The Higher Aspects of Greek
Religion
di L. R. Farnell
Williams and Norgate, London
1° ed. 1912, pp. 195
Rilegato
L’autore
Lewis Richard Farnell (1856–1934)
John Saint-Helier Lander (1869–1944)
Oxford College Anon I, University of Oxford
|
Nato a Salisbury, classe 1856, Lewis Richard Farnell studiò alla City of London School e all’Exeter
College a Oxford dove ottenne, nel 1878, una laurea di prima classe in Literae humaniores. Due anni dopo
divenne Fellow all’Exeter e nel 1883,
Lecturer nello stesso College. Archeologo e storico delle religioni compì, tra il 1880 e il
1893, diversi viaggi in Europa e Asia Minore, studiando archeologia classica a
Monaco di Baviera e Berlino. Una vera autorità in materia di religione greca,
nel 1901 divenne membro del German Archaeological Institute, ottenne il grado
di D.Litt. dall’Università di Oxford e, nel 1916, fu eletto Fellow della Britsh Academy. Dal 1920 al
1923 ricorpì la carica di Vice-Rettore dell’Università di Oxford e gli furono
riconosciute lauree honoris causa
dalle Università di St Andrews (Scozia), Ginevra (Svizzera) e Dublino (Irlanda ).
Morì nel 1934. Tra le sue più
notre pubblicazioni: The Cults of the
Greek states (5 voll., 1896-1909); Evolution
of religion (1905); Greece and
Babylon (1911) e Greek hero cults and
ideas of immortality (1921). E le traduzioni degli scritti di Pindaro
(1930) e il libro di memorie, An Oxonian
Looks Back (1934).
Farnell e Tolkien
J. R. R. Tolkien, 1911 |
Il professor Farnell fu una figura molto importante
nella formazione di Tolkien quando questi studiava all’Exeter College di Oxford, nel periodo 1911-1913.
Durante il Michaelmas Term del 1911, Tolkien cominciò a prepararsi per il Literae humaniores, il corso di laurea incentrato sui Classici (Antica Roma, Antica Grecia, latino, greco antico e filosofia), leggendo autori greci e latini e studiando storia classica e filosofia. A detta di Christina Scull e Wayne Hammond, i due massimi biografi di Tolkien, fu in questo periodo che quasi certamente cominciò a frequentare all’Exeter College, a partire dal 18 ottobre, il mercoledì e il venerdì alle 10, le lezioni di Farnell sulla traduzione dell'Agamennone di Eschilo.
Durante il Michaelmas Term del 1911, Tolkien cominciò a prepararsi per il Literae humaniores, il corso di laurea incentrato sui Classici (Antica Roma, Antica Grecia, latino, greco antico e filosofia), leggendo autori greci e latini e studiando storia classica e filosofia. A detta di Christina Scull e Wayne Hammond, i due massimi biografi di Tolkien, fu in questo periodo che quasi certamente cominciò a frequentare all’Exeter College, a partire dal 18 ottobre, il mercoledì e il venerdì alle 10, le lezioni di Farnell sulla traduzione dell'Agamennone di Eschilo.
Nel Trinity Term
del 1912 Tolkien, frequentò le lezioni sugli autori indicati da Farnell: Private Orations of Demosthenes, il
mercoledì e il venerdì alle 10:00, a partire primo maggio; e Annali I e II di
Tacito, il mercoledì e il venerdì alle ore 12.00, a partire dal 1 maggio. Durante
il Michaelmas Term dello stesso anno,
partecipò alle lezioni di Farnell sull’Odissea
(lunedì, mercoledì e venerdì alle ore 12 all’Exeter College dal 14 ottobre).
Nel marzo 1913 Tolkien, seppur impegnandosi per recuperare
alcuni rallentamenti nello studio, non riuscì a ottenere una prima classe in Honour Moderations ('Hon. Mods'), vedendosi inserito nella seconda classe. Scull e Hammond, scrivono
che gli esaminatori gli riconobbero una lettera alpha in Filologia comparata mentre, dagli archivi dell’Università
di Oxford, sempre secondo i due meravigliosi studiosi americani, un esaminatore
aveva annotato nel registro che il suo testo in latino era «in gran parte illeggibile»
e quello greco era «scritto indecentemente!». Le valutazioni più basse furono
per la traduzione di Virgilio, il testo su Tacito e quello sui versi latini. I
suoi tutor, avendo notato l’eccelso risultato in Filologia comparata, con
Wright conscio del suo interesse per le lingue germaniche, suggerirono lo
spostamento nel successivo Trinity Term,
dal corso Classics a quello English Honour School. Cosa che avvenne e, come sostengono ancora Scull e Hammond, molto probabilmente grazie all’influenza
del suo Tutor Farnell, Vice-Rettore
dell’Università. Farnell aveva molto rispetto per la Filologia così come ebbe modo di scrivere il 22 novembre 1970 lo stesso Tolkien a Neil Ker dopo che questi gli
aveva inviato un suo articolo su Arthur Sampson Napier. Su quest’ultimo, lo stesso
Farnell, tra la fine dell’Hilary Term
e l’inizio del Trinity Term del 1913,
scrisse di Tolkien a Napier, Rawlinson
Professor of Anglo-Saxon e Merton Professor of English Language (due ruoli che
Tolkien ricoprirà poi nel 1925-45 e 1945-59). Tolkien lo incontrò poco dopo a casa
sua a Headington.
