mercoledì 13 aprile 2016

La Saga di Hervör curata da Turville-Petre e l'introduzione di Christopher Tolkien


Hervarar saga ok Heiðreks
Note e glossario di Gabriel Turville-Petre
Introduzione di Christopher Tolkien
Viking Society
Universty College London, 2006
Brossura

La saga
La saga norrena del XIII secolo Hervarar saga ok Heiðreks (italiano: Saga di Hervör), compostra da riferimenti provenienti da saghe più antiche, è di grande ineteresse perché rnarra delle lotte avvenute nel IV secolo tra Unni e Goti ed è utile a ricostruire il periodo medievale della Svezia. Della saga esistono diversi manoscritti, ma quelli ufficialmente riconosciuti sono tre, identificate con le lettere: H (tradotto intorno al 1325 da Haukr Erlendsson e oggi custodita nell'Hauksbók); R (oppure MS 2845 4to, oggi conservata nella Biblioteca Reale Danese a Copenaghen datata al XV secolo) e infine U (scritta da Síra Jón Erlendsson e conservata nella Biblioteca dell'Università di Copenaghen). Versioni differenti solo in minima parte tra loro, anche se la più vicina all’originale è la versione R.

Tema della saga è la forgiatura della spada Tyrfing per re Sigrlami (R) / Svafrlami (H e U) ad opera dei nani Dvalinn e Durinn (U) / Dulinn (H) che la maledirono (i nomi dei nani e la maledizioni sono assenti nella versione R). Successivamente il sovrano la donò a (R) / la perse per mano di (H e U) Arngrim da Bolmsö che, a sua volta, la passò a Angantyr suo figlio, che morì combattendo per mano dell'eroe svedese Hjalmar sul Samsø. Alla sua morte, l’amico Örvar-Oddr pose Angantyr e la spada sotto un tumulo dal quale fu recuperata da sua figlia la skjaldmær (donna guerriero) Hervor, che invocò a giudizio per reclamare la sua eredità suo padre defunto. Il seguito della saga vede narrare le vicissitudini di Hervor e del figlio Heidrek, re di Reidgotaland con la lotta per l’eredità paterna tra i figli di quest’ultimo, Hlöd e Angantyr Heidreksson, con il primo sconfitto e ucciso anche se aiutato dagli Unni. Una deelle storie narrate verso la conclusione è sul figlio di Angantyr, Heidhrekr Ulfhamr, che succedette al padre quale re di Reidgotaland per lungo tempo, padre a sua volta di Hildr, la madre di Halfdan il Valoroso e questi padre di Ivar Vidfamne. 


Gabriel Turville-Petre fu Professor of Ancient Icelandic Literature and Antiquities all’Università di Oxford. Nato in una famiglia cattolica, quarto di cinque figli e fratello del noto archeologo Francis, studiò all’Ampleforth College e al Christ Church di Oxford e nel periodo compreso tra il 1931 e il 1934 conseguì il Bachelor of Letters sotto la supervisione di Tolkien. Studiò l’islandese e la letteratura scandinava sin da bambino, prima in Inghilterra e poi in altri paesi del nord e soprattutto in Islanda, dove soggiornò per diversi anni. Tra i suoi lavori Hervarar saga ok Heiðreks, dove curò le note e il glossario e con l’introduzione scritta da Christopher Tolkien. Padre di tre figli, fu prima Vigfusson Reader all’Università di Oxford in Ancient Icelandic Literature and Antiquities (1941), e poi Professor nel 1953 fino al pensionamento nel 1975. Tra i riconoscimenti ricevuti: Knight of the Falcon (Islanda); membro della Royal Gustavus Adolphus Academy (Svezia) e membro onorario a vita della Viking Society for Northern Research. Nel 1973 fu eletto fellow della British Academy. Alla sua morte, lasciò la sua biblioteca personale in eredità alla Biblioteca della Facoltà d’Inglese dell’Università di Oxford (Icelandic Collections).

La versione di Turville-Petre
Questa versione curate da Gabriel Turville-Petre, che è possible leggere anche on line (Hervarar saga ok Heiðreks) vede l’introduzione del figlio di Tolkien, Christopher, “la cui conoscenza delle leggende di questa saga ha un valore eccezionale”. Lo stesso Christopher, poi, nel 1960 tradusse la Saga pubblicandola nel volume The Saga of King Heidrek the Wise (Thomas Nelson and Sons, Icelandic Texts).

Di seguito la prefazione firmata da Gabriel Turville-Petre

The Hervarar saga ok Heiðreks has been selected as the second volume in the Viking Society's Text Series since it stands in sharp contrast to the first volume, the Gunnlaugs Saga, representing an entirely different branch of Icelandic literature. The Gunnlaugs Saga might be read as an historical novel, but with the Hervarar Saga we pass into a world of legend and myth. The verses contained in this saga are of particular interest; they represent three distinct styles and are among the most beautiful of their kind.The textual history of this saga is unusually complicated, and the text here presented has been prepared and carefully normalized by Dr, Guðni Jónsson on the basis of the critical edition of Dr, Jón Helgason (Heiðreks Saga, Copenhagen 1924), in which full variant apparatus is provided.It has been decided to keep the Notes in the present book as short as possible, but it is hoped that the Glossary will provide such information as the student needs for enjoyment of the text,
I wish first of all to thank Christopher Tolkien, whose knowledge of the legends of this saga has exceptional value, for contributing the Introduction and advising me on many points of detail, Peter G, Foote has kindly read the proofs of the Glossary and saved me from many pitfalls, and Dr, Einar Ól. Sveinsson has also given helpful advice.
Finally I would like to thank the Directors of the Íslendingasagnaútgáfan for supplyiang the text, and the Leverhulme Foundation for generous support while I was working on the commentary.
OxfordAugust 1956
G.. Turville-PetreGeneral Editor


