The Old English Exodus
Testo, traduzione e comment di J. R. R.
Tolkien
A cura di Joan Turville Petre
Oxford University Press, Oxford
1° ed. 1981
Rilegato con sovraccoperta
The Old
English Exodus
Della produzione poetica anglosassone o in antico inglese, esistono
oggi quattro principali codici:
- The
Junius manuscript, noto anche come il Cædmon
manuscript, è una raccolta illustrata di poemi su narrazioni bibliche;
- The
Exeter Book è un raccolta di brevi componimenti di carattere religioso e
profano ed è custodito nella Cattedrale di Exeter alla quale è stata donata
nell’XI secolo;
- The
Vercelli Book, raccoglie poemi e prose che risalgono alla fine del X
secolo ed è conservato nella Biblioteca Capitolare a Vercelli, in Italia;
- Nowell
Codex (Cotton Vitellius A. xv), è conservato nella British Library ed è
famoso per essere il manoscritto contenente l’unica copia conosciuta del poema
epico Beowulf.
Il primo di questi quattro, MS Junius 11 (dal
nome di Franciscus Junius che stampò per la prima volta il suo contenuto nel 1655),
è conservato presso la Bodleian Library, Oxford, e contiene poemi senza titoli
a cui gli editori moderni hanno assegnato i nomi di Genesis A, Genesis B, Exodus, Daniel, e Christ and Satan. Exodus è compreso tra le pagine 143 e 171 del manoscritto, la cui scansione completa è possibile ammirarla a questa pagina web.
Exodus, MS. Junius 11, p. 143 Bodleian Library, Oxford, 1998 |
Exodus, considerato uno dei poemi in
anglosassone più difficili da interpretare per la sua incompletezza, più che una
parafrasi del libro biblico è piuttosto una rivisitazione in chiave “epica ed
eroica” della storia degli israeliti, del loro Esodo e del Passaggio del mar
Rosso, molto simile ai poemi in anglosassone Andreas, Judith, o anche
il non religioso Beowulf.
Exodus è una delle poesie anglosassoni più dense, allusive e complesse ancora oggi al centro del dibattito critico, con una caratterizzazione in "stile eroico", con Mosè trattato come un generale e con immagini militari che pervadono le scene di battaglia. La distruzione dei soldati egizi nel Mar Rosso viene narrata come una vera e propria scena di battaglia così come in altre poesie anglosassoni utilizzando, in senso tropologico, il Beasts of battle (versi 162-167), che Tolkien indica come kenning, comune alla norrena Edda poetica e agli anglosassoni Battle of Brunanburh (61-65), The Battle of Maldon (106-107), Beowulf (3024-27), Elene (52-53; 110-113), The Fight at Finnsburgh (5-7), Genesis A (1983–1985), Judith (204-212; 292-296) e The Wanderer (80-83).
Exodus è una delle poesie anglosassoni più dense, allusive e complesse ancora oggi al centro del dibattito critico, con una caratterizzazione in "stile eroico", con Mosè trattato come un generale e con immagini militari che pervadono le scene di battaglia. La distruzione dei soldati egizi nel Mar Rosso viene narrata come una vera e propria scena di battaglia così come in altre poesie anglosassoni utilizzando, in senso tropologico, il Beasts of battle (versi 162-167), che Tolkien indica come kenning, comune alla norrena Edda poetica e agli anglosassoni Battle of Brunanburh (61-65), The Battle of Maldon (106-107), Beowulf (3024-27), Elene (52-53; 110-113), The Fight at Finnsburgh (5-7), Genesis A (1983–1985), Judith (204-212; 292-296) e The Wanderer (80-83).
A un certo punto, la storia si ferma per
narrare le storie di Noè e il sacrificio di Isacco ad opera di Abramo (362-446),
un cambiamento che alcuni studiosi considerano tipico dello "stile
epico" presente nelle digressioni del Beowulf,
come Samuel Moore in On the
Sources of the Old-English "Exodus" (p. 16) del 1911; mentre
altri hanno ipotizzato a una interpolazione come William Savage Johnson nel suo
Translation
of the Old English "Exodus" (p. 52) del 1903. E qui si
cita anche Exodus
and Daniel: Two Old English Poems Preserved in Ms. Junius 11 di Francis
Adelbert Blackburn Cædmon del 1907 che parla di entrambe le interpretazioni.