Nel 1925, Farnell fu anche tra quelli che scrissero una
lettera di sostegno a favore della candidatura di Tolkien alla cattedra di Rawlinson
e Bosworth di Anglosassone adll’Università di Oxford. Tolkien anche se
ricopriva il ruolo di Professore di Lingua Inglese all’Università di Leeds,
decise di candidarsi alla successione di Craige che aveva a sua volta accettato
un incarico negli Stati Uniti. Tolkien presentò la candidatura il 25 giugno e
tra le lettere a supporto vi era quella di Farnell datata 23 giugno e che
recitava:
Sono rimasto molto colpito dal suo entusiasmo e dalla particolare attitudine per la filologia, una qualità che sta diventando sempre più rara tra i nostri studenti più giovani; e credo che ora abbia raggiunto una posizione di primo piano nel campo della ricerca filologica e si rivelerà di alto valore per l'Università in questo Dipartimento. Ritengo anche, che possieda non solo una speciale linguistica, ma un vero e proprio interesse letterario nelle più antiche testimoniane della nostra letteratura.
Infine, nel suo libro di memorie An Oxonian Looks Back, nella pagine dove omaggia il professor Napier
(50-54), Farnell fa un riferimento molto interessante e importante a Tolkien e
al suo ruolo ormai indiscutibile nell’Università di Oxford:
I found it impossible to retain my own early enthusiasm for the subject, although for long it was fed and revived by Napier’s fascinating talk poured out in his study or on our long country walks. Certainly he has had brilliant successors in men like Wilde and Tolkien. But I do not think that he ever felt any joyful confidence that he had planted a living Oxford school of philology that would flourish after him; and he looked back sometimes with regret to the academic milieu that he had left behind in Gottingen.
Bibliografia
FARNELL, Lewis Richard
1934 An Oxonian Looks Back, London: M.
Hopkinson Ltd., pp. 350
GARTH, John,
2007 Tolkien
e la grande guerra. La soglia della Terra di Mezzo, (tr. L. Gammarelli),
Genova : Marietti 1820 pp. 464
SCULL, Christina; HAMMOND
G. Wayne,
2006 The J.R.R. Tolkien Companion and Guide: Chronology, London: HarperCollins, pp. 656
2006 The J.R.R. Tolkien Companion and Guide: Chronology, London: HarperCollins, pp. 656
Il volume
Il volume raccoglie le letture che Farnell tenne a Oxford e
Londra, in aprile e maggio 1911, durante le Hibbert
Lectures, la serie di conferenze su
questioni teologiche patrocinate dalla Hidden Trust, fondata dall’Unitarista (il
movimento religioso nato all'interno del cristianesimo che non riconosce l'idea
di Trinità), Robert Hobbert. La prima serie di Hibbert Lectures si aprì nel
1878 con On the Religions of India, del filologo e orientalista tedesco Max
Müller, e si chiuse nel 1894 con James Drummond sul tema Via, Veritas, Vita; Christianity in its most simple and intelligible
form. La seconda serie, che vede questo ciclo tenuto da Farnell nel 1911,
si aprì nel 1906 con Franz Cumont, Oriental
Religions in Roman Paganism, e si chiuse nel 1937 con Gilbert Murray, Liberality and Civilisation. La terza serie iniziò nel 1959, con Basil Willey, Darwin And Butler: Two Versions of Evolution, per chiudersi nel 1989
con Bede Griffiths, Christianity in the
Light of the East. L’attuale quarta serie ha visto solo due conferenze: nel
2003, con James L. Cox, Religion without
God: Methodological Agnosticism and the Future of Religious Studies, e nel 2005
con Karen Armstrong e Khalid Hameed, Spirituality and global citizenship.
