lunedì 14 novembre 2016

The Old English Exodus di Tolkien, prima edizione 1981


The Old English Exodus
Testo, traduzione e comment di J. R. R. Tolkien
A cura di Joan Turville Petre
Oxford University Press, Oxford
1° ed. 1981
Rilegato con sovraccoperta


The Old English Exodus
Della produzione poetica anglosassone o in antico inglese, esistono oggi quattro principali codici:
- The Junius manuscript, noto anche come il Cædmon manuscript, è una raccolta illustrata di poemi su narrazioni bibliche;
- The Exeter Book è un raccolta di brevi componimenti di carattere religioso e profano ed è custodito nella Cattedrale di Exeter alla quale è stata donata nell’XI secolo;
- The Vercelli Book, raccoglie poemi e prose che risalgono alla fine del X secolo ed è conservato nella Biblioteca Capitolare a Vercelli, in Italia;
- Nowell Codex (Cotton Vitellius A. xv), è conservato nella British Library ed è famoso per essere il manoscritto contenente l’unica copia conosciuta del poema epico Beowulf.
Il primo di questi quattro, MS Junius 11 (dal nome di Franciscus Junius che stampò per la prima volta il suo contenuto nel 1655), è conservato presso la Bodleian Library, Oxford, e contiene poemi senza titoli a cui gli editori moderni hanno assegnato i nomi di Genesis A, Genesis B, Exodus, Daniel, e Christ and Satan. Exodus è compreso tra le pagine 143 e 171 del manoscritto, la cui scansione completa è possibile ammirarla a questa pagina web.
Exodus, MS. Junius 11, p. 143
Bodleian Library, Oxford, 1998
Exodus, considerato uno dei poemi in anglosassone più difficili da interpretare per la sua incompletezza, più che una parafrasi del libro biblico è piuttosto una rivisitazione in chiave “epica ed eroica” della storia degli israeliti, del loro Esodo e del Passaggio del mar Rosso, molto simile ai poemi in anglosassone Andreas, Judith, o anche il non religioso Beowulf
Exodus è una delle poesie anglosassoni più dense, allusive e complesse ancora oggi al centro del dibattito critico, con una caratterizzazione in "stile eroico", con Mosè trattato come un generale e con immagini militari che pervadono le scene di battaglia. La distruzione dei soldati egizi nel Mar Rosso viene narrata come una vera e propria scena di battaglia così come in altre poesie anglosassoni utilizzando, in senso tropologico, il Beasts of battle (versi 162-167), che Tolkien indica come kenning, comune alla norrena Edda poetica e agli anglosassoni Battle of Brunanburh (61-65), The Battle of Maldon (106-107), Beowulf (3024-27), Elene (52-53; 110-113), The Fight at Finnsburgh (5-7), Genesis A (1983–1985), Judith (204-212; 292-296) e The Wanderer (80-83).
A un certo punto, la storia si ferma per narrare le storie di Noè e il sacrificio di Isacco ad opera di Abramo (362-446), un cambiamento che alcuni studiosi considerano tipico dello "stile epico" presente nelle digressioni del Beowulf, come Samuel Moore in On the Sources of the Old-English "Exodus" (p. 16) del 1911; mentre altri hanno ipotizzato a una interpolazione come William Savage Johnson nel suo Translation of the Old English "Exodus" (p. 52) del 1903. E qui si cita anche Exodus and Daniel: Two Old English Poems Preserved in Ms. Junius 11 di Francis Adelbert Blackburn Cædmon del 1907 che parla di entrambe le interpretazioni.
A tal proposito, Tolkien scrisse nel suo commento:
362. Niwe flodas ..: this is the beginning of a historical account. It is extremely abrupt, and we could fairly assume that a line or two has been dropped. But there is no question of interpolation here; the sequence of thought is "clear, merely the joint seems stylistically defective. Niwe probably means ‘renewed’ referring to the fact that God first separated the Seas and the Upper Waters from the Land; but he repented of this creation, and released the waters (Gen. vii. I I), and so reproduced the ancient Chaos for a while. (The Old English Exodus 65)
Le scelte interpretative di Tolkien, nate come “discorsi di un insegnante a un gruppo informale di studenti”, sono state però analizzate e citate da molti altri studiosi come Tom Shippey nel suo Translations and Scholarly Editions of Medieval Texts o nel caso del termine specifico spelbodan (v. 514), che Richard Marsden nel suo The deat of the messenger: The ‘spelboda’ in the Old English Exodus, riporta:
Nel brano dell'Exodus preso in esame, spelbodan denota chiaramente quello che porta, o dovrebbe portare, la notizia della sconfitta egiziana, ma i curatori e traduttori hanno variato nella scelta di un equivalente in inglese moderno. Sedgefield, Gordon, Irving e Lucas optano semplicemente per 'messaggero(i)', mentre Tolkien espande il spelboda in un 'portatore di notizia'. (Marsden 1995, 153)


