Report on the
Excavation of the Prehistoric, Roman and Post-Roman Site in Lydney Park,
Gloucestershire
Reports of the Research Committee of the Society of the Antiquaries of
London, No. IX.
R. E. M. Wheeler e T. V. Wheeler
Oxford University Press for the Society of the Antiquaries.
1° ed. 1932, Londra
Illustrazioni all’interno del
volume e su pagine esterne
Brossura
Questo volume, stampato in 1150
copie, è molto ricercato dai collezionisti tolkieniani e spesso lo stato di
conservazione, soprattutto per la copertina, non è dei migliori. La mia copia è
in perfetto stato – se si esclude qualche segno del tempo sulla copertina – non
presenta ex-libris o timbri di Biblioteche o Archivi e ha molte delle pagine non
ancora tagliate, segno che il libro non è stato mai letto.
I curatori
Robert Eric Mortimer Wheeler, classe 1890, è stato tra i più
importanti archeologi britannici del XX secolo e ampiamente acclamato tra le
più alte personalità dell’archeologia dell'Asia meridionale. Compì i suoi studi
presso l’Università di Londra, divenendo prima direttore del Museo nazionale
del Galles (1920) e succesivamente custode del Museo di Londra (1926-1944). Nel
1934 fondò l'Institute of Archaeology
all’interno della Federal University of
London, ricoprendo il ruolo di direttore onorario, poi fu nominato
direttore generale della Survey of India
(1944) e, al suo rientro in Gran Bretagna, continuò a insegnare presso l'Institute of Archaeology e a essere
consulente archeologico del governo del Pakistan. Fu anche segretario onorario
della British Academy, rappresentante
britannico in diversi progetti UNESCO e cavaliere per i suoi servizi
all’archeologia (1952). Morì nel luglio 1976.
Su questa pubblicazione, Mortimer
Wheeler collaborò con la sua prima moglie, Tessa
Verney Wheeler, anch’ella archeologa poi prematuramente scomparsa nel 1936.
Gli scavi in Lydney Park
Tra il 1928 e il 1929, Sir
Mortimer Wheeler e sua moglie Tessa Verney, compirono degli scavi in un’area
conosciuta come Lyndey Park di quasi due ettari che i romani utilizzavano per
l’estrazione del ferro all’incirca nel III secolo d.C., poi abbandonata perché
poco ricca di quel minerale. Oggi sono ancora visibili delle gallerie e miniere
a cielo aperto conosciute come scowles.
Gli scavi portarono alla luce resti di un tempio romano-celtico dedicato a Nodens, una divinità celtica, eretto
dai Romani alla fine del IV secolo d.C. con un’architerttura insolita tra una
basilica e lo stile romano-celtico. Le pareti del santuario erano composte da
archi e colonne che, a causa di uno smottamento crollarono quasi completamente.
Assieme al tempio si trovava una guest
house con una grande cortile, un lungo edificio utilizzato come dormitorio
e una vasca termale.
Tolkien e la parola Nodens
Subito dopo gli scavi, tra il 1929
e il 1930, Mortimer Wheeler chiese a Tolkien di scrivere una nota sul nome Nodens. Il 2 dicembre 1931, Wheeler
informò Tolkien che la Society of the
Antiquaries aveva intenzione di pubblicare un volume che raccogliesse le
informazioni sugli scavi con la nota che lui scrisse sulla parola Nodens. Il 9 dicembre, Tolkien ringraziò
Wheeler. Il 2 gennaio dell’anno successivo, Wheeler chiese a Tolkien di
inviargli quanto prima la nota definitiva in quanto era stato sollecitato dall’editore
ma la nota era stata già mandata, infatti, lo stesso giorno l’archeologo
confermò la ricezione e, in risposta a Tolkien che annunciò di voler proseguire
nella ricerca di ulteriori informazioni sulla parola Nodens, chiese di ricevere copia non appena era completata. Nel
luglio 1932, il volume è pubblicato in 1150 copie e la nota di Tolkien, appare
come Appendice I nelle pagine 132-137, sul nome 'Nodens', una parola che comparve su tre iscrizioni trovate presso gli scavi di
Lydney Park e che fu classificata come nome di un dio. Con il suo lavoro,
Tolkien collegò il nome all’antico irlandese e gallese Nuadu Nudd.
Núadu fu il re dei Túatha dé Danann, i regnanti dell’antica Irlanda. Tolkien,
durante la sua ricerca in altre lingue giunse alla conclusione che il suo
significato fosse ‘the catcher',
‘the snarer’ o ‘the hunter’.
Nel volume è presente anche il saggio sulle iscrizioni a firma del
filosofo, archeologo e storico britannico Robin George Collingwood,
autore con J. N. L. Myres del volume Roman
Britain and the English Settlements (1936). Interessante il
collegamento tra Collingwood e Tolkien sul nome Nodens che ritorna nella pubblicazione appena citata del 1936. Tolkien,
infatti, assiste Collingwood e Myres, “in modo instancabile, con i problemi di
filologia celtica”, come hanno modo di scrivere a p. vii della prefazione che
porta la data del 14 gennaio 1936. Il nome di Tolkien fu anche citato in
una nota a pagina 264, capitolo XVI, Religion, in riferimento al
testo che recita:
Let us look at the evidence. Sulis [1], the goddess of the hot springs at Bath, came into her own at a very early date; her temple, with its classical architecture and very unclassical sculpture, was probably built in the Flavian period. But less than thirty miles away across the Severn, Nodens, the hunter-god of the Forest of Dean, who survived in later mythology as Nuada of the Silver Hand, king of the Tuatha dé Danann, and later still as King Lear, […]
Nella nota al testo, si legge:
[1] She is traditionally called Sul; but Professor Tolkien points out to me that the Celtic nominative can only be Sulis, and our authority for believing that even the Romans made a nominative Sul on the analogy of their own word sol — perhaps meaning the same — is not good. The Celtic sulis may mean ‘the eye’, and this again may mean the sun.
Gli autori riconoscono l’aiuto di
Tolkien con il nome della dea celto-romana delle terme romane di Bath.
adorata dai Romano-Britannici come Sulis Minerva presso la
fonte termale di Bath.
Bath è la città del
Regno Unito nella regione a Sud Ovest, nella contea del Somerset famosa, per
l’appunto, come centro termale. Il nome, infatti, prende origine dai bagni
romani, in inglese "bath", sono le uniche terme naturali del
Regno Unito. Costruita nella città conosciuta come Aquae Sulis, nel
75 d.C., ai tempi dell’Imperatore Vespasiano. È stata ricostruita nel XVIII
secolo in stile georgiano con diversi monumenti in stile neoclassico.
Alcuni studiosi ritengono che lo
stesso Collingwood sia il motivo per il quale Tolkien fu consultato sul
nome Nodens (Nudens, Nodons), il dio celtico associato alle
guarigioni, ai cani, alla caccia e al mare, venerato nell’antica Britannia, e
che si legge nelle iscrizioni presso lo scavo del complesso religioso a Lidney
Park, Gloucestershire.
Il nome, che deriverebbe dalla
radice celtica *noudont- o *noudent-, Tolkien la
fa risalire alla radice germanica che significa "acquisire",
"avere l'uso di", o più anticamente da "afferrare",
"intrappolare (a caccia)". Tolkien rileva come, nel collegamento tra
Nuada e la mano di Lludd, vi sia «un'eco dell'antica fama della mano magica
di Nodens il Cacciatore»..