CONTENTS
LECTURE I
GENERAL FEATURES AND ORIGINS OF GREEK
RELIGION
Greek
religion mainly a social-political system, 1. In its earliest period a “theistic”
creed, that is, a worship of personal individual deities, ethical personalities
rather than mere nature forces, 2. Anthropomorphism its predominant bias, 2-3.
Yet preserving many primitive features of “ animism " or “
animatism," 3-5. Its progress gradual without violent break with its
distant past, 5-6. The element of magic fused with the religion but not
predominant, 6-7 . Hellenism and Hellenic religion a blend of two ethnic
strains, one North-Aryan, the other Mediterranean, mainly Minoan-Mycenaean,
7-9. Criteria by which we can distinguish the various influences of these two,
9-16. The value of Homeric evidence, 18-20. Summary of results, 21-24.
LECTURE II
THE RELIGIOUS BOND AND MORALITY
OF THE FAMILY
The
earliest type of family in Hellenic society patrilinear, 25-27. Earliest
religious phenomena the cult of the hearth and of Zeus the God of the
household, 27-30. Marriage a religious ceremony, consecrated to Zeus and Hera,
in some sense a sacrament or mystery, 30-32. Its connection with the
agricultural life, 32-34. Dedication of the bride to the tutelary hero or
divinity, 34-35. Marriage a social-religious duty, 35-36. The ethics of the
family, 36-37. Adultery and certain sexual offences a social-religious wrong;
but no moral exaltation of virginity, 38-43. F amily-purity maintained by the
Erinyes but mainly by the higher deities , 39-41. The high sense of family duty
the master-work of Greek religion, 43-45. Philosophic ethics reflecting popular
cult, 45-47.
LECTURE III
FAMILY MORALITY (CONTINUED): TRIBAL AND
CIVIC RELIGION
Sanctity of
the father, 48-50. The power and moral effects of the Curse, 50-53. Infiuence
of family-religion on the position of the slave, religious method of
manumission, 54-56. The family a unit of the clan or tribe, 58. The genos and
phratria, even the local organisation of the deme, based on the idea of kinship
and on the cults of the deities of kinship and ancestral heroes, 58-61. Object
of this religion to preserve civic purity of blood, 62. vi(irreek religion in
relation to the Polis, 63-64. The Greek State sometimes of religious origin,
64-65. The city regarded as a single family, hence the domestic character of
many civic cults, 65-68. The high Gods political powers, especially Zeus,
Apollo, and Athena, 68-69. Greek religion unique in respect of its political
character, 69-71. The State-deity sometimes the physical ancestor, 71-72.
LECTURE IV
INFLUENCE OF THE C'IVIC SYSTEM OF RELIGION
UPON RELIGIOUS THOUGHT, MORALITY AND LAW
Worship
conĥned to citizens, the religious tone genial rather than profoundly
reverential, 7 3-74. *Importance of the idea of kinship With the deity, 75-76.
Clan morality implies collective resPonsi' bility and vicarious human
sacrifice, 76-78. Religions aspect of civic duties, eourage, patriotism, 7
8-83. The alien invader a pollution to the temples, 83-84. Religions origins of
the laws concerning homicide, 84-91.
LECTURE V
EXPANSION OF GREEK RELIGION BEYOND THE
LIMITS OF THE POLIS
Beginnings
of a national religion in the Homeric period, 92-93. Cult of Zeus Panhellenios,
94-95. The early Amphictyonies, the Delphic Oracle, 96:99. , Expansion of early
Greek morality,98-99. Universal moral force of the oath, 99-100. The rights of
aliens, 100-102. Duties of hospitality, 102-103. Religious sanction of
friendship, 103-104. Humanism in religion, readiness to recognise native gods
in alien forms of divinity, 104-106. Tolerance and the absence of religious
wars, 106-107. The higher divine attributes, 107-124. The idea of divine
vengeance early associated With the idea of divine mercy, 107-115. The
vindictive theory challenged by poets and philosophers, 114-115. Ethical theory
of punishment connected with the doctrine of the perfect goodness of God,
114-116. The problem of evil, 115-116. Association of religion with art and
science, 116-124.
LECTU RE VI
PERSONAL RELIGION IN
GREECE
Development
of the individual conscience, 125-127. question of the personal vitality of
Greek religion, 127-134. The growth of the idea of purity as a religious ideal,
134-136. The union of the mortal with the divine, 136-137. The ritual of the
sacrament, 136-137. The value of the mysteries, 137-140. Religion becoming more
inward and more spiritual, 141-147. Spread of individualism and humanitarianism,
147-150.
Il libro è appartenuto
alla Royal Holloway, University of London, così come si vede dall’ex-libris
presente nella volume.