domenica 20 gennaio 2019

Tolkien: e se i film fossero due? Perché bisogna tenere d'occhio Mel Gibson e Sean Penn




Del biopic* su Tolkien, a oggi, si è già scritto tanto (e purtroppo sempre allo stesso modo giacché si è attinto da quel poco che ancora si conosce), ma credo che agli attenti lettori e studiosi della vita e delle opere di J. R. R. Tolkien possa interessare la notizia che sul maxi schermo, quest’anno, si potrà vedere anche un altro film riconducibile al lavoro di Tolkien. Più di quanto si possa immaginare.

Andiamo con ordine partendo dal primo film, Tolkien, che ovviamente non possiamo non citare.

*“genere cinematografico basato sulla ricostruzione della biografia di un personaggio realmente esistito”.

Il primo film
Come molti appassionati sanno, il 10 maggio finalmente arriverà nelle sale cinematografiche il biopic Tolkien diretto da Dome Karukoski e scritto da Stephen Beresford e David Gleeson. Un film molto atteso dagli appassionati del Professore di Oxford prodotto dalla Fox Searchlight Pictures, che narrerà la vita del giovane Tolkien negli anni precedenti lo scoppio del Primo conflitto mondiale.

A interpretare il giovane J. R. R. Tolkien, Nicholas Hoult (Tolkien bambino sarà interpretato da Harry Gilby), e con lui Lily Collins che vestirà i panni della sua Edith (Mimi Keene sara la Edith bambina). Al loro fianco Colm Meaney, che interpreta padre Francis Xavier Morgan, James MacCallu sarà il fratello di Tolkien, Hilary (Guillermo Bedward vestirà i panni di Hilary bambino), e Jack Riley, indosserà i panni del figlio di Tolkien, Christopher suo esecutore letterario. I tre amici che con Tolkien condivisero la grande esperienza dei TCBS (Tea Club and Barrovian Society) saranno: Tom Glynn-Carney, che sarà Christopher Wiseman, Anthony Boyle, nei panni di Geoffrey Bache Smith e infine Patrick Gibson, che interpreterà Robert Gilson. Le musiche sono state affidate al compositore americano Thomas Newman, noto per le sue colonne sonore di Alla ricerca di Nemo, Skyfall, Le ali della libertà, Il miglio verde e American Beauty, alcune di queste candidate all’Oscar, come la candidatura della colonna sonora Il ponte delle spie nel 2016 battuta da quella di Ennio Morricone per il film The Hateful Eight di Quentin Tarantino.

  
 

Alcuni scatti dal set di Tolkien 

Il secondo film
Scorrendo la lista dei film in uscita quest’anno a chi studia Tolkien non è potuto sfuggire l’uscita di un altro film che merita la stessa attenzione, e promozione, del biopic su Tolkien e che arriverà nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 21 marzo 2019. Il titolo della pellicola, diretto da Farhad Safinia, è Il professore e il pazzo (The Professor and the Madman) e vede un cast stellare. 
Solo per citarne alcuni, i protagonisti saranno interpretati dai premi Oscar Mel Gibson (Arma Letale, The Passion, Braveheart, Il patriota) e Sean Penn (Mystic River e Milk) e con loro Natalie Dormer (l’Anna Bolena nella serie televisiva I Tudors, la Margaery Tyrell de Il Trono di Spade e Cressida nei film Hunger Games: Il canto della rivolta) Ioan Gruffudd (il dottor Reed "Mr. Fantastic" Richards ne I Fantastici 4), Brendan Patricks (ha ecitato nelle serie Doctor Who, Outlander e Downton Abbey) e Kieran O'Reilly (della serie Vikings). Prima di spiegare il nesso di questo film con Tolkien è bene raccontare la trama del film tratta dall’acclamato best-seller di Simon Winchester: Il professore e il pazzo (Adelphi, 2018 e in precedenza con il titolo L’assassino più colto del mondo, Mondadori, 1999). Il film narra le vicende realmente accadute nella metà dell’Ottocento in Inghilterra e che vide protagonista il professor James Murray, filologo e lessicologo scozzese, incaricato di redigere il più grande, importante e monumentale dizionario inglese, l’Oxford English Dictionary. 

