Geniuses
Together
American Writers in Paris in the 1920s
di Humphrey
Carpenter
Unwin
Hyman, Londra
1°
ed. 1987, pp. 246
Illustrazione
di copertina di Mark Edwards
Rilegato con sovraccoperta
Rilegato con sovraccoperta
Informazioni sul libro
L’incontro
tra intellettuali di talento, gli aspiranti e gli espatriati nei primi anni
Venti era, da Gertrude Stein, definita la “Generazione perduta” che Carpenter
magistralmente racconta in questo suo libro. Il settennio scelto è quello che
vide Hemingway e i suoi “colleghi pensanti” affollare Montparnasse tra il 1921
e il 1928. Un narrazione sublime che avvolge e cattura. Capace di riportare il
lettore a rivivere anni romantici al fianco di letterati che hanno segnato la
storia del secolo scorso. Idealisti ma uniti. Pound, Joyce, Hemingway,
Fitzgerald, che condividono amanti, case, denaro e scandali. Un libro che
racconta un mondo attorno ad un quartiere parigino capace di arricchire
culturalmente intere generazioni in ogni angolo del mondo.
Natale
1931 nella storica libreria Shakespeare and Company, la sua
fondatrice Sylvia Beach nota un “uomo alto, giovane e bruno con dei
baffetti" che sfoglia delle riviste. Inizia a parlarci e scopre che non
ha denaro per pagarla così lei gli offre le riviste dicendogli che può pagare quando vuole.
Solo a quel punto scopre che l'uomo aveva per lei una lettera di Sherwood Anderson nella quale si presentava il suo “amico Ernest Hemingway, uno
scrittore americano che conosce quanto accade negli Stati Uniti e che sicuramente
potrà, con la sua signora, farvi sapere”.
Un’interessantissima
recensione
al libro di Carpenter un anno dopo la pubblicazione, nel maggio 1988, a firma di Bradley Bloch su «The
New Criterion» che consiglio di leggere.
Non una semplice “copertina”
La
sovraccoperta da solo ispira e rimanda i lettori a quella fervente comunità letteraria che ha frequentato le strade parigine e che l'artista Mark
Edwards ha qui immortalato: Ernst Hemingway, Ezra Pound, James Joyce e Robert McAlmon seduti al Café du Dôme a Montparnasse.
Dai
primi del Novecento il Café du Dôme a Parigi, conosciuto anche come il primo «caffè anglo-americano», rappresentò il luogo d’incontro di intellettuali che assunsero il nome di Dômiers,
tra questi: Ernest Hemingway, Pablo Picasso, Ezra Pound, Amedeo
Modigliani, Gertrude Stein, Sinclair Lewis, Gibran Khalil Gibran, Paul Gauguin, Max Ernst, Wassily
Kandinsky, Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, Aleister Crowley, Tsuguharu
Fujita, Moise Kisling, Henry Miller, Anaïs Nin, Pascin, Man Ray, Chaim Soutine
e Gerda Taro.
L’autore: Humphery Carpenter
Il
suo nome completo era Humphrey William Bouverie (1946-2005) ed è stato un
importante biografo, scrittore e produttore radiofonico. Ha pubblicato
moltissimi libri e tra questi, le biografie che sono diventate punti di riferimento
per molti studiosi come quella su W. H. Auden (1981), Ezra Pound (1988), Evelyn
Waugh (1989), Benjamin Britten (1992), Robert Runcie (1997), e Spike Milligan
(2004). È stato anche l’unico biografo “autorizzato” di J.R.R. Tolkien, avendolo conosciuto a Oxford, ad oggi ancora utile e
fondamentale per ogni ricerca e studio. Su Tolkien, oltre alla Biografia,
ha curato il volume Gli
Inklings, sul gruppo letterario oxoniense di cui facevano parte, oltre all'autore di The Hobbit, i fratelli Lewis e Charles Williams, e Le
Lettere di Tolkien curato con il sostegno del figlio fi Tolkien, Christopher.
Un piccolo tesoro: due
lettere e una cartolina “speciale”
Il libro, appartenuto a Rayner Unwin, figlio di Stanley, primo e storico editore di Tolkien, conserva un vero e proprio tesoro: due lettere e una cartolina davvero “speciali” scritte e firmate da Carpenter e
indirizzate a Rayner.
La prima lettera
La
prima lettera è datata 9 marzo 1987. Carpenter scrive all'amico ed editore Rayner Unwin che, in occasione del loro incontro durante lo “Hobbit party” del giovedì successivo, avrebbe cercato di convincerlo a leggere un testo scritto da un sacerdote che ha attraversato
il Sahara spingendo una carriola. Scrive Carpenter «Non sto scherzando! Ed è un
ottimo libro! Ti spiegherò tutto Giovedì!!!»
