«Venezia
elfica come Gondor, che gioia il rosario in latino»
Un volume ricostruisce tutti i rapporti, personali
ed editoriali, tra il maestro del fantasy e l’Italia. Con il diario inedito del
soggiorno in Laguna e ad Assisi
Libero 11 gennaio 2017
di Minska Ruggieri
Tutto quello che si può umanamente voler sapere sui
rapporti - personali ed editoriali - tra l’autore de Il Signore degli Anelli e
il Belpaese si trova ora nel volume di Oronzo Cilli Tolkien e l’Italia (il
Cerchio, pp. 448, euro 29, con prefazione di Christina Scull e Wayne G. Hammond
e introduzione di Gianfranco de Turris), contenente anche il diario inedito (da
noi) del primo soggiorno italiano (31 luglio-13 agosto 1955) dello scrittore
britannico: l’adesione dal 1945 al 1955 alla Oxford Dante Society, la prima
opzione della Mondadori (1954-55), la seconda (1962) con la clamorosa
bocciatura di Elio Vittorini per motivi letterari, i viaggi in Italia,
l’edizione Ubaldini (1967) de La compagnia dell’Anello, il problema delle
traduzioni, la fortuna e la sfortuna critica con le varie recensioni su
giornali maggiori e minori, la nascita della Rusconi e l’opera del suo
direttore editoriale Alfredo Cattabiani, del prefatore Elémire Zolla, del
curatore Quirino Principe e dell’illustratore Piero Crida, le demonizzazioni
ideologiche, Lo Hobbit pubblicato da Adelphi (1973), le letture di sinistra con
gli «Indiani metropolitani» e quelle di destra con i «Campi Hobbit», i film di
Peter Jackson ecc. ecc.. Il tutto corredato da importanti testimonianze
rilasciate all’autore, il maggior collezionista italiano di Tolkien, da
interviste e da una lunga rassegna di tutte le edizioni italiane dei libri del
professore di Oxford. Tolkien venne per la prima volta in Italia accompagnato
dalla figlia Priscilla, allora 26enne, mentre la moglie Edith partì per una
crociera sul Mediterraneo con tre amiche, e tenne un diario intitolato Giornale
d’Italia, oggi custodito presso la Bodleian Library. Qui accanto ne riportiamo
alcuni stralci.