Mel Gibson nei panni di James Murray
Il professor Murray fece appello a tutti e letterati del Regno Unito affinché lo aiutassero ad assolvere l’incarico ricevuto nel 1857, e lo fece anche attraverso il canale, all’epoca, più efficace, i giornali, ricevendo così suggerimenti, indicazioni e aiuto da ogni angolo del paese. Dopo diversi anni di lavoro, Murray si accorse che il maggior numero delle voci che gli furono suggerite proveniva dalla stessa persona: William Chester Minor. 
Affascinato dalla mente di Minor, che mostrava grandissima cultura e intelligenza, e pervaso dal desiderio di ringraziare personalmente per il prezioso aiutante per corrispondenza, Murray chiese d’incontralo. Stranamente, Minor continuava a rifiutare cortesemente i ripetuti inviti del professore che decise, dopo lunga corrispondenza, di andarlo a cercare nell’anonima località di Broadmoor dalla quale partivano i suggerimenti grammaticali. 

Sean Penn interpreta W. C. Minor
Per sua grande sorpresa, Murray scoprì che Minor scriveva dal manicomio criminale di Broadmoor, nel quale era stato internato. Minor era un medico ed ex ufficiale americano che, fuggito dall'esperienza della guerra civile (dove fu addetto alla marchiatura a fuoco dei disertori) si trasferì nella Londra Vittoriana, teatro della sua crescente pazzia con manie persecutorie che lo portarono a uccidere, senza un apparente motivo, un passante. Nel film si rivivranno questa storia e l’incontro di Murray e Minor che rese un gran servigio all’avanzamento dei lavori del Dizionario. 

Un film che si preannuncia davvero interessante, anche se non sono mancate alcune polemiche mosse dallo stesso Mel Gibson.


Trailer ufficiale italiano

E Tolkien?
Giusta domanda, ma se si ha la pazienza di leggere quanto segue, si capirà quanto interessante e importante questo film per lo studio della vita e delle opere di Tolkien. A primo acchito, l'unico collegamento tra i due film lo si troverebbe in quello temporale: Il professore e il pazzo, narra vicende accadute a fine Ottocento e, temporalmente, Tolkien prosegue fino allo scoppio della prima Guerra Mondiale. Ma non è solo questo. L'anello di congiunzione tra le due piccole, è l'Oxford English Dictionary e l'amore (e il lavoro) di Tolkien.

