Le fate nell’ombra
di George MacDonald
Traduzione di Giorgio Spina
Rusconi, Milano, pp. 213
2° ed. 1990
Illustrazione di copertina di Piero Crida
Rilegato in pelle con cofanetto
Info
Nell’aprile 1970, la Ballantine Books ripubblica nella celebre
collana Ballantine Adult Fantasy il libro di George MacDonald, Phantastes:
A Faerie Romance for Men and Women, pubblicato per la prima volta a
Londra nel 1858. Phantastes è il primo lavoro in prosa pubblicato dallo
scrittore e divenne un punto di riferimento per gli autori del genere fantasy
come lo stesso C.S. Lewis che, nel suo libro Suprised by Joy, scrisse
che la sua immaginazione era stata 'battezzata' dalla lettura di Phantastes e
nella sua biografia
«Le scorrazzate nei boschi, i
nemici spettrali, le donne buone e cattive di quel racconto erano abbastanza
vicini alle mie abituali fantasie da affascinarmi senza darmi la percezione di
un cambiamento. Fu come se qualcuno mi trasportasse di là da un confine, o come
se fossi morto in un paese e non riuscissi a ricordare come fossi risorto in un
altro. Perché, in un certo senso, il nuovo paese somigliava esattamente al
vecchio. Vi trovai tutto ciò che mi aveva affascinato in Malory, Spenser,
Morris e Yeats. Ma in un altro senso era tutto diverso. Non conoscevo ancora (e
ci misi molto ad apprenderlo) il nome della nuova atmosfera, l’ombra luminosa
che posava sui viaggi di Anodos. Era la santità. Per la prima volta il canto
delle sirene somigliava alla voce di mia madre e della mia bambinaia. […] Non avevo
la più pallida idea in che cosa mi fossi addentrato comprando Phantastes.»
Rusconi pubblica il libro di MacDonald per la prima volta
nel 1977 con il titolo Anodos
nella collana “Narrativa Rusconi” dove compare anche “J.R.R. Tolkien, Il
Signore degli Anelli” (p. 215) e vi allega una fascetta con su scritto Il Tolkien dell’Ottocento, per poi
ripubblicarlo con il titolo definitivo nel 1990, Le Fate nel’ombra, in due versioni con sovraccoperta – che come
quella di Anodos è disegnata da
Piero Crida - e questa in pelle con cofanetto.
Tolkien e MacDonald e
Phantastes
Nella biografia, Humphrey Carpenter scrive che diverse
fuorno le storie di MacDonald che Tolkien aveva apprezzato durante la sua
infanzia come The
Princess of the Goblin, che avrebbe anche letto più tardi ai suoi
figli.
In una lettera a L.M. Cutts, Tolkien osserva come per la
creazione degli Ent, «forse abbia avuto una qualche lontana influenza» il passo
presente nel libro Phantastes, capitolo III:
"Trust the Oak," said she;
"trust the Oak, and the Elm, and the great Beech. Take care of the Birch,
for though she is honest, she is too young not to be changeable. But shun the
Ash and the Alder; for the Ash is an ogre,—you will know him by his thick
fingers; and the Alder will smother you with her web of hair, if you let her
near you at night."
E, nel 1964, allo stesso Tolkien fu chiesto di scrivere la
prefazione alla nuova edizione americana di The Golden Key che in un primo momento accettò ma poi non terminò
scrivendo ai committenti che non era un fervido ammiratore come lo era il suo
amico C.S. Lewis
Si rimanda, per un approfondimento, ai diversi saggi in
circolazione e on line al testo di Jason Fisher Reluctantly
Inspired: George MacDonald and J.R.R.Tolkien.
Questa splendida e ricercata edizione, presenta le stesse caratteristiche di un altro libto tolkieniano a noi molto familiare, Il Signore degli Anelli del 1970 detto "pelle marrone" con cofanetto.
L'unica differenza tra i due libri, oltre l'anno di edizione, è la presenza solo sul testo tolkieniano della numerazione da 1 a 300 e l'indicazione ad personam.