A tal proposito, Tolkien scrisse nel suo commento:
362. Niwe flodas ..: this is the beginning of a historical account. It is extremely abrupt, and we could fairly assume that a line or two has been dropped. But there is no question of interpolation here; the sequence of thought is "clear, merely the joint seems stylistically defective. Niwe probably means ‘renewed’ referring to the fact that God first separated the Seas and the Upper Waters from the Land; but he repented of this creation, and released the waters (Gen. vii. I I), and so reproduced the ancient Chaos for a while. (The Old English Exodus 65)
Le scelte interpretative di Tolkien, nate
come “discorsi di un insegnante a un gruppo informale di studenti”, sono state però analizzate e citate da molti
altri studiosi come Tom Shippey nel
suo Translations and Scholarly Editions of
Medieval Texts o nel caso del termine specifico spelbodan (v. 514), che Richard
Marsden nel suo The
deat of the messenger: The ‘spelboda’ in the Old English Exodus, riporta:
Nel brano dell'Exodus preso in esame, spelbodan denota chiaramente quello che porta, o dovrebbe portare, la notizia della sconfitta egiziana, ma i curatori e traduttori hanno variato nella scelta di un equivalente in inglese moderno. Sedgefield, Gordon, Irving e Lucas optano semplicemente per 'messaggero(i)', mentre Tolkien espande il spelboda in un 'portatore di notizia'. (Marsden 1995, 153)
Il
volume
Tolkien inserì questo testo nel suo programma
accademico sin dal 1926, anno di arrivo a Oxford con l’incarico di Rawlinson
and Bosworth Professor of Anglo-Saxon. Il libro, però, contiene il testo del
poema in antico inglese Exodus con la
traduzione in inglese moderno e il commento ricavato dai suoi
appunti utilizzati per una serie di conferenze informali che tenne sul poema tra
il 1930 e il 1940. Il curatore, e suo ex studente, Joan Turville-Petre, spiega nella
prefazione che, anche se i documenti “non sono mai stati pensati come un’edizione, [Tolkien] aveva scrupolosamente redatto un testo come base del suo
commento. Si tratta di una interpretazione del poema, progettato per
ricostruire l'originale (per quanto ciò fosse possibile), e di collocarlo nel
contesto della poesia anglosassone (p. v). Il 25 ottobre 1932 Tolkien scrisse in
una lettera a R. W. Chapman della Oxford University Press che:
sia Elene [una poesia di Cynewulf] che Exodus rimarranno libri adottati nella scuola inglese. Entrambi hanno bisogno di un editing. Ho dei commenti ad entrambi. Mi piacerebbe molto, dopo Beowulf [vale a dire dopo aver completato la sua traduzione in inglese moderno di Beowulf], affrontare una vera e propria edizione dell’Old English Exodus. L’edizione Routledge del manoscritto Junius 11 curata da Krapp [The Junius Manuscript, 1931] è pessima, e praticamente ininfluente per i nostri studenti, anche se certamente meglio di niente. Sedgefield è, naturalmente, solo risibile (lui utilizza gran parte dell’Exodus nel suo miserabile Anglo-Saxon verse-book [An Anglo-Saxon Verse Book, 1922] [Scull and Hammond, Reader’s Guide, p. 681].
Stampato in 3000 copie, presenta come data di
prima pubblicazione l’anno 1981 anche se in realtà è arrivato nelle librerie
solo a gennaio dell’anno dopo.
Contents
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Note to translation
Commentary
Index
La curatrice
Joan Elizabeth Turville-Petre (nata Blomfield) del Somerville
College, Oxford studiò per il B.Litt. sotto Tolkien dal 1933 al 1935; la sua
tesi fu The Origins of Old English Orthography, with Special Reference to
the Representation of the Spirants and W. Successivamente entrò nella
Oxford English Faculty. Il suo saggio del 1938 “The Style and Structure of Beowulf”
(Review of English Studies) ha
abbracciato le osservazioni di Tolkien sulla struttura di Beowulf nel Beowulf: The Monsters and the Critics. Dopo la morte di Tolkien ha preparato per la
pubblicazione (1981), come “un saluto alla memoria di un insegnante ispiratore”,
il suo testo revisionato e la traduzione Old English Exodus {The Old English
Exodus), con commenti e note, che Tolkien aveva preparato per una serie di
conferenze sul poema. Blomfield sposò E. O. G. Turville-Petre, al quale furono
presenti anche Tolkien e sua moglie.
