Questo pezzo della mia collezione è davvero meraviglioso. Si tratta della prova di stampa (Book Proof) di Smith of Wootton Major (Il fabbro di Wootton Major) appartenuta al Professor Tolkien. Questa bozza è servita a Tolkien per correggere eventuali errori prima della stampa del libro. Sulla copertina provvisoria il timbro della casa editrice londinese George Allen and Unwin con la data di pubblicazione, 9 novembre 1967. Di questa copia, come leggerete, Tolkien parlò al suo editore citando errori e suggerendo cambiamenti che trovano qui riscontro. Un pezzo davvero importante che si aggiunge alla mia collezione.
Fig. 1 |
Smith of Wootton Major
di J. R. R. Tolkien
George Allen and Unwin, Londra
Book Proof, 1967
Illustrazioni interne e di copertina di Pauline Baynes
Brossurato
Fig. 2 |
La storia della pubblicazione
Nel 1964, su richiesta dell'editore statunitense Pantheon Books, Tolkien
cominciò a scrivere la prefazione alla nuova edizione americana di The Golden Key di George
MacDonald un autore che conosceva bene e che aveva letto anche ai suoi
figli. Ma l’inizale disponibilità presto si scontrò con una presa d’atto che lo
portò a d ammettere a se stesso che la «memoria selettiva che aveva conservato
solo poche impressioni delle cose che mi interessavano, e rileggere MacDonald
non mi piacque affatto». Continuò a scrivere e il racconto allegorico che introdusse
nella prefazione, e che vedeva un cuoco e una grande torta, presto acquisì una
propria autonomia. Questa coincise con l’idea di abbandonare la scrittura della
prefazione al libro di MacDonald giacché si rese conto che in realtà stava
scrivendo «un saggio severamente critico contro George MacDonald – cosa non
necessaria e comunque ingiusta». Tolkien scrisse, in quella che sarebbe dovuta
essere la prefazione a The Golden Key,
che «MacDonald è un predicatore, e non solamente dal pulpito della chiesa; egli
predica in tutti i suoi numerosi libri» e, nella lettera a Michael di Capua
della Pantheon Books del 7 settembre 1964, scrisse che «Io non sono un così
grande ammiratore di George MacDonald come lo era C. S. Lewis […] Non sono
molto attratto (anzi, direi il contrario) dalle allegorie, mistiche o morali».
Fig. 3 |
Come scritto, la storia inserita in quella che doveva essere la
prefazione la libro di MacDonald, stava guadagnando slancio e una propria vita.
Tolkien scrisse la prima versione a mano e poi la dattiloscrisse con tre
differenti versioni con le prime due titolate The Great Cake (La grande
torta) e la terza nel definitivo Smith
of Wootton Major (Il Fabbro di
Wootton Major) completata nella metà di febbraio 1965. Il manoscritto fu
passato ad amici e parenti, con sua cugina Marjorie Incledon che ne rimase
entusiasta. Mentre il 26 ottobre 1966 Tolkien lo lesse durante l’incontro al Blakcfriars
Hall, la più antica Permanent Private
Halls dell'Università di Oxford, davanti ad un pubblico numeroso e
molto interessato.
Il 26 aprile 1967 Rayner Unwin scrisse a Tolkien in merito alla sua
richiesta di verificare l’interesse per una pubblicazione e sottoponendogli, a
tal riguardo, l’offerta di duemila dollari fatta dalla rivista americana Redbook
per la pubblicazione sul numero di natale e la richiesta di alcuni tagli al
testo fatti dallo stesso autore a o da altri autorizzati da lui. Rayner Unwin gli
fece notare che dopo la pubblicazione sicuramente ci sarebbe stata una
pressione affinché ci fosse anche un libro e per questo pensava di anticipare l’uscita
in un’edizione natalizia illustrato da Pauline Baynes, che aveva già lavorato
su Il
Cacciatore di Draghi (1949) e Le
avventure di Tom Bombadil (1962). Il 18 maggio, Joy Hill confermò a
Tolkien l’uscita per Natale sulla rivista statunitense Redbook.
Ronald Eames, dell’Allen and Unwin, inviò a Tolkien la copia di stampa del volume, assieme al dattiloscritto, il 28 giugno 1967, chiedendogli di cercare di adattare le modifiche utilizzando lo stesso spazio occupato dal testo nella bozza e di restituirgli la bozza corretta entro il 14 luglio.
Ronald Eames, dell’Allen and Unwin, inviò a Tolkien la copia di stampa del volume, assieme al dattiloscritto, il 28 giugno 1967, chiedendogli di cercare di adattare le modifiche utilizzando lo stesso spazio occupato dal testo nella bozza e di restituirgli la bozza corretta entro il 14 luglio.