Il
libro a cui fa riferimento Carpenter, è quello di Geoffrey Howard, pastore anglicano che percorse in 93 giorni – dal 20 dicembre 1974 al 23 marzo
1957 – 3138 chilometri da Beni Abbes (Algeria) a Kano (Nigeria), trasportando
cibo e acqua su una carriola creata appositamente e ispirata alla tipica imbarcazione
cinese. Il libro non sarà pubblicato dalla Allen and Unwin bensì dalla Alan
Sutton Publishing nel 1990 con il titolo “Wheelbarrow across The Sahara”.
Carpenter
manifestò anche il proprio compiacimento per aver passato il manoscritto del
suo libro a Hazel Orme, un copy-editor che
lui lodava moltissimo e che in effetti era considerato tra i più importanti. A
conclusione propose, qualora Rayner lo avesse ritenuto opportuno, di migliorare il
testo così come già fatto per “Ezra”. Il riferimento è chiaramente all’altro
libro di Humphrey Carpenter che l’Allen and Unwin pubblicherà nel 1988 “A
Serious Character: The Life of Ezra Pound”. La
lettera è firmata “Humphrey”.
La seconda
lettera
La
seconda lettera è datata 28 ottobre 1987 a seguito della pubblicazione del
libro. Carpenter ringraziò l’amico Rayner per la cura del volume e il risultato
finale, definito “eccezionalmente bello”. Rimandò ad un incontro tra i due anche
perché interessato ad ascoltare l'ultima avventura himalayana di Rayner Unwin.
Ed è proprio sull’Himalaya che tredici anni dopo, nel 2000, la figlia di Rayner
sparse le ceneri del padre.
In
un post scriptum Carpenter chiede a
Rayner se fosse possibile inviare una copia del suo libro a “Christopher”. Con molta probabilità, e vista il tono amichevole, si
potrebbe trattare di Christopher Tolkien. Cosa che venne fatta giacché, a margine
della lettera, Rayner annotò a matita d’inviare copia del libro con lettera di
ringraziamento.
Anche
questa seconda lettera è firmata “Humphrey”.
La cartolina “speciale”
Il terzo
“tesoro” contenuto in questo libro è la “speciale” cartolina che il 2
dicembre 1987 Humphrey Carpenter spedì da Parigi a Londra al suo amico Rayner Unwin. Il
retro della cartolina, questa volta scritta a mano da Carpenter, riporta un
saluto e un riferimento ad una telefonata tra i due.
Ciò
che più conta, in realtà, è che la cartolina inviata non è altro che la
cartolina della libreria parigina Shakespeare and
Company che ha un ruolo fondamentale nella storia raccontata da
Carpenter in questo libro.
La Shakespeare and Company
Non si può ignorare la storia di questa storica libreria parigina sulla riva gauche della Senna che ho, nella sua
attuale sede, più volte visitato durante i miei viaggi nella capitale francese.
Una libreria unica, capace di trasportami in un mondo che non vorrei mai
abbandonare. E chi ama i libri sa a cosa mi riferisco.
La
libreria fu fondata da Sylvia Beach nel
1919 e divenne da subito un luogo di incontro davvero unico per scrittori e artisti.
La Beach
era un'emigrata statunitense e aprì la Shakespeare
and Company al numero 8 di rue Dupuytren. Per poi spostarla nel 1921 al 12
di rue de l'Odéon, dove rimase fino al 1941. In questi venti anni, la libreria
fu considerata il centro della cultura anglo-americana a Parigi capace di
raccogliere scrittori e artisti come Ernest Hemingway, Ezra Pound, Francis
Scott Fitzgerald, Gertrude Stein, George Antheil, Man Ray e James Joyce. Tutti
passarono molto tempo al suo interno al punto che Hemingway la citò in Festa
mobile. La Beach faceva anche circolare titoli vietati in Inghilterra e
in America come L'amante di Lady Chatterley di David Herbert Lawrence o l'Ulisse
di James Joyce. Quest’ultimo, censurato in quei due Paesi, venne stampato proprio
dalla Beach per la prima volta nel 1922. Dopo l’occupazione di Parigi, la libreria
venne chiusa e mai più riaperta.
Fu
George Whitman, nel 1951, ad aprirne una con il nome di Le Mistral diventando ancora una volta punto centrale della cultura
parigina. Dopo la morte di Sylvia Beach, in suo onore il nome venne cambiato in
Shakespeare and Company raccogliendo,
negli anni Cinquanta, gli scrittori della Beat Generation come Allen Ginsberg,
Gregory Corso e William Burroughs. Whitman chiamava la Shakespeare and Company
un'utopia socialista mascherata da libreria. La libreria offre posti a
dormire, ricavati dai divani al suo interno, ad artisti e scrittori
squattrinati in cambio di alcune ore di lavoro fra gli scaffali.
Ancora
oggi la libreria, gestita dalla figlia di Whitman, al 37 di rue de la Bûcherie,
vicino Place St.Michel, a pochi passi dalla Senna, vive ed è punto di
riferimento di francesi e non solo con i suoi regolari eventi come il sunday
tea, incontri con gli scrittori e letture di poesie.
Questo
il sito della libreria.