giovedì 24 ottobre 2019

Tolkien alla BnF: un viaggio meraviglioso


Ho avuto l’onore e il grande piacere di essere invitato dalla Bibliothèque nationale de France (BnF), come studioso e autore di libri su Tolkien, ai due eventi che hanno anticipato l’apertura al pubblico dell’esposizione “Tolkien: Voyage en Terre du Milieu”, domenica 20 ottobre e al vernissage del giorno seguente. È mia intenzione non scrivere la cronaca del vernissage a cui ho preso parte ma cercare di raccontare le emozioni vissute nell’ammirare quanto esposto partendo con l’essere chiaro, sincero e diretto: è la mostra più completa e imponente mai dedicata a Tolkien. Una vera meraviglia capace di emozionare e di incantare.

L’esposizione è allestita presso la sede principale della biblioteca più grande e importante di tutta la Francia, la BnF “François Mitterrand” di Parigi. A curarla, Vincent Ferré professore di Letteratura Comparata all’Université Paris-Est Créteil (UPEC) e Fredéric Manfrin, capo curatore del dipartimento di Filosofia, Storia e Scienze dell'uomo della BnF. È il terzo e ultimo capitolo di un grande progetto espositivo inaugurato nel giugno 2018 alla Bodleian Library di Oxford, con tappa alla Morgan Library di New York prima di approdare sulla rive gauche della Senna. 

Tre grandi esposizioni che celebrano J.R.R. Tolkien come uomo, professore e autore, ma nessuna identica e ripetitiva. Tutte hanno attinto alle stesse fonti: gli archivi della Bodleian Library a Oxford (UK) e del Raynor Memorial Libraries - Marquette University di Milwaukee (US) e alcune collezioni private. Ma ognuna di esse possiede una propria identità che la rende unica. Dagli spazi (si è passati dalla raccolta sala espositiva della Bodleian Library, circa 250 mq, ai mille mq di Parigi), ai particolari delle immagini sulle pareti, ai percorsi tematici, alle collaborazioni avviate a corredo della mostra, alla scelta del materiale da esporre. Un gran lavoro portato avanti da studiosi e curatori che hanno saputo trasferire nei visitatori la grandezza di questo autore del Novecento. Nessuna classifica o paragone, nulla di scontato e con l'obiettivo centrato: stupire, appassionare, emozionare, far riflettere, comprendere, elaborare e far crescere il dibattito attorno al suo lavoro. In poche parole, rendere omaggio a J.R.R. Tolkien nel migliore dei modi.


Ciò che colpisce visitando l’esposizione di Parigi è senza dubbio lo spazio che la più importante Biblioteca francese ha scelto di dedicare a un autore inglese. Mille metri quadri che esaltano documenti, disegni, lettere, libri, grandi immagini e arazzi che riproducono i disegni di Tolkien e che riescono a rendere concreta, reale, tangibile la sua grandezza, il suo immenso lavoro e la continua ricerca di scoprire, lui per primo, il mondo che viveva nella sua mente per poi poterlo svelare al mondo intero. Il numero del materiale esposto è davvero impressionante. Si respira la passione, il lavoro, la ricerca della perfezione, l’accuratezza della sua creazione che riversava su semplici fogli spesso già utilizzati su un verso durante l’attività accademica. 

Così, oltre ai già noti progetti di sovraccoperte per Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, o alcune pagine manoscritte ormai celebri nel web, dagli Stati Uniti, la Marquette ha inviato ben 80 pagine dai manoscritti originali di Tolkien: 8 pagine de Lo Hobbit, 58 del Signore degli Anelli, 3 del Cacciatore di Draghi e 11 di Mr. Bliss. Solo questi fogli meriterebbero il viaggio per vedere l’esposizione! Ma a fianco delle citate pagine trovano posto un altissimo numero di disegni, bozze, appunti, cronologie e tutte vergate dalla mano del Professore di Oxford. Ho cercato di avvicinarmi il più possibile a ogni singolo foglio e disegno, quasi a sfiorarlo con i naso. Uno per uno (non a caso ci ho impiegato circa tre ore per completare la visita!), immaginando il momento in cui Tolkien preso quel foglio, e riordinando le idee, intingeva il pennino Esterbrook Relief 314 nell’inchiostro nero o azzurro e cominciava a dar forma al suo pensiero. Potevo quasi sentire il graffio del pennino sulla carta ruvida. Su alcuni ho potuto anche distinguere i diversi momenti di scrittura e rivisitazione, come il foglio con le misure Hobbit che vede una prima versione in inchiostro nero scritto con una calligrafia chiarissima, un secondo intervento con biro rossa e, infine, alcuni aggiustamenti con una biro verde. Così come con i fogli dattiloscritti, l’ho immaginato mentre corregge o aggiunge commenti a un testo che molto probabilmente aveva già scritto e riscritto più volte.  

