La particolarità del volume che presento non è data dal
testo, un’edizione come le altre dei Racconti incompiuti di Tolkien, ma dalla
sua sovraccoperta "fantasma". Termine questo, usato dal suo creatore,
quel Piero Crida che ha illustrato le più belle copertine dei libri di Tolkien
edite da Rusconi, noto e apprezzato da tutti i collezionisti tolkieniani.
Piero Crida, nasce a Torino e compie i suoi studi presso
l'Accademia Albertina di Belle Arti. Ha insegnato Storia dell’Arte ed Estetica
al Museo di Arte Moderna di Torino e alla Fondazione dei Centri di Studi
Europei della stessa città. Ha disegnato collezioni di tessuti per
Missoni, Etro, e Benetton, nonché gioielli di Pomellato e Sicard, piastrelle in ceramica
per Opificio Umbro e illustrazioni per Rusconi,
Franco Maria Ricci e tanti altri. Le sue illustrazioni si trovano su Vogue,
Harper Bazaar e Vanity e mentre i suoi libri-oggetto, pezzi unici, su testi di
Evelina Schatz, sono esposti alla Biblioteca dell’Accademia delle Scienze di
San Pietroburgo.. I suoi acquerelli sono stati
esposti in Europa, Sri Lanka e Stati Uniti e sono stati in asta da Sotheby.
Quella che vedete in fotografia è l'unico esemplare di
sovraccoperta disegnata da Crida e mai utilizzata da Rusconi. Un vero inedito
italiano che ho il piacere di presentarvi in quest’articolo.
In questi ultimi tre anni ho lavorato a una pubblicazione
sulla storia editoriale delle opere di Tolkien nel nostro paese. Un lavoro di
ricerca in Italia e in Inghilterra che mi ha dato la possibilità di conoscere
gente meravigliosa, studiosi appassionati e tantissime persone come curatori,
traduttori, editori e illustratori che negli anni hanno legato il proprio nome
a quello di Tolkien. Tra queste, ho avuto modo di conoscere Piero Crida e
stringere con lui una bellissima amicizia che ancora oggi prosegue. Una di
quelle belle persone che nella vita ti auguri un giorno di poter incontrare.
Grazie a lui ho avuto modo di conoscere aneddoti, vicende e particolari del
periodo che l’hanno visto collaborare con l'editore milanese Edilio Rusconi. E
la sovraccoperta "fantasma" esce proprio durante una nostra
discussione sul suo lavoro tolkieniano.
Questo suo vecchio lavoro salta fuori assieme alle bozze
preparatorie del Silmarillion. In un primo momento, lo stesso Crida non ricordò
se i due rosoni fossero stati utilizzati su qualche copertina Rusconi. Cosa che
confermai prontamente vista la mia esperienza con le edizioni italiane. All'inizio
pensai a una sovraccoperta per Albero e Foglia, ma così non era. Poco dopo, fu
lo stesso Crida a dirimere l'arcano trovando la bozza della sovraccoperta con i
due rosoni: era per i Racconti incompiuti di Tolkien.
La prima edizione dei Racconti incompiuti è uscita nel 1981
con in sovraccoperta un particolare de La Grande Opera di Brero Dovilio e solo
nel 1986 con una nuova sovraccoperta, nota a tutti, disegnata da Piero Crida. Ma
allora, qualcuno si chiederà, questa sovraccoperta in quale anno quando sarebbe
dovuta uscire? Sulla data Piero Crida non un ricordo preciso né le bozze contengono
dettagli utili all'individuazione del periodo di realizzazione. In realtà penso
di aver trovato una risposta all'enigma che è legata a un evento particolare di
quell'inizio degli anni Ottanta. Questo lo svelo nel mio prossimo libro perciò
vi chiedo ancora qualche mese di pazienza.
Gli originali dei due rosoni, così come la bozza di lavoro
della sovraccoperta, sono oggi da me conservati. Riporto due foto dei Rosoni
realizzati da Piero Crida con i riferimenti scritti di suo pugno. Due rosoni
bellissimi che le foto, purtroppo, non gli rendono giustizia.
