altro senso era tutto diverso. Non conoscevo ancora (e
ci misi molto ad apprenderlo) il nome della nuova atmosfera, l’ombra luminosa
che posava sui viaggi di Anodos. Era la santità. Per la prima volta il canto
delle sirene somigliava alla voce di mia madre e della mia bambinaia. […] Non
avevo la più pallida idea in che cosa mi fossi addentrato comprando Phantastes.»
Rusconi pubblica il libro di MacDonald per la prima volta
nel 1977 con il titolo Anodos nella collana “Narrativa
Rusconi” dove compare anche “J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli” (p. 215), e una fascetta, per poi ripubblicarlo con il
titolo definitivo nel 1990, Le Fate nel’ombra. In due edizione: con sovraccoperta - anche questa con le illustrazioni sono di Piero
Crida, e in pelle rossa con cofanetto.
Tolkien e MacDonald e
Phantastes
Nella biografia, Humphrey Carpenter scrive che diverse
fuorno le storie di MacDonald che Tolkien aveva apprezzato durante la sua
infanzia come The
Princess of the Goblin, che avrebbe anche letto più tardi ai suoi
figli.
In una lettera a L.M. Cutts, Tolkien osserva come per la
creazione degli Ent, «forse abbia avuto una qualche lontana influenza» il passo
presente nel libro Phantastes, capitolo III:
"Trust
the Oak," said she; "trust the Oak, and the Elm, and the great Beech.
Take care of the Birch, for though she is honest, she is too young not to be
changeable. But shun the Ash and the Alder; for the Ash is an ogre,—you will
know him by his thick fingers; and the Alder will smother you with her web of hair,
if you let her near you at night."
E, nel 1964, allo stesso Tolkien fu chiesto di scrivere la
prefazione alla nuova edizione americana di The Golden Key che in un
primo momento accettò ma poi non terminò scrivendo ai committenti che non era
un fervido ammiratore come lo era il suo amico C.S. Lewis
Si rimanda, per un approfondimento, ai diversi saggi in
circolazione e on line al testo di Jason Fisher Reluctantly
Inspired: George MacDonald and J.R.R.Tolkien.
Il libro presenta una fascetta con la scritta "Il Tolkien dell'Ottocento"
Sul retro della fascetta autore, titolo e casa editrice.
La fascetta
Quarta di copertina
Un romanzo fantastico e allegorico dell’Ottocento,
ambientato in un mondo onirico, angelico e diabolico a un tempo. George
MacDonald, anticipando e oltrepassando la speleologia freudiana dell’inconscio,
perlustra le regioni in cui la realtà quotidiana ha relegato e represso l’altra
parte dell’Io e dove soltanto, sul sentiero del sogno, è possibile ricercare le
ragioni intime della vita e della morte, e raggiungere lo scrigno nascosto
della verità.
Seconda e terza di
copertina
Nella copiosa produzione narrativa di George MacDonald, questo romanzo, pubblicato nel
1858, si distingue per la sua natura di parabola surreale che, trascendendo la
realistica narrativa vittoriana, si riallaccia ai capolavori allegorici del
passato e al febbrile scandaglio dell’ignoto nella letteratura fantastica e
psicologica del Novecento.
Anodos, il protagonista, narra in prima persona un viaggio
nel Paese fatato, che dura ventun giorni, quanti sono gli anni che ha appena
compiuti.
Come Dante, i cavalieri del Graal e il pellegrino puritano
di John Bunyam, Anodos s’incammina nella foresta, ignaro delle prove e dei
pericoli che lo aspettano, stupito delle meraviglie che si susseguono con ritmo
incalzante: l’inanimato si anima, sente, vede, parla; dal niveo marmo
scaturisce una donna, dai tronchi solenni degli alberi escono di notte le
driadi, come di giorno le ninfe dai fiori multicolori, per popolate la selva e
dar vita, con falene, lucciole e farfalle, a una interminabile kermesse. Trappole insidiose sono tese a
ogni passo, talora Anodos ne rasenta l’orlo salvandosi appena in tempo grazie
all’intervento di spiriti tutelari, talaltra cade vittima di tranelli irresistibili,
da cui si riscatta ogni volta con ardimento e coraggio, fino alla tragica prova
finale.
In questa vicenda allegorica, ambientata in un mondo
angelico e diabolico a un tempo, pieno di suggestioni e di inganni, di luci colorate
e chiarori opalescenti, George MacDonald, anticipando e oltrepassando la
speleologia freudiana dell’inconscio, perlustra le regioni in cui la realtà quotidiana
ha relegato e represso l’altra parte dell’Io e dove soltanto, sul sentiero del
sogno, è possibile ricercare le ragioni intime della vita e della morte, e
raggiungere lo scrigno nascosto della verità.