Se avrete modo di visitare l’esposizione parigina vi consiglio di fare lo stesso: avvicinatevi più che potete a quelle pagine e osservatele attentamente, non per adorarle, sarebbe sciocco, ma per toccare con gli occhi il desiderio che portava dentro di liberare il suo mondo. Questa, a mio avviso, è la vera bellezza di questa esposizione: il poter rivivere il momento della creazione, dell’elaborazione, della rivisitazione prima di essere impressa sulla pagina stampata. In quelle sale troverete il genio di Tolkien.

Un altro aspetto che mi ha positivamente colpito del grande lavoro compiuto dai curatori Ferré e Manfrin, assieme a tutto lo staff della BnF, è stato quello di riuscire a trasmettere al visitatore anche quel senso di continuità, di legame, di collegamento tra quello che c’è stato prima e dopo Tolkien. e che non avevo visto nelle due precedenti esposizioni di Oxford e New York. Mi riferisco alla scelta d’inserire documenti, libri e oggetti non appartenuti o prodotti da Tolkien, ma a lui indirettamente collegati: le prime edizioni dei libri di William Morris, le illustrazioni di Aubrey Beardsley per La Morte d’Arthur di Thomas Malory, i progetti di pendenti della Maison di George Fouquet, il calendario runico del 1566, la spada scandinava del IX secolo o un manoscritto della Divina Commedia di Dante del XIV secolo aperto su una pagina dell’Inferno dove fu disegnata l’immagine di un demone che ricorda il Balrog. Riferimenti e innesti, tutti provenienti dalla collezione BnF, che arricchiscono l’esposizione e aiutano a rendere chiara la profondità del lavoro di Tolkien, che altri non è che un robusto e vigoroso ramo di un albero ancor più grande e forte che affonda le proprie radici nella grande tradizione e cultura europea. Al passato, Ferré e Manfrin, hanno voluto inserire, anche ciò che oggi si è creato ispirandosi al suo lavoro di artista, esponendo quattro dei sette grandi arazzi tessuti dalla Cité Internationale de la Tapisserie di Aubusson. Qualcosa di straordinariamente bello e allo stesso tempo delicato. Fianco a fianco, il disegno originale di Tolkien e il grande arazzo di Aubusson, come se avessimo a disposizione una lenta d’ingrandimento che permette di scrutare ogni singolo dettaglio e particolare. Un lavoro, quello di Aubusson, che son convinto avrebbe lasciato senza parole lo stesso Professore di Oxford e, magari, gli avrebbe fatto ripetere quello che scrisse al compositore Carey Blyton, quando questi chiese il permesso di comporre una Hobbit Ouverture, “Come autore sono onorato di sentire che ho ispirato un compositore. Speravo da tempo di riuscire a fare una cosa simile” (Lettere 260, 1964). 

Una menzione speciale, per quanto mi riguarda, è stato lo spazio dedicato alla vita di Tolkien, mio grande interesse e oggetto di studio. Rivedere la scrivania e la sedia che gli appartennero, già esposte a Oxford, così come le fotografie che lo ritraggono con la sua famiglia o alcuni libri che gli appartennero è stato per me motivo di grande emozione. 

Della grande esposizione parigina, alla fine, porto con me le tante emozioni vissute, la ricchezza delle nuove informazioni acquisite, la bellezza degli allestimenti, il tempo passato con Alessandro Voglino, mio amico di viaggio, le risate e le chiacchierate con Jeremy Edmonds e Marcel Aubron-Bülles e lo scambio di battute con Vivien Stocker, Vincent Ferré, Fredéric Manfrin, Mónica Sanz Rodríguez ‘Findûriel’, Shaun Gunner, René van Rossenberg e gli amici della Società Tolkieniana Spagnola.