Suo marito
Edward Oswald Gabriel Turville-Petre fu Professor of Ancient Icelandic Literature and Antiquities all’Università di Oxford. Nato in una famiglia cattolica, quarto di cinque figli e fratello del noto archeologo Francis, studiò all’Ampleforth College e al Christ Church di Oxford e nel periodo compreso tra il 1931 e il 1934 conseguì il Bachelor of Letters sotto la supervisione di Tolkien. Studiò l’islandese e la letteratura scandinava sin da bambino, prima in Inghilterra e poi in altri paesi del nord e soprattutto in Islanda, dove soggiornò per diversi anni. Tra i suoi lavori Hervarar saga ok Heiðreks, dove curò le note e il glossario e con l’introduzione scritta da Christopher Tolkien. Padre di tre figli, fu prima Vigfusson Reader all’Università di Oxford in Ancient Icelandic Literature and Antiquities (1941), e poi Professor nel 1953 fino al pensionamento nel 1975. Tra i riconoscimenti ricevuti: Knight of the Falcon (Islanda); membro della Royal Gustavus Adolphus Academy (Svezia) e membro onorario a vita della Viking Society for Northern Research. Nel 1973 fu eletto fellow della British Academy. Alla sua morte, lasciò la sua biblioteca personale in eredità alla Biblioteca della Facoltà d’Inglese dell’Università di Oxford (Icelandic Collections).
Suo marito
Edward Oswald Gabriel Turville-Petre fu Professor of Ancient Icelandic Literature and Antiquities all’Università di Oxford. Nato in una famiglia cattolica, quarto di cinque figli e fratello del noto archeologo Francis, studiò all’Ampleforth College e al Christ Church di Oxford e nel periodo compreso tra il 1931 e il 1934 conseguì il Bachelor of Letters sotto la supervisione di Tolkien. Studiò l’islandese e la letteratura scandinava sin da bambino, prima in Inghilterra e poi in altri paesi del nord e soprattutto in Islanda, dove soggiornò per diversi anni. Tra i suoi lavori Hervarar saga ok Heiðreks, dove curò le note e il glossario e con l’introduzione scritta da Christopher Tolkien. Padre di tre figli, fu prima Vigfusson Reader all’Università di Oxford in Ancient Icelandic Literature and Antiquities (1941), e poi Professor nel 1953 fino al pensionamento nel 1975. Tra i riconoscimenti ricevuti: Knight of the Falcon (Islanda); membro della Royal Gustavus Adolphus Academy (Svezia) e membro onorario a vita della Viking Society for Northern Research. Nel 1973 fu eletto fellow della British Academy. Alla sua morte, lasciò la sua biblioteca personale in eredità alla Biblioteca della Facoltà d’Inglese dell’Università di Oxford (Icelandic Collections).
Tolkien e Gabriel Turville-Petre*
Il 30 ottobre 1931 a Tolkien gli fu chiesto
di diventare supervisore per il B.Litt di Turville-Petre e il 4 marzo dell’anno
dopo, certificò il perseguimento del corso di studio preparatorio. La tesi di
Turville-Petre fu An Edition of Viga-Glums Saga from the Manuscripts,
con introduzione e note. L’11 marzo dello stesso anno l’Applications
Committee confermò Tolkien suo supervisore. Durante il Term di
aprile 1933, Turville-Petre tenne delle lezioni nella classe di norreno per
conto di Tolkien il quale, il primo marzo 1934, certificò il completamento del corso
per il suo B.Litt. Il 26 maggio, Turville-Petre fu esaminato da
Tolkien ed Eric
Valentine Gordon che firmarono la relazione conclusiva, scritta da
Tolkien, il 28 maggio. La tesi preparata da Turville-Petre, An
Edition of Viga-Glums Saga from the Manuscripts, sarebbe divenuta poi un
volume della Oxford
English Monographs series, di cui Tolkien era curatore, anche se il
3 maggio 1938, Kenneth Sisam, scrisse a Tolkien informandolo che ci sarebbe
stato un ritardo poiché si stava provvedendo al recupero dei caratteri speciali
per l’islandese prima di andare in stampa. Il 28 maggio 1938, Tolkien scrisse a
Kenneth Sisam informandolo che Turville-Petre si trovava in Islanda in quel
periodo. Il volume, poi, sarebbe stato stampato nel 1940, quale primo libro
della serie con Turville-Petre che scrisse:
It would be difficult to overestimate all that I owe to Professor Tolkien; his sympathy and encouragement have been constant and, throughout the work, I have had the benefit of his wide scholarship.