Racconti Incompiuti
di Númenor e della Terra-di-mezzo
di J.R.R. TOLKIEN
A cura di Christopher Tolkien
Traduzione di Francesco Saba Sardi
Rusconi, Milano, (data incerta), pp. 612
Illustrazione di copertina di Piero Crida
Rilegato con sovraccoperta
Risvolti di copertina
Alla definizione del vastissimo corpus narrativo di J.R.R.
Tolkien mancavano questi Racconti incompiuti, che il figlio dello scrittore,
Christopher, ha amorosamente raccolto e conservato per anni, e che qui pubblica
con l'apparato di note, appendici, indici, necessario alla loro piena
comprensione e al loro inquadramento anche «storico» nell'universo tolkieniano.
Va però subito detto che molto spesso questi racconti «incompleti» appaiono in
effetti in sé conclusi e perfetti, e anzi da annoverare tra le espressioni più
alte dell'arte di J.R.R. Tolkien, e ne fanno fede - ma è soltanto un esempio -
«Narn i Hîn Húrin» e «Aldarion e Erendis». Impegnato a lungo nella
progettazione e stesura della sua grande favola, Il Signore degli Anelli, lo
scrittore continuò per decenni a sviluppare temi e filoni, per poi riporre
questi suoi testi nel cassetto perché gli sembravano non immediatamente
integrabili nel disegno generale: rami collaterali, spesso però di fondamentale
importanza sia formale che contenutistica, appartenenti ai due «momenti»
principali della produzione tolkieniana, il mitologico esemplificato dal
Silmarillion, e il favolistico (Il Signore degli Anelli, Tom Bombadil, Lo
Hobbit, Albero e Foglia, eccetera).
Sono racconti che in ordine di tempo (il tempo «altro» di
quel colossale arazzo, policromo quanto coerente e unitario, che è l'opera di
Tolkien) vanno dai Primi Giorni della Terra-di-mezzo alla fine della Guerra
dell'Anello; e vi si legge, tra l'altro, come Gandalf riuscì a spedire i Nani a
Hobbiville, quel che accadde allorché il dio del mare, Ulmo, si rivelò a Tuor
sorgendo dalle acque sulla costa del Beleriand, qual era l'organizzazione
militare dei Cavalieri di Rohan, com'era fatta l'Isola di Númenor, come si
svolse la Battaglia dei Campi Iridati, e ancora tutto quello che le «antiche
cronache» narrano dei Cinque Stregoni, delle Palantíri, della leggenda di
Amroth... Per gli innumerevoli fedeli di J.R.R. Tolkien, è questo il necessario
completamento, e insieme la chiave ai molti enigmi lasciati insoluti, del
Signore degli Anelli e del Silmarillion, con i quali forma in realtà una
trilogia: un libro destinato a coloro che non s'accontentano delle vicende, dei
«fatti», ma vogliono esplorare fino in fondo la Terra-di-mezzo con i suoi
linguaggi, le sue leggende, i suoi sviluppi politici, le sue genealogie, come
pure a chi apprezza soprattutto il succedersi, qui continuo, incalzante, di
episodi, personaggi, eventi tragici, grotteschi, patetici. Dove i racconti sono
rimasti allo stato frammentario, le lacune sono state colmate dal figlio dello
scrittore con spiegazioni, rimandi alle opere già note; la partecipe traduzione
di Francesco Saba Sardi ha contribuito a sciogliere i nodi d'un testo spesso
arduo.
Questo, che è l'estremo e postumo messaggio del grande
scrittore inglese, è dunque il fastigio che corona splendidamente l'edificio
narrativo e filologico del «creatore d'un intero mondo» (Auden). Nani, elfi, il
Signore Oscuro e il drago Glaurung, uomini buoni e cattivi, orchi, eroi e
vigliacchi, guerrieri e maghi, briganti e navigatori, re e regine, per l'ultima
volta sfilano sotto lo sguardo incantato del lettore-spettatore, concludendo
l'enorme ciclo del suo indimenticabile epos.