CATALOGHI
La Bodleian Library, per l’esposizione di Oxford, pubblicò due bellissimi volumi curati da Catherine McIlwaine, Tolkien Archivist e curatrice della mostra oxoniense: Tolkien: Maker of Middle-Earth e Tolkien Treasures. Entrambi contengono dei saggi sulla vita e l’opera di Tolkien con il primo, un’edizione rilegata di grande formato, presenta l’intera collezione visibile alla mostra di Oxford con l’aggiunta di materiale non eesposto e il secondo, in formato ridotto con il solo materiale conservato negli archivi della Bodleian Library e messi a disposizione per l’esposizione. 

Allo stesso modo, Ferré e Manfrin hanno curato due meravigliosi cataloghi dell’esposizione parigina, entrambi titolati “Tolkien: Voyage en Terre du Milieu”. Il primo rilegato e in grande formato che contiene tutto il materiale esposto, e quello scelto ma non inserito nell’esposizione, il secondo, in versione ridotta. Entrambi sono di altissima qualità nei contenuti, nella qualità della carta e delle riproduzioni delle immagini, solo che il primo è acquistabile on line al prezzo di 40 € (e li vale davvero tutti), mentre il secondo, al costo di 16,50 €, al momento è solo acquistabile dalla libreria all’interno della BnF.

Piccola postilla che mi riguarda: sono onorato di aver trovato nella bibliografia, tra le “Revues, ouvrages et artiches critiques consacrés à J.R.R. Tolkien”, citato il mio libro Tolkien’s Library: an annotated checklist, unico italiano assieme ad altri studiosi per me da sempre punto di riferimento.

           

Informazioni sull’esposizione “Tolkien: Voyage en Terre du Milieu”
L’esposizione è allestita nella Bibliothèque nationale de France (BnF) “François Mitterrand”, Quai François Mauriac a Parigi (Metro 14 e 6 e RER C fermata “Bibliothèque François Mitterrand”), Gallerie 1 e 2 dal 22 ottobre 2019 al 16 febbraio 2020. 

È un evento promosso in partenariato con la Bodleian Libraries, University of Oxford, il supporto di Raynor Memorial Libraries - Marquette University, della Tolkien Estate e della famiglia Tolkien e la partecipazione della Cité Internationale de la Tapisserie, Aubusson et du Musée de l’Armée.

Aperto al pubblico dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19 e solo il giovedì dalle 10 alle 21. Chiuso il lunedì e i giorni festivi.

Il costo per l’accesso è di 11 €, ridotto 9 € e gratuito per i minori e i possessori di un Pass BnF lettura/cultura o ricerca. A tal proposito vi consiglio di richiedere all’ingresso la tessera BnF annuale, che ha sul fronte la locandina dell’esposizione, al costo di 15 € che vi consente l’accesso alle gallerie e vi resta come splendido ricordo della giornata. È possibile acquistare il biglietto o la tessera anche on line, a questo LINK.


Le visite guidate costano 3 € ed è possibile prenotarle scrivendo a visites@bnf.fr. 

Gli eventi

Da giovedì 14 novembre, saranno promossi anche degli incontri a tema:

Figlio di Christopher e nipote di J.R.R. Tolkien
14 novembre 2019

con Leo Carruthers, professore emerito dell’Université Paris-Sorbonne in studi medievali inglesi
21 novembre 2019

con Damien Bador, dell’Associazione francese Tolkiendil
28 novembre 2019

con Christine Laferrière, anglista, specialista nel Medioevo e nell'inglese antico e traduttrice
5 dicembre 2019

con Olivier Piffault, direttore del dipartimento di conservazione, BnF
6 dicembre 2019

12 dicembre 2019

con Isabelle Pantin, professore emerito al dipartimento di Letteratura e Lingue all’École Normale Supérieure
19 dicembre 2019

Il 24 e 25 gennaio 2020, ci sarà un dibattito su Tolkien e la guerra, organizzato dal Museo de l’Armée e dalla BnF, che vedrà la partecipazione anche di John Garth, autore di Tolkien e la Grande Guerra.

Qui potete scaricare il pdf della rivista ufficiale della BnF, Chroniques, dedicata all’esposizione.

Questa la pagina ufficiale dell’esposizione “Tolkien: Voyage en Terre du Milieu”.