Il 26 agosto 1941, Tolkien fu, assieme a
Boyd, Chambers, Nichol Smith e Onions, tra gli elettori che elessero
Turville-Petre per la Vigfiisson Readership in Ancient
Icelandic Literature and Antiquities nel successivo settennato che
avrebbe avuto inizio il primo ottobre 1941. Nel 1943, Tolkien e sua moglie
Edith parteciparono al matrimonio di Gabriel Turville-Petre con Joan Blomfield,
entrambi suoi ex B.Litt. Il 22 aprile dello stesso anno, Turville-Petre inviò a
Tolkien, forse su sua richiesta, due testi della preghiera del Padre
Nostro in antico islandese, sostenendo che una di esse fosse la più
antica versione islandese conosciuta. Nell’aprile 1948, Tolkien e altri lo
rielessero per altri sette anni Vigfiisson Readership in Ancient
Icelandic Literature and Antiquities. Il 2 dicembre 1949, Christopher
Tolkien iniziò il B.Litt con supervisore proprio Turville-Petre. E il 19 giugno
1953, Tolkien partecipò alla riunione del Consiglio della Facoltà d’Inglese che
gli conferì il titolo di Professor. Tolkien, ancora nella qualità di
elettore, elesse Turville-Petre Vigfiisson Readership nel 1955
e, infine, nel 1961.
[*Tutte le informazioni sono tratte dai volume curati da Christina Scull e Wayne G. Hammond, The J.R.R. Tolkien Companion and Guide]
[*Tutte le informazioni sono tratte dai volume curati da Christina Scull e Wayne G. Hammond, The J.R.R. Tolkien Companion and Guide]
Dalla prima bandella
The Old English Exodus is based on full notes for a series of lectures delivered to a specialist class in OXford in the 1930s and 1940s; the notes were retouched in the following decade. IT was never intended as an edition, although the lecturer scrupulously drew up and edited text as the basis of his commentary. It is an interpretation of the poem, designed to reconstruct the original (as far as that is possible), and to place it in the context of Old English poetry. Those who attended Professor Tolkien's lectures knew that he was talking partly to himself; the audience had to grasp at methods and information remote from their normal experience. The article on Sigelwara land that came from his study of Exodus is exceptionally discursive. Yet he could combine ideas in bursts of illumination that showed how his mind was working its way through a mass of material. for Tolkien was a painstaking scholar, assembling and checking his evidence methodically. His lively imagination working from a secure base. AFter some forty years, many of the obstructions and misconceptions that Tolkien sought to remove from the study of Exodus have faded, or assumed new forms. His work is still rewarding in extract. There is no question of pulling plums from the pudding, because the whole mixture was good nourishment. But by now, slices may best represent Tolkien's powers of exposition. The editor has attempted to show his methods and preserve the more enduring results. He said himself: 'If the poem remains a fragment, partly ruinous,nonetheless I hope it will now at least appear a ruin with intelligible lines and some reasonable detail, though defaced beyond repair in many places by the accidents of time and the heedlessness of men.’
Stralcio
dall’introduzione di Turville-Petre
This work is based on full notes for a series of lectures delivered to a specialist class in the 1930s and 1940s; the notes were retouched in the following decade. It was never intended as an edition, although the lecturer scrupulously drew up an edited text as the basis of his commentary. It is an interpretation of the poem, designed to reconstruct the original (as far as that is possible), and to place it in the context of Old English poetry. I have abbreviated the commentary systematically. Tolkien himself left the work unfinished, with such variants as may be selected at need. IT should be remembered that these lectures were never prepared for formal delivery; they represent rather the discourses of a teacher among a small group of pupils, expressing his understanding of the text int he circumstances of that time. IT is impossible to re-create the situation; the attempt could only be tedious and confusing. So diffuse comments and some basic instruction have been reduced: such as observations on phonology and morphology, which are now succinctly presented in standard works (as, for instance, Campbell's Old English Grammar).