Le fate nell’ombra
di George MacDonald
Traduzione di Giorgio Spina
Rusconi, Milano, pp. 213
1° ed. 1990
Illustrazione di copertina di Piero Crida
Rilegato con sovraccoperta
Solo per i lettori di Tolkieniano Collection, in esclusiva la fotografia della tavola originale per questa edizione realizzata da Piero Crida e pubblicata sul volume Rusconi.
L'opera fa parte della grande mostra "Piero Crida: l'Arte di illustrare J.R.R Tolkien" promossa dall'Associazione Collezionisti Tolkieniani Italiani in collaborazione con Tolkieniano Collection e che nel 2015 festeggerà il 45° anniversario della pubblicazione del Signore degli Anelli in volume unico (1970-2015) e il 60° anniversario del viaggio di Tolkien in Italia (1955-2015). Scopri le date sul sito della Mostra, il più grande evento tolkieniano del 2015!
Seconda di copertina
Le fate dell'ombra, pubblicato nel 1858, è stato il romanzo-rivelazione dello scozzese George MacDonald, uno scrittore che precorse la narrativa fantastica del Novecento: un universo di folletti, maghe, ninfe, ed eroi di J.R.R. Tolkien è diventato il rappresentate di maggior successo e prestigio.
Al lettore di oggi, scaltrito dalle scoperte freudiane, il romanzo di MacDonald appare ancora più sorprendente ed emozionante. L’autore anticipa in modo mirabile le teorie dell’inconscio e del «contenuto latente» dei sogni. A compiere il viaggio nelle «contrade dell’anima» è Anodos, un giovane aristocratico che si ritrova nel Paese fatato, in una selva dove tutti gli alberi, secondo un’antica profezia, diventano essere umani.
Le avventure si snodano in un arco di ventun giorni, quanti sono gli anni che il protagonista ha appena compiuti. Meraviglie e orrori si intrecciano. Le fate vivono nei fiori. Mostruose creature di legno aggrediscono una bambina. Una bellissima dama si delinea nell’opalescenza dell’alabastro. Due principi affrontano i crudeli giganti. La «vecchia dagli occhi giovani» guida i passi di Anodos lo perseguita fino alla prova conclusiva, fino al ritorno a casa, nella camera dalla quale era partito.
Il libro di MacDonald va oltre i cancelli del sogno. Con i suoi riti iniziatici, i simboli leggeri come nuvole e le visioni che si illuminano di arcane trasparenze, Le fate dell’ombra è un romanzo da inserire fra i capolavori della narrativa gotico-fantastica di tutti i tempi.
Info
Nell’aprile 1970, la Ballantine Books ripubblica nella celebre collana Ballantine Adult Fantasy il libro di George MacDonald, Phantastes: A Faerie Romance for Men and Women, pubblicato per la prima volta a Londra nel 1858. Phantastes è il primo lavoro in prosa pubblicato dallo scrittore e divenne un punto di riferimento per gli autori del genere fantasy come lo stesso C.S. Lewis che, nel suo libro Suprised by Joy, scrisse che la sua immaginazione era stata 'battezzata' dalla lettura di Phantastes e nella sua biografia
«Le scorrazzate nei boschi, i nemici spettrali, le donne buone e cattive di quel racconto erano abbastanza vicini alle mie abituali fantasie da affascinarmi senza darmi la percezione di un cambiamento. Fu come se qualcuno mi trasportasse di là da un confine, o come se fossi morto in un paese e non riuscissi a ricordare come fossi risorto in un altro. Perché, in un certo senso, il nuovo paese somigliava esattamente al vecchio. Vi trovai tutto ciò che mi aveva affascinato in Malory, Spenser, Morris e Yeats. Ma in un altro senso era tutto diverso. Non conoscevo ancora (e ci misi molto ad apprenderlo) il nome della nuova atmosfera, l’ombra luminosa che posava sui viaggi di Anodos. Era la santità. Per la prima volta il canto delle sirene somigliava alla voce di mia madre e della mia bambinaia. […] Non avevo la più pallida idea in che cosa mi fossi addentrato comprando Phantastes.»
Rusconi pubblica il libro di MacDonald per la prima volta nel 1977 con il titolo Anodos nella collana “Narrativa Rusconi” dove compare anche “J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli” (p. 215) e vi allega una fascetta con su scritto Il Tolkien dell’Ottocento, per poi ripubblicarlo con il titolo definitivo nel 1990, Le Fate nel’ombra, in due versioni con sovraccoperta – che come quella di Anodos è disegnata da Piero Crida - e in pelle con cofanetto..
Tolkien e MacDonald e
Phantastes
Nella biografia, Humphrey Carpenter scrive che diverse
fuorno le storie di MacDonald che Tolkien aveva apprezzato durante la sua
infanzia come The
Princess of the Goblin, che avrebbe anche letto più tardi ai suoi
figli.
In una lettera a L.M. Cutts, Tolkien osserva come per la
creazione degli Ent, «forse abbia avuto una qualche lontana influenza» il passo
presente nel libro Phantastes, capitolo III:
"Trust the Oak," said she;
"trust the Oak, and the Elm, and the great Beech. Take care of the Birch,
for though she is honest, she is too young not to be changeable. But shun the
Ash and the Alder; for the Ash is an ogre,—you will know him by his thick
fingers; and the Alder will smother you with her web of hair, if you let her
near you at night."
E, nel 1964, allo stesso Tolkien fu chiesto di scrivere la
prefazione alla nuova edizione americana di The Golden Key che in un primo momento accettò ma poi non terminò
scrivendo ai committenti che non era un fervido ammiratore come lo era il suo
amico C.S. Lewis
Si
rimanda, per un approfondimento, ai diversi saggi in circolazione e on line al
testo di Jason Fisher Reluctantly
Inspired: George MacDonald and J.R.R.Tolkien