Il volume
Tolkien inserì questo testo nel suo programma accademico sin dal 1926, anno di arrivo a Oxford con l’incarico di Rawlinson and Bosworth Professor of Anglo-Saxon. Il libro, però, contiene il testo del poema in antico inglese Exodus con la traduzione in inglese moderno e il commento ricavato dai suoi appunti utilizzati per una serie di conferenze informali che tenne sul poema tra il 1930 e il 1940. Il curatore, e suo ex studente, Joan Turville-Petre, spiega nella prefazione che, anche se i documenti “non sono mai stati pensati come un’edizione, [Tolkien] aveva scrupolosamente redatto un testo come base del suo commento. Si tratta di una interpretazione del poema, progettato per ricostruire l'originale (per quanto ciò fosse possibile), e di collocarlo nel contesto della poesia anglosassone (p. v). Il 25 ottobre 1932 Tolkien scrisse in una lettera a R. W. Chapman della Oxford University Press che:
sia Elene [una poesia di Cynewulf] che Exodus rimarranno libri adottati nella scuola inglese. Entrambi hanno bisogno di un editing. Ho dei commenti ad entrambi. Mi piacerebbe molto, dopo Beowulf [vale a dire dopo aver completato la sua traduzione in inglese moderno di Beowulf], affrontare una vera e propria edizione dell’Old English Exodus. L’edizione Routledge del manoscritto Junius 11 curata da Krapp [The Junius Manuscript, 1931] è pessima, e praticamente ininfluente per i nostri studenti, anche se certamente meglio di niente. Sedgefield è, naturalmente, solo risibile (lui utilizza gran parte dell’Exodus nel suo miserabile Anglo-Saxon verse-book [An Anglo-Saxon Verse Book, 1922] [Scull and Hammond, Reader’s Guide, p. 681].
Stampato in 3000 copie, presenta come data di prima pubblicazione l’anno 1981 anche se in realtà è arrivato nelle librerie solo a gennaio dell’anno dopo.

Contents

Select Bibliography
Text with variants
Note to translation
Commentary
Index


La curatrice
Joan Elizabeth Turville-Petre (nata Blomfield) del Somerville College, Oxford studiò per il B.Litt. sotto Tolkien dal 1933 al 1935; la sua tesi fu The Origins of Old English Orthography, with Special Reference to the Representation of the Spirants and W. Successivamente entrò nella Oxford English Faculty. Il suo saggio del 1938 “The Style and Structure of Beowulf” (Review of English Studies) ha abbracciato le osservazioni di Tolkien sulla struttura di Beowulf nel Beowulf: The Monsters and the Critics. Dopo la morte di Tolkien ha preparato per la pubblicazione (1981), come “un saluto alla memoria di un insegnante ispiratore”, il suo testo revisionato e la traduzione Old English Exodus {The Old English Exodus), con commenti e note, che Tolkien aveva preparato per una serie di conferenze sul poema. Blomfield sposò E. O. G. Turville-Petre, al quale furono presenti anche Tolkien e sua moglie.

Suo marito
Edward Oswald Gabriel Turville-Petre fu Professor of Ancient Icelandic Literature and Antiquities all’Università di Oxford. Nato in una famiglia cattolica, quarto di cinque figli e fratello del noto archeologo Francis, studiò all’Ampleforth College e al Christ Church di Oxford e nel periodo compreso tra il 1931 e il 1934 conseguì il Bachelor of Letters sotto la supervisione di Tolkien. Studiò l’islandese e la letteratura scandinava sin da bambino, prima in Inghilterra e poi in altri paesi del nord e soprattutto in Islanda, dove soggiornò per diversi anni. Tra i suoi lavori Hervarar saga ok Heiðreks, dove curò le note e il glossario e con l’introduzione scritta da Christopher Tolkien. Padre di tre figli, fu prima Vigfusson Reader all’Università di Oxford in Ancient Icelandic Literature and Antiquities (1941), e poi Professor nel 1953 fino al pensionamento nel 1975. Tra i riconoscimenti ricevuti: Knight of the Falcon (Islanda); membro della Royal Gustavus Adolphus Academy (Svezia) e membro onorario a vita della Viking Society for Northern Research. Nel 1973 fu eletto fellow della British Academy. Alla sua morte, lasciò la sua biblioteca personale in eredità alla Biblioteca della Facoltà d’Inglese dell’Università di Oxford (Icelandic Collections).