Il 19 luglio 1967 Tolkien prese il treno da Bournemouth per Londra dove
pranzò con Rayner Unwin che gli mostrò i disegni che la Baynes aveva fatto per
il libro. Il giorno dopo, Eames scrisse a Pauline
Baynes che Tolkien era stato felice dei suoi disegni ponendo solo il veto sull’uso
del doppio colore come avvenuto per il Cacciatore di Draghi del 1949.
Il 1 agosto Joy Hill parlò con Tolkien al telefono sulla richiesta dell’editore
americano Houghton Mifflin di cambiare il titolo del libro. Il giorno dopo,
Tolkien scrisse alla Hill che non riusciva a capire il motivo per cui la Houghton
Mifflin voleva cambiarne il titolo.
Fig. 4 |
Il 7 agosto 1967 Ronald Eames, Allen and Unwin, scrisse a Tolkien allegandogli
questa bozza del libro, con la disposizione delle illustrazioni, e la speranza di
riaverle corrette la settimana seguente per via dei tempi stretti per la
pubblicazione.
Il 9 agosto 1967 Tolkien scrisse a Ronald Eames, restituendo la bozza del
libro mantenendo i fogli sciolti le illustrazioni della Baynes, e facendo
notare che:
1. la «data di pubblicazione è piuttosto allarmante (1567)» (Fig. 4);
2. ci sono solo tre correzioni da fare nel testo;
3. ha problemi solo con due delle illustrazioni non dal punto di vista artistico
ma di collocazione nel testo (Fig. 6);
4. suggerisce di modificare l’illustrazione di copertina (Fig. 5).
Tolkien poi affidò a Joy Hill un messaggio su come riposizionare le
immagini.
Sulla copia, l’editore appose dei timbri che riportano:
Book proof
Published
Price
7/6
Publication
Date
9. Nov. 1967
(timbrato
secondariamente in nero)
Il 17 agosto, Tolkien scrisse ancora a Eames che apprezzava il nuovo layout
del libro.
Su TolkienLibrary, s’indica che questa copia fu poi donata a Amy Ronald.
In realtà, l’8 novembre 1967, il giorno prima della pubblicazione, Tolkien
scrisse alla Ronald scusandosi per non averla incontrata quando lei era a
Oxford, per via di un malore, e
ringraziando per i fiori che lei le aveva inviato aggiungendo che le avrebbe
inviato una copia di Smith of Wootton
Major. La prima
edizione inglese uscì il giorno dopo, 9 novembre, in 17.000 copie distribuite nei
paesi anglofoni.
Fig. 5 - La Book Proof e la prima edizione pubblicata il 9 novembre 1967 |
Piccola curiosità italiana: Il 25 agosto 1967, la Allen and Unwin, proposero all'editore italiano Mario Ubaldini, che con la sua Astrolabio stava dando alle stampe il primo volume del Signore degli Anelli, la Compagnia dell'Anello, di tradurre e pubblicare il Fabbro. Ubaldini rispose che lo avrebbe fatto dopo la pubblicazione del Signore degli Anelli. Le cose non andarono come auspicato dall'editore romano.... se volete conoscere meglio questa storia, vi consiglio il mio Tolkien e l'Italia.
Fig. 6 |
Il 23 novembre dello stesso, con il consenso di Tolkien, il testo fu pubblicato integralmente sul numero 130 della rivista Redbook illustrato da Milton Glaser, che di fatto rappresentò la prima edizione americana di quest'opera. Il libro uscì in seconda edizione nel 1975, sempre illustrato dalla Baynes, e nel 1990 con i disegni di Roger Garland e in alcune raccolte come Tree and Leaf Smith of Wootton Major The Homecoming of Beorhtnoth., Tales from the Perilous Realm e Poems and Stories. In Italia uscì nel 1976 per la Rusconi nel volume Albero e Foglia. Un libro che, nel 2005, ha visto una nuova edizione curata da Verlyn Flieger con l’aggiunta di materiale inedito dello stesso Tolkien: la Prefazione, il testo de Il Fabbro di Wootton Major, una Postfazione, la "Genesi della storia". Nota per Clyde Kilby di Tolkien, la Bozza di introduzione a "The Golden Key", "La grande Torta". Schema temporale e Personaggi, Idee per il finale della storia, Smith of Wootton Major, Trascrizione della versione ibrida della "Grande Torta", "Lago di Lacrime". Trascrizione del manoscritto, e le Note. Uscito in Italia, quest’ultimo, per Bompiani lo stesso anno nell’edizione deluxe.