Tolkien e la saga
Tolkien conosceva questa saga e, nella s sua biblioteca, possedeva l’edizione del 1924, Heidreks Saga, da lui firmata sul frontespizio. Dalla lettura,diversi sono i riferimenti e i nomi – comuni anche ad altre saghe – che colpirebbero l’attenzione dell’appassionato tolkieniano come, ad esempio, i tumuli spettrali, una cotta di maglia impenetrabile, una spada che emette una luce oppure l’immensa foresta chiamata Myrkviðr e i nomi dei nani che forgiarono la spada Tyrfing, Dvalinn e Durinn.
Scrive Turville-Petre nelle Note a quest’edizione del 1956:
16/20 Dvalinn: according to H, the two dwarfs who forged the sword, Tyrfingr, were called Dvalinn and Dulinn (Durinn, U). Dvalinn (sleeper) is a common name for a dwarf, while Dulinn (hidden, secret?) and Durinn (sleeper?) are also found as dwarfs' names in other texts.(p. 76)
56/2 Myrkviðir: thus R, Myrkviðr U. Natural boundaries between tribes and nations were often formed by primeval forests. In the Atlakviða (5), as in this saga (see 60/2), Myrkviðr (Mirkwood) seems to divide the land of the Germanic people from that of the Huns; in the Lokasenna (42) Myrkviðr divides the world of gods from that of giants. The name Miriquidui was applied by the eleventh century chronicler, Thietmar of Merseburg, to the Erzgebirge. (p. 86)

Tolkien e Gabriel Turville-Petre*

Il 30 ottobre 1931 a Tolkien gli fu chiesto di diventare supervisore per il B.Litt di Turville-Petre e il 4 marzo dell’anno dopo, certificò il perseguimento del corso di studio preparatorio. La tesi di Turville-Petre fu An Edition of Viga-Glums Saga from the Manuscripts, con introduzione e note. L’11 marzo dello stesso anno l’Applications Committee confermò Tolkien suo supervisore. Durante il Term di aprile 1933, Turville-Petre tenne delle lezioni nella classe di norreno per conto di Tolkien che, il primo marzo 1934, certificò il completamento del corso per il suo B.Litt. Il 26 maggio, Turville-Petre fu esaminato da Tolkien ed Eric Valentine Gordon che firmarono la relazione conclusiva, scritta da Tolkien, il 28 maggio. La tesi preparata da Turville-Petre, An Edition of Viga-Glums Saga from the Manuscripts, sarebbe divenuta poi un volume della Oxford English Monographs series, di cui Tolkien era curatore, anche se il 3 maggio 1938, Kenneth Sisam, scrisse a Tolkien informandolo che ci sarebbe stato un ritardo poiché si stava provvedendo al recupero dei caratteri speciali per l’islandese prima di andare in stampa. Il 28 maggio 1938, Tolkien scrisse a Kenneth Sisam informandolo che Turville-Petre si trovava in Islanda in quel periodo. Il volume, poi, sarebbe stato stampato nel 1940, quale primo libro della serie con Turville-Petre che scrisse:
It would be difficult to overestimate all that I owe to Professor Tolkien; his sympathy and encouragement have been constant and, throughout the work, I have had the benefit of his wide scholarship.
Il 26 agosto 1941, Tolkien fu, assieme a Boyd, Chambers, Nichol Smith e Onions, tra gli elettori che elessero Turville-Petre per la Vigfiisson Readership in Ancient Icelandic Literature and Antiquities nel successivo settennato che avrebbe avuto inizio il primo ottobre 1941. Nel 1943, Tolkien e sua moglie Edith parteciparono al matrimonio di Gabriel Turville-Petre con Joan Blomfield, entrambi suoi ex B.Litt. Il 22 aprile dello stesso anno, Turville-Petre inviò a Tolkien, forse su sua richiesta, due testi della preghiera del Padre Nostro in antico islandese, sostenendo che una di esse fosse la più antica versione islandese conosciuta. Nell’aprile 1948, Tolkien e altri lo rielessero per altri sette anni Vigfiisson Readership in Ancient Icelandic Literature and Antiquities. Il 2 dicembre 1949, Christopher Tolkien iniziò il B.Litt con supervisore proprio Turville-Petre. E il 19 giugno 1953, Tolkien partecipò alla riunione del Consiglio della Facoltà d’Inglese che gli conferì il titolo di Professor. Tolkien, ancora nella qualità di elettore, elesse Turville-Petre Vigfiisson Readership nel 1955 e, infine, nel 1961.

*Tutte le informazioni sono tratte dai volume curati da Christina Scull e Wayne G. Hammond, The J.R.R. Tolkien Companion and Guide


Viking Society for Northern Research
Nata nel 1892 per promuovere e favorire lo studio del medioevo nordico attraverso pubblicazioni, incontri e sostegno finanziario. La Società pubblica un periodico annuale, Saga-Book, e numerose edizioni, traduzioni e studi di testi scandinavi medievali. Si riunisce tre volte l'anno: due volte a Londra e una volta , durante l’estate, in una diversa università britannica. Non è possibile confermare che Tolkien ne facesse parte, ma è noto che ricevesse gli inviti alle conferenze. Nel volume XII Proceedings del Saga-Book (1945), Tolkien è citato a pagina 218 (n. 1), 244 (n. 1 e 3).