Tolkien e Gabriel Turville-Petre*
Il 30 ottobre 1931 a Tolkien gli fu chiesto di diventare supervisore per il B.Litt di Turville-Petre e il 4 marzo dell’anno dopo, certificò il perseguimento del corso di studio preparatorio. La tesi di Turville-Petre fu An Edition of Viga-Glums Saga from the Manuscripts, con introduzione e note. L’11 marzo dello stesso anno l’Applications Committee confermò Tolkien suo supervisore. Durante il Term di aprile 1933, Turville-Petre tenne delle lezioni nella classe di norreno per conto di Tolkien il quale, il primo marzo 1934, certificò il completamento del corso per il suo B.Litt. Il 26 maggio, Turville-Petre fu esaminato da Tolkien ed Eric Valentine Gordon che firmarono la relazione conclusiva, scritta da Tolkien, il 28 maggio. La tesi preparata da Turville-Petre, An Edition of Viga-Glums Saga from the Manuscripts, sarebbe divenuta poi un volume della Oxford English Monographs series, di cui Tolkien era curatore, anche se il 3 maggio 1938, Kenneth Sisam, scrisse a Tolkien informandolo che ci sarebbe stato un ritardo poiché si stava provvedendo al recupero dei caratteri speciali per l’islandese prima di andare in stampa. Il 28 maggio 1938, Tolkien scrisse a Kenneth Sisam informandolo che Turville-Petre si trovava in Islanda in quel periodo. Il volume, poi, sarebbe stato stampato nel 1940, quale primo libro della serie con Turville-Petre che scrisse:
It would be difficult to overestimate all that I owe to Professor Tolkien; his sympathy and encouragement have been constant and, throughout the work, I have had the benefit of his wide scholarship.
Il 26 agosto 1941, Tolkien fu, assieme a Boyd, Chambers, Nichol Smith e Onions, tra gli elettori che elessero Turville-Petre per la Vigfiisson Readership in Ancient Icelandic Literature and Antiquities nel successivo settennato che avrebbe avuto inizio il primo ottobre 1941. Nel 1943, Tolkien e sua moglie Edith parteciparono al matrimonio di Gabriel Turville-Petre con Joan Blomfield, entrambi suoi ex B.Litt. Il 22 aprile dello stesso anno, Turville-Petre inviò a Tolkien, forse su sua richiesta, due testi della preghiera del Padre Nostro in antico islandese, sostenendo che una di esse fosse la più antica versione islandese conosciuta. Nell’aprile 1948, Tolkien e altri lo rielessero per altri sette anni Vigfiisson Readership in Ancient Icelandic Literature and Antiquities. Il 2 dicembre 1949, Christopher Tolkien iniziò il B.Litt con supervisore proprio Turville-Petre. E il 19 giugno 1953, Tolkien partecipò alla riunione del Consiglio della Facoltà d’Inglese che gli conferì il titolo di Professor. Tolkien, ancora nella qualità di elettore, elesse Turville-Petre Vigfiisson Readership nel 1955 e, infine, nel 1961.

[*Tutte le informazioni sono tratte dai volume curati da Christina Scull e Wayne G. Hammond, The J.R.R. Tolkien Companion and Guide]


Dalla prima bandella
The Old English Exodus is based on full notes for a series of lectures delivered to a specialist class in OXford in the 1930s and 1940s; the notes were retouched in the following decade. IT was never intended as an edition, although the lecturer scrupulously drew up and edited text as the basis of his commentary. It is an interpretation of the poem, designed to reconstruct the original (as far as that is possible), and to place it in the context of Old English poetry. Those who attended Professor Tolkien's lectures knew that he was talking partly to himself; the audience had to grasp at methods and information remote from their normal experience. The article on Sigelwara land that came from his study of Exodus is exceptionally discursive. Yet he could combine ideas in bursts of illumination that showed how his mind was working its way through a mass of material. for Tolkien was a painstaking scholar, assembling and checking his evidence methodically. His lively imagination working from a secure base. AFter some forty years, many of the obstructions and misconceptions that Tolkien sought to remove from the study of Exodus have faded, or assumed new forms. His work is still rewarding in extract. There is no question of pulling plums from the pudding, because the whole mixture was good nourishment. But by now, slices may best represent Tolkien's powers of exposition. The editor has attempted to show his methods and preserve the more enduring results. He said himself: 'If the poem remains a fragment, partly ruinous,nonetheless I hope it will now at least appear a ruin with intelligible lines and some reasonable detail, though defaced beyond repair in many places by the accidents of time and the heedlessness of men.’
Stralcio dall’introduzione di Turville-Petre
This work is based on full notes for a series of lectures delivered to a specialist class in the 1930s and 1940s; the notes were retouched in the following decade. It was never intended as an edition, although the lecturer scrupulously drew up an edited text as the basis of his commentary. It is an interpretation of the poem, designed to reconstruct the original (as far as that is possible), and to place it in the context of Old English poetry. I have abbreviated the commentary systematically. Tolkien himself left the work unfinished, with such variants as may be selected at need. IT should be remembered that these lectures were never prepared for formal delivery; they represent rather the discourses of a teacher among a small group of pupils, expressing his understanding of the text int he circumstances of that time. IT is impossible to re-create the situation; the attempt could only be tedious and confusing. So diffuse comments and some basic instruction have been reduced: such as observations on phonology and morphology, which are now succinctly presented in standard works (as, for instance, Campbell's Old English Grammar).