Tolkien e l’Oxford English Dictionary
Al rientro dalla guerra, seppur non ancora congedato, a Tolkien fu concesso di trovare un’occupazione civile e, vista la difficoltà a ottenere un ruolo nell’Università, all’inizio di novembre 1918 accettò la proposta del suo ex tutore in antico islandese William Craigie, succeduto a Murray alla guida del gruppo di studio che stava completando il NED, di collaborare al Dizionario diventando assistente di Henry Bradley. Tolkien iniziò a lavorarci nel gennaio 1919 all’interno dell’ex edificio Ashmolean in Broad Street, a pochi passi dalla sua abitazione in St. John Street, con lui diverse persone che lavoravano presso l’Università e che prestavano la propria opera durante le ore libere. Sotto la supervisione di Bradley, Tolkien cominciò a lavorare sulle parole che iniziavano con la lettera W e, il 3 aprile, dopo le correzioni e l’approvazione di Bradley, le prime parole furono inviate alla Oxford University Press per la composizione tipografica. Man mano Tolkien prese familiarità con il suo lavoro al punto che Bradley ridusse di molto le correzioni. Nel frattempo passò sotto la supervisione di Charles T. Onions.
Grazie al lavoro presso il Dizionario, e quello di tutoraggio agli studenti, poté permettersi di affittare una piccola casa al numero 1 di Alfred Street (oggi Pusey Street) dove si trasferì con la famiglia il 17 settembre 1919. Il lavoro gli consentì anche di potersi permettere una persona che aiutasse sua moglie Edith.
La collaborazione cessò alla fine di maggio 1920, poco prima di cominciare la sua carriera universitaria come Lettore di Lingua inglese all’Università di Leeds. L'esperienza al Dizionario gli portò a dire di “aver imparato più in quei due anni che in qualsiasi altra situazione nella sua vita”. Il 20 gennaio 1922, Tolkien tenne un discorso sul NED durante un incontro congiunto promosso dalla Yorkshire Dialect Society e dalla English Association presso l'Università di Leeds. E il 26 giugno dello stesso anno inviò una cartolina a Henry Bradley, sperando che questi si fosse ripreso da una malattia (morirà il 23 maggio dell’anno dopo), dove incluse un enigma in versi in Old English sulla base di una filastrocca, Enigma Saxonicum Nuper Inventum.
I fascicoli del Dizionario che lo videro direttamente impegnato, poi raccolti in un unico volume del 1928, furono: W-Wash (pubblicato nell'ottobre 1921), Wash-Wavy {maggio 1923), Wavy-Wezzon (agosto 1926), Whisking-Wilfulness (novembre 1924), e Wise-Wyzen (aprile 1928). Il suo lavoro fu molto apprezzato dai curatori del Dizionario tanto che Bradley prima scrisse che per le parole walnut, walrus, e wampum Tolkien aveva trovato "elementi etimologici e suggerimenti non riportati in altri dizionari" (Introduzione al fascicolo W-Walsh). Alcuni anni prima, nel 1925, nella lettera di referenza per la candidatura di Tolkien alla cattedra di Rawlinson and Bosworth in anglosassone a Oxford, Bradley scrisse:

Il suo lavoro dà prova di una padronanza insolitamente approfondita dell'anglosassone, dei fatti e dei principi della grammatica comparata delle lingue germaniche. In effetti, non ho alcuna esitazione nel dire che non ho mai conosciuto un uomo della sua età che fosse per questi aspetti simile.

Il 16 marzo 1933, quand’era già Rawlinson and Bosworth Professor in Anglosassone all’Università di Oxford, Tolkien scrisse a Kenneth Sisam, per il quale aveva curato A Middle English Vocabulary, che era molto felice perché aveva ricevuto il set completo dell’Oxford English Dictionary.

Tutto il lavoro compiuto da Tolkien per l’OED, è stato raccontato magnificamente in The Ring of Words: Tolkien and the Oxford English Dictionary da Peter Gilliver, Edmund Weiner e Jeremy Marshall, tre importanti redattori dell’OED.
Nel loro volume raccontano il contributo dato da Tolkien e offrono una panoramica sul linguista analizzando anche l’origine di alcune parole come "hobbit", "Mithril", “Smeagol" “Ent" e “worm”. Una vera e propria scoperta per gli appassionati di Tolkien narratore e docente ricchissimo di materiale d’archivio unico nel suo genere, giacché gli autori sono stati in grado di esaminare gli appunti su cui Tolkien scrisse le bozze per le definizioni e le etimologie delle diverse parole.

Secondo I tre autori Tolkien lavorò alle seguenti parole:

Waggle (sostantivo e aggettivo) | Waggly | Wain | Waist | Waistband | Waist-cloth | Waistcoat | Waistcoated | Waistcoateer | Waisted | Waister | Waistless | Waist-rail | Waist-tree | Wait-a-bit | Waiter | Waitership | Waiting (sostantivo e aggettivo) | Waiting-maid | Waiting-man | Waiting-room | Waiting-woman | Waitress | Wake (sostantivo e verbo) | Wake-robin | Wake-wort | Waldend | Wallop (sostantivo e verbo) | Walloper | Walloping (sostantivo e aggettivo) | Walm (sostantivo e verbo) | Walming | Walnut | Walrus | Wampum | Wampumpeag | Wan (sostantivo, aggettivo e verbo) | Wander (sostantivo e verbo) | Wanderable | Wandered | Wanderer | Wandering (sostantivo e aggettivo) | Wanderment | Wander-year | Wandreth | Wane (sostantivo, aggettivo e verbo) | Want (sostantivo e verbo) | Want-louse | Wariangle | Warlock (sostantivo e verbo) | Warlockry | Warm | Weald | Wealden | Wealding | Wield | Wild | Wold.

Curiosità
Il lavoro svolto all’OED e le persone che vi erano direttamente coinvolte – i quattro curatori Murray, Bradley, Craigie e Onions – finirono in uno dei racconti brevi di Tolkien, Farmer Giles of Ham (it. Il cacciatore di draghi).

In ogni caso, la proprietà è la proprietà, e con quelli che sconfinavano nei suoi campi il Fattore Giles usava metodi sbrigativi che pochi riuscivano a sfidare. Cosi s’infilò le brache, scese in cucina e prese il suo schioppo che era li appeso al muro. Qualcuno potrà chiedersi cosa fosse uno schioppo. Ebbene, questa stessa domanda, si dice, fu posta ai Quattro Saggi Letterati di Oxenford, i quali, dopo lunga riflessione, risposero: “Uno schioppo è un fucile corto di grosso calibro che spara molti proiettili o pallottole, in grado di arrecare morte entro un raggio limitato ma senza una mira precisa (oggi sostituito, nei paesi civilizzati, da altre armi da fuoco)”.
A ogni modo, lo schioppo del Fattore Giles aveva una bocca ampia che si allargava come una tromba, e non sparava proiettili o pallottole, ma qualsiasi cosa Giles riuscisse a trovare e a ficcarci dentro. E non arrecava morte perché il fattore lo caricava raramente, e non sparava mai. In genere, era sufficiente solo farlo vedere. E questo paese non era ancora civilizzato, per cui lo schioppo non era ancora stato sostituito: anzi, era l’unico tipo di fucile esistente, ed era anche raro. La gente preferiva l'arco e le frecce, e usava la polvere da sparo per lo più per i fuochi d’artificio.
(pp. 28-29)

Il riferimento è stato ben illustrato da Christina Scull e Wayne G. Hammond nell’edizione ampliata e annotata del Cacciatore a pagina 123.

“prese il suo schioppo (...) usava la polvere da sparo per lo più per i fuochi d’artificio".La definizione di schioppo (blunderbuss, dall'olandese donder, “tuono" + bus, “arma da fuoco") è presa alla lettera dall’Oxford English Dictionary. I “Quattro Saggi Letterati di Oxenford" (nel prologo ai Racconti di Canterbury di Chaucer si legge: “c'era un Letterato di Oxenford", ovvero Oxford) sono probabilmente i quattro curatori dell’Oxford English Dictionary: ]ames A. H. Murray, Henry Bradley, W. A. Craigie e C. T Onions; vedi anche l’lntroduzione, a p. 15. Nella prima versione della storia, Giles riempiva il suo schioppo con “vecchi chiodi, e pezzi di piombo, pezzi di teiere rotte, e vecchie catene, ossi e pietre, e molta ovatta. Poi mise la polvere da sparo nell'altra estremità" (p. 94).

Così come Tolkien inserì il riferimento anche nel testo The Notion Club Papers, pubblicato poi da Christopher Tolkien nel volume IX della History of Middle-earth, Sauron Defeated:

“'Yes, doink has come on a lot lately,' said Lowdham. 'But it's not brand-new, of course. I think it's first recorded, in the Third Supplement to the N.E.D., in the fifties, in the form dŏing: seems to have started in the Air Force in the Six Year's War"― Arundel Lowdham